Questa parabola intende spingere la comunità cristiana, che trascura i peccatori ed è tentata di ripiegarsi su sé stessa, a mettersi senza esitazione alla ricerca di chi ha dimenticato il primitivo fervore e la coerenza con gli ideali del vangelo. Chiunque è in pericolo ha la precedenza assoluta ad essere soccorso. Questo racconto ci riguarda personalmente perché è la nostra storia: qualche volta siamo la pecora smarrita, altre volte siamo mandati a cercare la pecora smarrita che è il prossimo. Possiamo sperare di raggiungere la nostra salvezza soltanto se ci preoccupiamo anche della salvezza degli altri.
Cosa pensa Dio? È ovvio che sia un mistero. Chi mai ha scrutato i suoi pensieri? Gesù ci è venuto a dire chi è Dio, cosa pensa e come agisce. L’ha detto con forza e verità inaudita, perché lui e il Padre sono una cosa sola, l’ha detto con passione e coraggio, perché il Signore sa quanto per noi sia difficile aprirci alla verità.
Dio è un pastore buono che si mette a cercare la pecora che si è perduta e, invece di colpirla con bastonate, se la carica sulle spalle, aggiungendo fatica a fatica, e la porta con sé. Dio è uno che gioisce per avere ritrovato la pecora perduta: non solo non la rimprovera, ma manifesta la sua gioia con passione e verità. Il Padre, infatti, non vuole che nessuno si perda, è addolorato se una persona si smarrisce nelle oscure strade della quotidianità, se gioca male lo straordinario e temibile dono della libertà.
Alle volte proiettiamo addosso a Dio una terribile maschera che ne deturpa il volto, come se Dio, in fondo, quasi godesse della nostra rovina. Come un padre che soffre, Dio ci attende. Come amico fedele ci viene a cercare. Noi siamo la gioia di Dio! Dio vuole la salvezza, la propone, la offre, è venuto sulla terra per indicarla con forza. Perché, allora, molti che si dicono cristiani parlano sempre del Padre come di un severo giudice pronto a coglierci in fallo? Addirittura fa festa per coloro che riesce a recuperare, è contento per quelli che riesce a riportare nell’ovile.
A volte, purtroppo, abbiamo la sensazione che un’unica pecora sia rimasta nell’ovile… Molti, come soluzione, propongono di alzare lo steccato perché non scappi pure lei! Come figli di questo pastore, come pecore appassionate di tanta attenzione, siamo chiamati ad uscire per camminare e cercare i tanti che non sanno davvero chi sia Dio. E avere il coraggio di osare, di ridire il Vangelo con chiarezza, fuggendo la tentazione di porre condizioni a chi è fuggito e cercando di capirne le ragioni. Fedeli al Vangelo, determinati, come è il pastore, a non perdere nessuno. Facendo festa per ognuno che scopre la bellezza del Dio che ci vuole bene.
You must be logged in to post a comment Login