Tra paure e incertezze, e persino le preoccupanti avvisaglie di terremoti e del perenne maltempo, il 2021 si è profilato in positivo almeno nelle rinnovate speranze offerte dalle sagge parole di alte personalità. Che hanno contribuito, ciascuna nel proprio ruolo, a guidare o sostenere il nostro Paese. Abbiamo ascoltato tutti i discorsi di Sergio Mattarella, di Papa Francesco, di Riccardo Muti. E vogliamo ricordare anche quello di un ancor giovane, eppure ormai da anni artista di fama mondiale: il bravo Roberto Bolle, già étoile del Teatro alla Scala.
Li abbiamo ascoltati in occasione dei tradizionali appuntamenti di fine anno, in collegamento video dai luoghi importanti del loro lavoro: dal Quirinale il Presidente della repubblica, da Città del Vaticano il Santo Padre, dal Musikverein di Vienna il Maestro Muti, dagli studi della Rai il ballerino e coreografo Bolle. Tutti hanno sottolineato la gravità e le difficoltà del momento che viviamo, e tutti hanno avuto parole di incoraggiamento e speranza, di invito alla condivisione e partecipazione nel dovere e nella costruzione di un domani che verrà e chiederà altri impegni e rinnovate forze per andare avanti. Abbiamo guardato a loro in molti, a giudicare dal numero dei collegamenti in video e in rete.
Ci hanno offerto la loro mano, e, nonostante la distanza, abbiamo sentito lo strappo benefico del braccio che ti sostiene e ti viene incontro.
“Non siamo in balia degli eventi, ora dobbiamo preparare il futuro. E l’italia ha le carte in regola per riuscire in questa impresa”. Il richiamo alla speranza, ma anche alla responsabilità e alla concretezza, supportate dalla volontà di ciascuno di compiere un dovere verso gli altri e verso noi stessi- quello di vaccinarsi per vincere la pandemia- è suonato alto dal Quirinale la sera del 31 dicembre. C’erano emozione e fierezza nella voce e negli occhi luminosi di Mattarella, presidente benvoluto e perbene che sta per concludere il suo mandato. Lo ha svolto in un momento tra i più difficili della storia moderna, sicuramente il peggiore dopo il secondo conflitto mondiale, proteggendo e affiancando gli Italiani con la saggezza e competenza di chi non ha paura di affrontare i problemi. Lo ricorderemo come una delle figure che più ci sono state preziose e vicine.
L’importanza del prendersi cura degli altri è stato anche il tema centrale dell’intervento di Papa Francesco a inizio anno. Dedicare il proprio tempo, la propria attenzione a chi ne ha necessità, stare vicini al nostro prossimo, quello più povero e bisognoso, è il senso primo dell’amore, che riguarda non solo ogni cristiano, ma ogni uomo di buona volontà. E mai come quest’anno si è vista e sentita la differenza tra chi non si tira indietro se vede il suo prossimo in pericolo- come hanno fatto tanti medici e infermieri lottando contro il virus, e chi chiude gli occhi e guarda dall’altra parte. Si tratta di una cultura, quella dell’amore, che alimenta il bene e nutre insieme anima e corpo.
Il Maestro Muti, a sua volta, il primo giorno dell’anno, in occasione del concerto augurale del 2021, ci ha ricordato da Vienna l’importanza salvifica e costruttiva della cultura e della musica.
“Abbiamo voluto eseguire questo concerto perché arrivi a tutto il mondo e a tutti porti lo spirito che si respira qui”.
“Crediamo nel messaggio della musica. I musicisti hanno i fiori nelle loro armi, non pallottole che uccidono. Vogliamo portare gioia, speranza e pace, solidarietà e fratellanza! ”. “La musica” ha sottolineato Muti “nasce da un pensiero profondo”. La cosa più importante è la salute. Ma non solo quella fisica, anche quella mentale. E la cultura è importante, può e deve aiutare la società per il futuro che ci aspetta”.
Accanto a quello di Muti è volato alto anche il canto libero di Bolle. Da tempo è impegnato nella missione di portare la danza a tutti, come Pavarotti lo era nel portare la musica: l’artista modenese si definiva infatti un “seminatore di musica”. Bolle sta a sua volta utilizzando la propria esperienza e competenza per metterla a disposizione di tutti, dai giovani agli anziani. La trasmissione serale che è ormai consueto appuntamento di Capodanno,” Danza con me”, ha dimostrato una volta di più il suo totale impegno a favore non solo della danza, ma della musica e della cultura in genere. Non è casuale l’omaggio per i 700 anni dalla morte dedicato a Dante., come non lo era la presenza di Vasco Rossi in apertura.
Ma si badi bene, la cultura di Bolle non è solo musica e danza, riguarda in toto la stessa di cui parla Papa Francesco, volta alla cura dell’anima e delle persone che ci stanno vicine. Il suo balletto non è solo meravigliosa interpretazione del teatro classico, del Lago dei Cigni di Tchaikovsky o della Carmen di Bizet, ma è anche racconto a tinte forti della violenza contro le donne e la discriminazione razziale o di genere. “Un appuntamento di arte e speranza, per la rinascita ”, ha definito l’artista l’incontro con il suo pubblico.
É confortante capire che, in tempi difficili come questi, intelligenza, competenza, Bellezza e Bontà hanno camminato, pregato o danzato con noi. Anche quando, nei momenti più bui e incerti, pensavamo di essere soli, loro c’erano. E si prendevano cura di noi.
You must be logged in to post a comment Login