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Cultura

RITROVATA

SERGIO REDAELLI - 12/02/2021

La trascrizione della bolla di Martino V datata 1852 (Archivio Castiglioni, Comune di Castiglione Olona)

La trascrizione della bolla di Martino V datata 1852 (Archivio Castiglioni, Comune di Castiglione Olona)

Un cardinale dalle mille risorse, una chiesa distrutta da ricostruire, una bolla papale perduta e un giallo storico da risolvere. Per farlo c’era bisogno di una brava storica dell’arte, di una ricercatrice esperta che sa dove mettere le mani. E Laura Marazzi, conservatrice del Museo della Collegiata a Castiglione Olona, scrittrice e collaboratrice della pinacoteca di Brera, non ci ha messo molto a sbrogliare la matassa. Ha scoperto che l’originale è andato perduto, forse arso nell’incendio che nel 1780 divampò nell’antica sagrestia della Collegiata che custodiva il tesoro e le antiche carte. E con un sospiro di sollievo mostra la copia che ha scovato con pazienti indagini d’archivio.

Andiamo con ordine. Seicento anni fa papa Martino V, al secolo Oddone Colonna, tornava dal Concilio di Costanza dove dall’8 all’11 novembre 1417 si era tenuto il conclave che lo aveva eletto al soglio di Pietro. Sulla via del ritorno, passando per Berna e Ginevra si fermò a Milano con un codazzo di undici porporati tra cui il cardinale Branda, accademico e umanista feudatario di Castiglione, per consacrare l’altare maggiore del Duomo. Jacopino da Tradate immortalò il pontefice nella statua voluta da Filippo Maria Visconti per ricordare la visita. Ne plasmò il volto sereno, la mano alzata nel gesto di benedire e la veste che ricade in un elegante gioco di pieghe.

Da Milano, Martino proseguì per Roma e riportò l’autorità papale in riva al Tevere dopo un secolo di “esilio” ad Avignone. Il suo ritorno nella città eterna pose fine al Grande Scisma d’Occidente, che aveva diviso l’Europa tra i sostenitori del papa d’obbedienza avignonese e i fautori del pontefice della tradizione romana. A nulla erano valse le insistenze, le preghiere e le suppliche di chi gli chiedeva di restare in Germania oppure di fissare la propria sede ancora una volta ad Avignone. Volle tornare a Roma e con la sua elezione furono deposti ben tre fra papi e antipapi, Giovanni XXIII, Benedetto XIII e Gregorio XII. La Chiesa fu riconciliata.

Si dice che il corteo papale sostò proprio a Castiglione Olona, ospite del cardinale Branda, sulla via per Milano. Ma è forse una leggenda. Di sicuro il 7 gennaio 1422 Martino V gli inviò la bolla che si può considerare il documento fondativo della Collegiata, primo passo ufficiale del progetto che in pochi anni ridisegnò la cittadella. La bolla era in sostanza il permesso papale concesso da Martino V per costruire “de novo” la vecchia chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo, che “era così rovinata che nessun rettore vi poteva risiedere né attendere ai divini offici”. Ma dov’era finito il testo originale? Esisteva ancora da qualche parte? La Marazzi non s’è persa d’animo.

Per prima cosa si è rivolta alla cancelleria vaticana che conserva tutti gli atti e la risposta dell’archivio apostolico ha chiarito che la bolla si trovava in uno dei registri lateranensi di Martino V, purtroppo persi, forse in seguito al trasferimento a Parigi dell’archivio vaticano nel periodo napoleonico. Per non lasciare nulla d’intentato la conservatrice ha allora consultato l’archivio Castiglioni, che il comune custodisce a Palazzo Branda. Ed ecco spuntare due trascrizioni del famoso documento. Una è del 1811 e deriva dagli atti delle visite pastorali all’epoca conservati dall’archivio arcivescovile (l’originale fu visto da Carlo Borromeo nella visita pastorale del 1581).

L’altra è del 1852 ed è tratta dal registro conservato nella Dataria apostolica a Roma, con tanto di dichiarazione firmata del custode, la firma autenticata dal sostituto della Segreteria di Stato, i relativi timbri e il sigillo pontificio. Successo pieno. Corroborato dal fatto che il testo originale del papa Oddone Colonna era stato comunque trascritto e salvato nel 1596 dallo storico Matteo Castiglioni nel libro “De origine, rebus, gestis ac privilegiis Gentis Castilioneae”. Un volume che chiunque voglia cimentarsi nella lettura della bolla può consultare online, digitalizzato, nella biblioteca di Varese.

La vicenda del documento perduto e ritrovato apre simbolicamente la collaborazione tra il museo e il comune di Castiglione Olona in vista delle celebrazioni per i 600 anni dalla fondazione della Collegiata, che entreranno nel vivo dal 2022. Con il passaggio in zona gialla il museo ha riaperto al pubblico mercoledì 3 febbraio. Secondo le disposizioni vigenti, resterà aperto solo nei giorni feriali da martedì a venerdì 9.30-12.30/14.30-17.30 (sabato, domenica e lunedì chiuso). Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura. Il complesso museale ospita contemporaneamente al massimo 25 persone (in battistero 5 persone e 10 minuti di permanenza). Non occorre la prenotazione.

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