Basta andare sulla Sp1 per fare un giro attorno alla Città di Varese e aprire la portiera dell’automobile. Immediatamente si incontrano rifiuti che non vengono raccolti.
Mi sono chiesto: perché? La risposta l’ho trovata sul quotidiano locale del 07 gennaio u.s. Il giornale, in un articolo quasi denuncia, ha evidenziato il comportamento quantomeno stravagante della Provincia che 2 anni fa aveva promesso l’attivazione di un numero verde al quale i cittadini potessero rivolgersi per comunicare tutte le situazioni di degrado incontrate sulle strade provinciali. Progetto che poi, pur utile, è rimasto sulla carta.
Ritengo che prima di promettere invano la risoluzione di un problema reale, che nasce dalla maleducazione degli automobilisti incivili, con strumenti fino ad ora non utilizzati, sia giusto informarsi prima dei loro costi, dell’impresa che potrà concretarli e delle difficoltà tecniche per realizzarli.
Essendo lo stesso, come ho scritto, un progetto utile, ne ho chiesto con lettera l’attuazione.
Non è giusto che le strade provinciali siano, al di fuori dalla sede stradale, regolarmente imbrattate, come sono del resto anche le autostrade e le stesse ferrovie, e che non ci sia un ente che sia in grado di poter intervenire in proposito.
Non è possibile che il turista che viene nel nostro territorio abbia a godere di un lerciume generalizzato al di fuori delle città.
La Provincia deve provvedere a chiedere al Ministero competente i soldi necessari a portare avanti quello che deve essere considerato il primo biglietto da visita del territorio varesino. Consiglio che abbia proprio a prendersi il compito di trattare il territorio quasi come un salotto che non può essere sporcato a piacimento.
Ritengo questo un problema prioritario da risolvere.
Essendo l’associazione che rappresento un ente del Terzo Settore iscritto nel Registro Provinciale delle Associazioni di Volontariato, ho interesse a trovare una risoluzione allo stesso e ho chiesto al Presidente Provinciale, a tenore della sentenza della Corte Costituzionale numero 131-2020, di affrontare il problema in videoconferenza, iniziando dalle ripartizioni provinciali fino al Ministero competente. Ho invitato lo stesso, a non sperare in un intervento di volontari per risolvere il problema. È opportuno che egli possa chiamare, pagandoli, i giovani e i disoccupati come Roosevelt fece dopo la grande crisi del 1929.
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