Forse qualcuno, soprattutto in questo periodo, se l’è chiesto. Per fare il ministro della sanità bisogna essere un medico? Se sì, il fatto di avere questo titolo è un vantaggio o uno svantaggio per chi assume l’incarico?
La risposta alla prima domanda è no, non è richiesta la laurea in medicina e chirurgia, ad esempio l’attuale Ministro Roberto Speranza è laureato in scienze politiche; alla seconda invece rispondo con un mio personale parere e quindi ha il valore che ha, essere medico ti faciliterebbe sicuramente per esperienza, vocabolario, reti professionali etc. ma il rovescio della medaglia è che rischieresti di non avere più una visione globale ma in qualche modo orientata dalla tua esperienza specifica (medico di base, ospedaliero, ricercatore, specialista etc.).
Molto intuitivo anche capire che, laureato o no in medicina, chiunque vada a finire su quella sedia non può avere in sé tutte le conoscenze richieste per la gestione di un ministero così complesso e quindi, come in tutti i dicasteri, anche in quello della sanità sono previsti degli organi tecnici di supporto al lavoro del Ministro.
In queste poche righe cercherò di far capire la funzione ed i ruoli degli organi attualmente esistenti.
Inizio dall’Istituto Superiore di Sanità per tanti motivi, non ultimo, il fatto che sia un centro di ricerca, controllo e consulenza tecnico scientifica con circa 2300 dipendenti.
L’Istituto ha sei dipartimenti, 16 centri nazionali, 2 centri di riferimento, 5 servizi tecnico scientifici ed un organismo notificato per la valutazione dell’idoneità dei dispositivi medici.
È la struttura che grazie alle evidenze scientifiche deve orientare le scelte non solo del Ministero della Salute ma anche delle Regioni e del Sistema Sanitario Nazionale.
La vastità dei campi di interesse dell’ISS è quindi enorme e spazia dalla prevenzione alla promozione della salute, al contrasto di diverse malattie (ad esempio cancro, malattie rare, dipendenze etc.) fino alla valutazione di ogni fattore che in qualche modo possa influire sulla nostra salute (radiazioni, onde elettromagnetiche, contaminanti, alimentazione etc.).
Non solo ma fornisce anche un punto di riferimento diretto per i cittadini con i telefoni verdi che danno la possibilità a ciascuno di noi di avere indirizzi od orientamenti in campi specifici della salute come ad es dipendenze, malattie rare, malattie a trasmissione sessuale etc.
L’attuale Presidente è il prof. Sergio Brusaferro, triestino, medico, specialista, tra l’altro, in Igiene che è subentrato nel 2019 al dimissionario Walter Ricciardi, quest’ultimo attuale consulente del ministro in carica.
Il consiglio Superiore di Sanità è invece un organo tecnico consultivo del Ministro della Salute che ha tra le sue diverse funzioni ad es quella di proporre studi su igiene e sanità, proporre norme per la tutela della salute, individuare gli standard per edificazioni di ospedali etc e deve esprimere parer obbligatorio ad es sulle convenzioni internazionali in materia di salute pubblica, sui lavori da considerare pericolosi, sulla registrazione di specialità medicinali etc
È composto da trenta membri scelti dal Ministro che vanno ad aggiungersi a quelli aventi diritto, per il loro ruolo pubblico. È organizzato in cinque sezioni che si dividono le varie materie interesse sanitario e sociale: ad es programmazione sanitaria, trapianti di organi, sicurezza alimentare, sangue ed emoderivati, farmaci ad uso umano e dispositivi medici etc.
È costituito quindi da professionalità che possano assicurare al Ministro consulenza su problemi sanitari a 360 gradi e deve dare risposte a quesiti specifici posti dal Ministero. L’attuale Presidente è il prof Franco Locatelli bergamasco, medico, specialista tra l’altro in Ematologia, lavora al Bambin Gesù di Roma.
Vi sono poi due altri organi collegiali del Ministero, il Comitato Nazionale per la sicurezza alimentare ed il Comitato tecnico sanitario.
Il primo (Cnsa) è un organo tecnico consultivo articolato in due sezioni: sezione per la sicurezza alimentare e sezione consultiva delle associazioni dei consumatori e produttori in materia di sicurezza alimentare.
La prima sezione è composta da 13 membri, la seconda è pletorica in quanto contiene rappresentanti di diversi Ministeri, della Conferenza Stato Regioni, del Cnel, dei produttori e dei consumatori.
Il CTS invece è articolato in più sezioni ed ha lo scopo di fornire supporto tecnico al Ministero in ambiti specifici dell’Amministrazione.
È composto da 62 membri designati dal Ministro e 109 da istituzioni pubbliche e private (citate dal regolamento).
È suddiviso attualmente in 13 sezioni tra cui quella tecnica per la ricerca in sanità, per il sistema trasfusionale, per i dispositivi medici, per la lotta all’AIDS, per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive, etc.
Vi sono poi anche comitati e centri tecnici per prevenzione e controllo delle malattie animali ed il CCM, centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie.
Ultimo nato (per ovvie ragioni, 5 febbraio 2020) è il Comitato Tecnico Scientifico che in realtà è nato con un decreto del Capo dipartimento della protezione civile con competenza di consulenza e supporto alle attività di coordinamento per il superamento dell’emergenza epidemiologica dovuta al covid 19.
La protezione Civile è un dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri nato nel 1982 il cui attuale direttore è Angelo Borrelli (nato a Latina, laurea in economia e commercio) mentre il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico è Agostino Miozzo (laureato in medicina dove sia nato non sono riuscito a trovarlo) e dello stesso CTS fanno parte tra gli altri Silvio Brusaferro e Franco Locatelli.
Il Ministro quindi ha a disposizione una buona bocca di fuoco scientifica in parte costruita con propri professionisti di riferimento, in parte invece già trovata all’interno delle diverse strutture burocratiche del paese, alla quale può chiedere diversi pareri prima di esprimersi o prendere una decisione.
Io ho avuto la fortuna di fare parte del Consiglio Superiore di Sanità quando era Ministro il prof Girolamo Sirchia e faccio parte attualmente del Comitato Tecnico Sanitario (nella sezione doping/sport), due esperienze che ovviamente mi hanno molto arricchito dal punto di vista professionale (non sono previste remunerazioni ma solo rimborsi spese per eventuali viaggi).
Non c’è infatti modo migliore per crescere nelle conoscenze in campo medico/scientifico (ma che credo che il discorso valga a tutti i livelli compreso anche quello sociale) che confrontarsi con professionisti e realtà diverse, superando i propri confini non solo geografici.
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