Gli avversari di Gesù, accusandolo di essere addirittura un indemoniato, – loro che sono saccenti studiosi, giunti espressamente da Gerusalemme per controllarlo e contestarlo – sono evidentemente mossi da un astio e un odio così profondi da non riuscire anche solo ad ascoltare le sue parole e quindi a capire il suo discorso. L’ostinazione di chi non vuole credere è insormontabile, dura. Se qualcuno si chiude ostinatamente alla grazia, ammazza anche lo Spirito e questa è una scelta imperdonabile, perché è il peccato contro lo Spirito Santo! Invece a chi invoca e poi accoglie il suo aiuto, Lui apre le menti, scombina i piani, illumina le tenebre. Certo il male esiste ed è personificato e i discepoli devono farci i conti.
Purtroppo in questi ultimi decenni, complici i media, Satana è stato ampiamente pubblicizzato ed è diventato una specie di eroe romantico negativo oppure ci si è buttati sul sensazionalismo. La Scrittura è – come sempre – molto più sobria e meno emotiva: il male esiste perché è il rifiuto del bene e Dio non obbliga al bene, lo propone; esiste il male, il demonio, la parte oscura della realtà e si manifesta intorbidendo le acque: nessuno farebbe il male se non fosse convinto di ricavarne un beneficio! Il male si maschera sempre da bene, e in questo modo seduce; nella Scrittura si dice chiaramente che il male è male perché fa del male…
Gesù stesso si è dovuto confrontare con l’avversario. Non dobbiamo temere, quindi, se anche noi discepoli, a nostra volta, lo dobbiamo affrontare, senza fanatismi né paure da film. Paragonando il demonio ad un uomo forte, Gesù vuol farci capire che nessuno – a meno che non sia una persona forte – potrà togliere la casa ad uno così. Lui – insegna questa piccola parabola – essendo il più forte di tutti, riesce a scacciare i demoni. Infatti libera le persone che erano sotto il potere del maligno.
Luca, affrontando lo stesso tema, aggiunge che l’espulsione del demonio è un segno evidente della venuta del Regno. La missione del Messia si esprime in modo evidente nella vittoria sul male e nella liberazione del mondo dalle potenze di questo ‘nemico’. Anche l’immagine usata a mo’ di parabola – a forte impatto simbolico – in qualche misura richiama il linguaggio dell’Antico Testamento, ove l’intervento di Dio è descritto dal profeta Isaia come la vittoria di un prode valoroso (29,24-25). Visto l’esito della vita di Gesù, è vera la sua dichiarazione riportata dal Vangelo di Giovanni: “Io ho vinto il mondo!” (Giov 16), perché ha respinto tutte le sue numerose tentazioni ed ha mostrato a tutti la prova della potenza del suo amore.
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