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Garibalderie

IMITIAMO FRANTI

ROBERTO GERVASINI - 08/01/2021

sorrisoUna domanda senza possibilità di risposta riguarda il calo del PIL nel 2020 in rapporto al tasso di buonumore e tuttavia uomini e donne di buona ironia sono indotti a provvedere subito alla ripresa della crescita, perlomeno del buonumore. Intanto si deve ricordare che una preghiera aiuta, ha sempre aiutato; quella famosa preghiera di Tommaso Moro che recita: “Signore concedimi il senso dell’umorismo! Dammi la grazia di intendermi di scherzi, per assaporare un po’ di felicità in questa vita e poterla donare agli altri. Amen”. Il malumore, al contrario, che fa? In una lettera datata 1707 di Antony Ashley Cooper, III conte di Shaftesbury, nato a Londra e morto a Napoli nel 1713 (vedi Napoli e poi muori) indirizzata ad un giovane universitario, sostiene che il malumore induce gli uomini a pensare, convinti, che il mondo sia governato da una potenza diabolica e che ridere equivalga ad una bestemmia. Il conte conclude che solo il buonumore, la risata socievole e gioiosa è capace di sconfiggere l’intolleranza e il fanatismo e quindi a permettere di vivere meglio e, ma non lo scrive il conte, come la musica per le mucche, aumentare la produzione e quindi il PIL. Coi tempi che corrono si potrebbe, con un ulteriore DCPM, obbligare tutti gli italiani a ridere per almeno 10 minuti all’alba e nella pausa pranzo, ma sempre con la mascherina, perché tutto possa finire bene.

Non è facile ridere e tuttavia, se fosse vero che l’importante è ‘esagggerare’, in questo mondo che si alimenta di stupidità vere in un mare di notizie false e tendenziose, di bufale, di sciocchezze pericolose suggerite da ignoranza e pigrizia intellettuale, il gioco e la soluzione possibile diventa il cercar di fare di più e meglio puntando sull’assurdo e sul paradosso, perché l’assurdo ed il paradosso obbligano a pensare e a ragionare razionalmente anche i poveri di cultura e quindi di spirito. A scuola dovrebbero obbligare i giovani a leggere tutta l’Etica di Spinoza. Una follia? Poi si apprezza la leggerezza, l’ irrazionale, l’assurdo, il gioco, l’umorismo e la goliardia che fanno vivere meglio anche chi ci circonda e migliora la convivenza civile. Praticare il buonumore può diventare oggi un’attività eversiva? In un Paese col 74% di analfabeti di ritorno, tasso più alto in Europa (la Germania è al 54%), incaponirsi nell’indignazione e nella lotta (?), fomentare il malumore, foraggiare l’antipolitica, l’odio di parte, il tifo animalesco non è una strada vincente.

Occorre invertire la direzione. Necessita forse esasperare il non senso, l’umorismo, l’ ironia fino al sarcasmo velato per arrivare alle ragioni ultime di tanta amara follia diffusa. Chi sostiene che siamo vittime di un complotto globale che ci vede predestinati ad una vita sempre più noiosa, misera ed opprimente deve poi trovare un’arma per resistere. Potremmo cercar soccorso nelle tesi di un filosofo statunitense, Harry Frankfurt, che in suo libro, non sappiamo quanto di successo, dal titolo: “Stronzate. Un saggio filosofico” sostiene che uno dei tratti salienti della nostra cultura è la grande quantità di stronzate in circolazione. Si tratta di fare un passo avanti, ‘esagggerare’, migliorare, puntare sull’assurdo, sul non senso che è poi anche l’anima di tutta questa fregola ossessionante per l’indice del PIL e del suo ciclo karmico trinitario castrante: “Lavora, consuma, crepa”. Ridete, sparate stronzate. Non si sa più chi, con una risata, verrà seppellito, è difficile capire oggi. Sta di fatto che passato il tempo durante il quale si sognava di cambiare il mondo, coscienti che il mondo cambia senza di noi, abbiamo la coscienza che possiamo cambiare certamente noi stessi. E questo stimola anche l’allegria. Perché ad esempio non rivalutare i discorsi da bar, dentro i bar, appena finisce il 41 bis propinato dal Governo? Quale miglior luogo di culto dell’assurdo? In calo l’argomento principe del “balùn” si potrebbe sparare di tutto ed anche di più, mettendo alla prova le doti di umorismo, allenandole quotidianamente, per chi trova il tempo. Non è facile, è vero, l’importante è partecipare. Del resto anche l’amato Voltaire scriveva che “la più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buonumore”. Franti rise ascoltando Derossi raccontare di un funerale; coraggio quindi.

Tutti al bar! Allons enfants de la patrie! Poi arriverà l’estate ed andremo tutti al mare.

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