Trecentosessantacinque giorni tricolori. Alla vigilia del 17 marzo, che dall’anno scorso è la nuova festa dell’Unità d’Italia, Verbania ha chiuso l’anno del 150° senza cerimonie formali, celebrazioni e commemorazioni. L’ultimo atto è stato il debutto di un nuovo portale internet dedicato al Risorgimento, in particolare al Risorgimento sul Lago Maggiore. Un po’ archivio, un po’ strumento di lavoro, http://risorgimento.comune.verbania.it nasce per rendere pubblica la grande mole di materiale raccolto in incontri, convegni e studi prodotti nel 2011. Pensato inizialmente per gli studenti, s’è ampliato ed è diventato uno spazio aperto, consultabile ma anche aggiornabile da tutti gli utenti.
L’architettura è essenziale e comprende cinque sezioni di facile accesso: avvenimenti, personaggi, località, monumenti, manifesti. Ciascuna rivela al suo interno un’infinità di notizie e curiosità. Tra gli avvenimenti, messi in ordine cronologico dal 1848 in poi, si va dalla Battaglia di Luino al primo colpo di cannone della Seconda guerra d’indipendenza (sparato a Fondotoce nel 1859) fino all’assalto ai forti di Laveno, la raggiunta Unità d’Italia e le numerose visite di Garibaldi sul Verbano. Ciascun evento ha la sua scheda d’approfondimento corredata da documenti originali scannerizzati ed è consultabile passando anche dalla sezione località, che offre una ancor più agevole navigazione con la mappa interattiva.
La parte più interessante è quella legata ai personaggi. Cadorna, Cairoli, D’Azeglio, Mantegazza Solera e Simonetta sono solo i cognomi più noti degli uomini e delle donne che vissero o ebbero legami con il Lago Maggiore e che contribuirono in maniera importante alle sorti del Risorgimento. Accanto a loro ci sono tante altre persone meno note, più spesso del tutto sconosciute, che per le comunità locali vale la pena ricordare o scoprire. E ci sono anche alcune chicche, come una vecchia reclame del formaggio Belpaese che, nel raccontare i luoghi dell’Italia (il Bel paese, appunto), si sofferma nella villa di Cannero Riviera che Massimo D’Azeglio progettò e fece costruire per trascorrere i suoi ultimi anni di vita.
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