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Noterelle

NUMERO UNO

EMILIO CORBETTA - 12/02/2021

Volontari della Protezione Civile

Volontari della Protezione Civile

La grande prova che stiamo vivendo ha messo in luce tante qualità positive della nostra gente ma anche la presenza di errori. In ogni città, in paesi grandi o piccoli abbiamo avuto episodi eroici, ma anche tanti momenti di scoramento, o addirittura atteggiamenti molto sbagliati assunti in nome di una presunta libertà e anche, da parte di certuni, tante azioni deliberatamente volte allo sfruttamento degli eventi, con vantaggi per pochi e tante difficoltà per molti.

Praticamente nulla di nuovo sotto il sole vien da dire.

Chi dà la forza, la volontà, le risorse vitali alla nostra gente che, nonostante tutto riesce a sopravvivere affrontando la dura realtà impregnata di numerose tribolazioni? Sono le indicazioni, le idee, le decisioni o i discorsi d’apparente incoraggiamento fatti dai nostri politici? O i modi con cui i nostri amministratori manovrano le attività e le risorse del territorio? Gli improvvisi stratagemmi come la costruzione di centri di terapia intensiva in siti impensabili, ospedali tenda, ed altri realizzati in urgenza per far fronte alle necessità pandemiche? Nascono dubbi mentre ciò che dà più sicurezza è il vero capitale della forza del volontariato presente nella nostra società, nella nostra popolazione (e in effetti molte delle opere urgenti citate sopra sono state realizzate da liberi volontari). É certamente questa l’energia che ha realizzato grandi aiuti nei mesi scorsi e sta continuando ad operare positivamente in una realtà veramente drammatica. I volontari stanno assistendo anziani soli o famiglie numerose con bambini in alloggi minimi, stanno fornendo supporto a famiglie con allettati in casa, stanno gestendo cucine messe a disposizione da enti vari per cucinare e distribuire pasti a tanti (in aumento) sotto la soglia di povertà, stanno collaborando con centri sanitari e di assistenza, sono vicini a medici ed infermieri che si prodigano molto più di quanto richiesto dai loro mansionari.

Di questo operare abbiamo tante notizie ma la maggior parte di queste azioni non appaiono.

Molte persone in difficoltà vengono definite “trasparenti” perché i loro bisogni non vengono alla luce, ma i nostri volontari sanno scoprirle e le mettono in grado di poter essere assistite.

La generosità della nostra gente è veramente notevole e al comparire di eventi negativi, di quelli che il dire comune chiama le “grandi disgrazie” e che sul nostro territorio, proprio per le sue caratteristiche, sono molto frequenti, abbiamo sempre volontari che si offrono a lavorare per aiutare, per fare, per salvare.

Tanti enti, tante Onlus vivono appunto per l’azione dei nostri volontari che danno in modo gratuito. Perché? Quale è il motivo che spinge ad essere così positivi?

Recentemente ho seguito una intervista fatta in TV ad un sacerdote di media età, (più giovane che vecchio di cui non ricordo il nome: troppe interviste ci vengono offerte in questo periodo) che diceva di vivere la vocazione sacerdotale non per un qualcosa venuto dal suo intimo ma per dare una risposta valida alle necessità che lui vedeva nella realtà quotidiana che lo circondava: il richiamo ad agire era venuto da fuori, dall’aiuto gridato dai bisogni dei fratelli e lui aveva cercato la risposta con quella vita.

Anche per la potenza del nostro volontariato vale questa spiegazione? Considerando quanto essi fanno, il disinteresse e la generosità del loro agire, come danno risposte concrete e valide a grandi necessità, mi sembra di poter dire che è una sublime vocazione quella a cui ubbidiscono. In effetti vocazione è chiamata!

Mi viene da “togliermi il cappello ” (come si suole dire) restando ammirato dal loro fare, conquistato dal loro donare. È veramente un qualcosa di grande, molto più bello e più affascinante di molti eventi troppo enfatizzati dai nostri mass-media, come per esempio gli eventi sportivi. Il goal più bello, più spettacolare è niente rispetto alla carezza di una volontaria che consola una persona anziana.

Limitiamoci a questa carezza e non prendiamo in considerazione i tanti “gridati” e troppo proclamati nostri politici che non riescono, non sanno comprendere questa generosità, questa “vocazione “, se non a parole, e troppo spesso anzi si permettono di sfruttarla, richiamando su loro stessi i meriti dei risultati ottenuti dai nostri volontari.

E questo non vale anche se i nostri amici non badano a queste bassezze andando avanti a donare se stessi.

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