Con la primavera arrivano le elezioni amministrative? Improbabile perché contraddittorio. Se spieghi al Paese che la pandemia sconsiglia l’eventuale anticipo delle politiche, come puoi consentirgli di votare in tante città, alcune con milioni d’abitanti? Pericolosi gli assembramenti a urne aperte in giugno, quando l’azione vaccinale sarà (speriamo) al top. E idem quelli della campagna di propaganda. Il rinvio a settembre-ottobre sembra un dovere, più che un’opzione. Il faut faire avec: bisogna arrangiarsi.
Ai partiti la dilazione conviene per un motivo-bis. Sarebbe difficile spaccarsi a Milano, Roma, Torino, Napoli eccetera mentre si sta insieme nel Parlamento e al Governo. L’esecutivo d’unità nazionale diluisce le differenze, stinge i particolarismi, smorza gl’istinti polemico-identitari. L’unica con licenza di crudità opinionistica è la Meloni, agli altri tocca la costrizione d’un parlare in museruola. Perfino al sempreinpista Salvini, perché la strategia di governo e di lotta (che palla) ha un limite, oltre il quale si sta o di qua o di là. Gliel’ha ricordato Draghi, in un felpato vis-à-vis. Soltanto Sala è per aprire i seggi a breve, mentre lo s’immaginava il primo a volerli tener chiusi, data la situazione della morbilità milanese. Boh.
A Varese il match centrosinistra-centrodestra sembra aperto. Voce di sondaggio dà i sostenitori dell’amministrazione civica in vantaggio di mezzo punto sugli aspiranti alla successione. Cinque anni fa ne dovettero rimontare cinque al ballottaggio: un progresso, a conferma che talvolta (di frequente) il potere logora chi non ce l’ha. S’ipotizza che i supplementari di legislatura aiutino il sindaco uscente nell’age quod agis: continua a far bene ciò che fai. Avrà modo di completare alcune opere in corso. Tipo: la realizzazione del centro anziani di piazzale Kennedy, la contigua trasformazione dell’area stazioni, il trasloco del mercato nella ripavimentata piazza Repubblica, l’avvio dei restauri nell’ex caserma Garibaldi, la nuova viabilità in zona Gasparotto-Borri (Esselunga), il parcheggio a pieno utilizzo all’incrocio Sempione-Staurenghi e alé. Ciascuno giudicherà i risultati.
Ancora in itinere l’alleanza che sosterrà il Galimberti 2. Pd, Italia Viva, Verdi, Socialisti, Più Europa saranno del gruppo. Varese 2.0 forse, chissà, magari. Ma sarebbe sorprendente lo scarto dallo schieramento di cui fu espressione significativa nel 2016, esprimendo il vice-sindaco a timbro d’una forte idea d’avversione popolare al ventennio leghista. Assieme allora, separati ora? Autolesionistico. A proposito di civismo: una lista personale del sindaco (Varese PratiCittà: guidata dalle assessore Perusin, Buzzetti, Strazzi), o forse più d’una, s’aggiungerà a rinforzo della squadra.
Sul fronte avversario una lista Maroni, che il Carroccio indica a successore di Galimberti, affiancherà Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. A supporto, qualche sostegno in più, per esempio Varese ideale, formazione movimentistica. Programma per ora d’intento generico, s’attendono idee di contrapposizione pragmatica ai rivali: la dialettica virtuosa è sempre un valore. Varese si sta trasformando dopo la lunga epoca dell’immobilismo, se non degli errori più marchiani: tornare indietro è impensabile, andare avanti richiede competenza, fantasia, modernismo, discontinuità verso un passato mediocre. Insomma: scelte innovative e coraggiose, non usando -come motteggiano i cinesi- un pettine per calvi.
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