A RMFonline non è sfuggito un doveroso ricordo dell’architetto Vermi in occasione della presentazione di una importante raccolta dei suoi lavori voluta e realizzata dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Varese e patrocinata da Comune. Provincia e Regione Lombardia. Lo ha fatto Rosalba Ferrero con una dettagliatissima descrizione delle opere che l’architetto ha progettato e realizzato a Varese per privati ed enti pubblici. Da tale esame è uscita la completezza formale e sostanziale di Luigi Vermi, una riscoperta di una stella di architetto di casa nostra ma di valore sicuramente nazionale.
Credo di essere l’unico vivente ad essermi ritrovato in Consiglio Comunale, con Vermi come consigliere del MSI. Io ero consigliere del PCI e posso dare una testimonianza diretta di una presenza che ha certamente giovato alla nostra città. Per prima cosa mi sembra dover smentire, dandone un altro significato, l’impegno politico dell’architetto riassunto da qualche presentatore disinformato. Lo si descrive “…indomito esponente del MSI insieme all’avvocato Luigi Bombaglio” adombrando scontri tra fascisti e comunisti. MSI e PCI erano entrambi all’opposizione di Giunte centriste a prevalenza DC responsabili dei guai maggiori nell’urbanistica di Varese. Quindi erano dalla stessa parte sul piano amministrativo e il consiglio comunale non era campo tra scontri fascisti -comunisti al tempo della presenza sia di Luigi Vermi che di Luigi Bombaglio. Due esponenti del MSI dal passato con tanti aspetti comuni. Entrambi ex combattenti nell’esercito italiano ed entrambi fatti prigionieri di guerra in Africa settentrionale. Stesso destino seppure a migliaia di km di distanza. Vermi rinchiuso nei campi algerini, e Bombaglio addirittura nella lontana India. Saranno liberati e torneranno in Italia parecchi mesi dopo il termine del conflitto.
Con Vermi, poco loquace ebbi soltanto qualche contatto istituzionale, Della propria prigionia ho saputo di più da Bombaglio. Di frequente narrava divertito o indignato del trattamento subito da quei gentlemen inglesi che dominavano l’immenso impero indiano sfruttandone le divisioni di caste e regionali.
Luigi Vermi era un profondo conoscitore della legge urbanistica del 1942, in vigore, quella approvata in piena guerra dal Regime Fascista. La spiattellava in ogni occasione come l’unica ricca di norme innovative e precise a fronte di chi ora la aggirava con Regolamenti Edilizi fatti su misura da Giunte compiacenti.
Men che meno si può ritenere conflittuale il rapporto personale che ebbi con l’avvocato Luigi Bombaglio, uno dei pochi colleghi consiglieri coi quali mi scambiavo con l’amichevole tu. Cosa difficile per me non avendo rapporti professionali coi numerosi notai, avvocati, ingegneri, commercialisti, professori allora presentii. Una maggiore confidenza mi venne con Bombaglio anche dal fatto che per caso mi trovai in vacanza nello stesso albergo dove alloggiava la famiglia di suo fratello, industriale di valigeria. Ebbi modo di giocherellare, far disegni e ”spaciuggare colori “ con Fabio un bambino sveglio e birichino. Fabio. Che da “grande” divenne il noto avvocato Fabio Bombaglio. Si rafforzò così una reciproca stima e amicizia
Non so se mi capiterà di poter vedere la recente pubblicazione delle opere di Vermi e avere conferma della sua visione di abitare il paesaggio. Qui entrerebbe nel discorso la sua collaborazione con un altro personaggio della vita varesina, il notaio dottor Luigi Zanzi senior, presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno di Varese. Non so se appare ma negli archivi si dovrebbe trovare un elegante opuscolo molto originale sul futuro della montagna varesina. Non un territorio intoccabile. Se in altre epoche altri avveduti imprenditori hanno investito capitali sul Campo dei Fiori con alberghi, ristoranti e funicolari. perché non completarne l’opera ?
E l’opera, se ben ricordo, veniva completata cosi: costruiamo case e servizi di alto livello nel versante del Campo dei Fiori. Una soluzione che farebbe urlare di indignazione gli ambientalisti di oggi, ma vista dal duo Vermi-Zanzi si trattava della prospettiva di una Varese residenza primaria di Milano. Con ovvi richiami avveniristici. Elicotteri che approdavano ai Giardini Estensi e ripartenza per la montagna non più ridotta ad ospitare solo Gran Hotel ristorante e funicolari. Penso che ritrovare quell’opuscolo non solo servirebbe a verificare la mia capacità mnemonica ma soprattutto confermerebbe la visione che Vermi aveva per Varese. Una città sempre più collegata a Milano, tanto da rendere addirittura di secondo livello i collegamenti stradali e ferroviari.
Abitare il paesaggio aveva dei precedenti che Vermi conosceva molto bene. Lugano e le residenze che digradano da destra e da sinistra. Il monte Bre dà l’esempio. Il vicino Lago di Como con tutto l’abitato sopra Cernobbio, quasi a nobilitare quel territorio.
Abitare il paesaggio voleva dire gestire l’ambiente con cura non rozzamente. A conferma dello scarso interesse per la politica Vermi rimase in Consiglio Comunale solo un quinquennio.
Luigi Bombaglio potrei definirlo un fascista d’antan, uomo da puri ideali mai nascosti e insofferente dell’atteggiamento di certi novelli camerati rissosi, violenti ed esibizionisti. Non un nostalgico, ma un uomo privo delle pagine più brutte delle RSI, della sudditanza ai tedeschi, della guerra civile tra italiani, delle nefandezze conseguenti, Certamente Luigi Bombaglio ne sentì parlare, forse si documentò, ma non avere vissuto dal di dentro quella tragedia fu certamente il suo limite politico.
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