Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Noterelle

VIRTÙ E NO

EMILIO CORBETTA - 05/02/2021

spintoniIn politica la virtù più inutile è la lealtà. – In politica non si deve mai mantenere la parola. – In politica il “sì” di oggi diventa “no” domani. Su certe bocche cambia anche dopo poche ore. (Avete presente il camaleonte, quel simpatico animaletto che cambia colore a seconda dell’ambiente?) – In politica avere cultura è un difetto, ma devi fingere d’averla. – In politica la colpa è sempre degli altri. – In politica devi saper confondere sempre le carte. – In politica devi saper avere sempre l’asso nella manica. – In politica è importante saper sfruttare i tuoi supporter. – In politica devi saper far uso delle decisioni degli altri (se valide diventano tue, se invece risultano errate son degli altri). – In politica devi volere trasparenza dagli altri ma mai da te.

È un decalogo universale?

No, non può esserci l’universalità in questa disciplina; tutto è fluidissimo. Ogni politico deve avere il suo. Ognuno poi lo amplia più che può. Molti poi non lo applicano solo nella politica, ma lo portano disinvoltamente nella vita quotidiana, anche nella famiglia, nell’educazione dei figli, nella professione, nei rapporti con la gente, e così via.

Il recente emerito presidente americano non negava di avere il decalogo più furbo di tutti e si è vantato sia di aver eluso le tasse nel passato sia di aver provocato fallimenti di cui non ha pagato le conseguenze (ed in questo vantarsi è sconvolgente la sua trasparenza.)

I nostri politici su questo tema sono più levantini, più prudenti. È raro sentirli decantare la furbizia; ne cambiano il nome: diventa “strategia”, mentre invece per una testa più quadrata, più rigida, più primitiva (come quella dell’emerito) la furbizia è una virtù.

Ogni voce del decalogo abbozzato meriterebbe meditazioni molto più approfondite ma accompagnate da molta ironia perché ne va di mezzo la nostra salute: pericoloso arrabbiarsi troppo, si ingorga il sangue, s’imballa il fegato. Dicevano i nostri vecchi, che lo ricordavano dai loro vecchi, a proposito di Radetzky dopo le 5 giornate di Milano: “Quello là s’è preso una gran arrabbiatura ed è diventato tutto giallo”.

Ma è difficile restare ironici di fronte a certi fatti, vien rabbia profonda e se si potesse dare qualche “sberla” ci si sfogherebbe, ci farebbe buon sangue (giusto per riprendere il tema della salute che ora è meglio lasciar da parte, visto come è stressata la sanità in questi amari tempi). Essendo noi civili le sberle le dobbiamo creare metaforicamente.

Nelle sale parlamentari invece le sberle non si fermano alle parole; non si usano le mani (anche se qualche volta è quasi capitato e qualche pugnetto è scappato) ma si usano gli spintoni. Sui campi di calcio le immagini televisive ci hanno mostrato che certe discussioni sono terminate con le “teste” e certe testate sono entrate nella storia.

Tutto dovrebbe avere un limite ma in certi soggetti politici paranoici (ed in questo trasparenti perché il difetto è difficile da nascondere) i limiti non ci sono e vanno avanti ad inanellare sbagli su sbagli tanto che la loro storia politica appare un rosario (per deferenza chiamiamola collana) di errori, considerati però strategie dal paranoico stesso.

Quelli che li supportano non se ne accorgono? C’è da tener presente che il paranoico, anche se trasparente nel difetto, talvolta non è facile da diagnosticare, ha un suo fascino, attira spesso con i suoi atti stessi, ma attenzione: frequentemente può diventare cattivo, vendicativo e quindi è da trattare con molta prudenza. Ma allora perché lo sostengono? Essere amico di un paranoico di successo può creare dei vantaggi. Ti credi più stratega di lui e cerchi di sfruttarlo. Scegli la tattica dell’opportunismo, ma può essere rischioso.

Un esempio clamoroso di pericolosità avvenne nel secolo scorso: c’era un famosissimo baffuto tiranno che ti spediva in carcere o addirittura in campi di concentramento anche per minimi errori. Le sue guardie del corpo erano timorosissime, tanto che avevano paura ad aprire la porta della stanza dove lui dormiva se non chiamate, e così quando lui ebbe l’incidente vascolare che lo portò via, fu scoperto troppo tardi.

Di certi nostri politici, si sussurra nei corridoi che non sanno perdonare e sono come gli elefanti: memoria lunghissima ed a un certo punto arriva la vendetta che purtroppo può trascinare nelle grane anche molti, molti altri. Qualcuno non si limita alle persone ma cerca di metter nei pasticci l’intera nazione pur di manifestare la sua capacità di fare quello che lui crede “politicare”. Sono tutti così? Fortunatamente no! Diamoci da fare a cercare e sostenere gli equilibrati ed onesti. Forza!

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login