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Noterelle

LONTANO DA NOI

EMILIO CORBETTA - 08/01/2021

consiglioL’anno è finito con un Consiglio Comunale in “streaming”. Non è facile dare un giudizio su un incontro vissuto in questo modo, ma certo viene richiesta una particolare fatica e attenzione da parte dei partecipanti. In questa seduta è stato approvato il bilancio preventivo entro termini che permettono il regolare cammino amministrativo del Comune, quindi un importante atto burocratico-amministrativo, ma nel contempo sono state sottolineate (o presentate?) importanti attività volte a rilanciare Varese, ma con progetti che nascono fuori dall’aula consigliare.

Perché fuori da questa assemblea? In effetti i problemi della città nascono nella città, fuori dal Consiglio, e i progetti, le idee per risolverli vengono concepiti fuori, addirittura nelle campagne elettorali, e vengono poi elaborati a livello di Giunta. L’assemblea consigliare ora che compiti ha? Quali i suoi impegni per la città? I consiglieri sono coinvolti nelle Commissioni ma i lavori di queste sfuggono alla attenzione dei cittadini, come sfuggono le presentazioni di mozioni, emendamenti, ordini del giorno e quant’altro. Ai cittadini può sembrare che il gioco politico democratico non funzioni più nei luoghi un tempo canonici.

Cosa è successo negli anni alla democrazia, sia qui nel limitato orto cittadino sia più in alto, in Regione, a Roma? Quali i compiti del Consiglio Comunale ma anche di tutte le numerose assemblee del territorio, regionali, provinciali e così via? È colpa delle mutabili leggi elettorali?

Noi cittadini attualmente abbiamo la sensazione che la politica avvenga, e molto male, sugli schermi della TV, sulla bocca dei mezzi busti (quasi sempre i soliti) che li appaiono, nei contenuti delle brutte frasi che ci vengono buttate addosso, con il ripetersi delle solite immagini, nelle sedi dei partiti, e ora nelle piattaforme dei programmi dei computer.

Ma allora che significato hanno le migliaia e migliaia di parole che sono state dette nell’ultimo lungo incontro se poi tutto avviene fuori?

Le necessità della città sono molte e necessitano di risoluzioni: semplice? No, il gioco è più complicato perché le vie per risolverle possono essere diverse con inevitabili differenti impegni economici. Vien da dire che basterebbe studiare bene il tema, coinvolgendo tutte le teste a disposizione, fare i dovuti conti e via…. si va avanti. Ma appare subito il mostro della burocrazia e l’orrida divisione dell’assemblea in maggioranza e minoranza, per cui i concetti di una parte non van bene per l’altra. Risultato? Tutte le teste non sono a disposizione e c’è chi rema contro (ci sono dei veri specialisti). Impera lo scontro, non la collaborazione. La città ha bisogno di questo progetto? Si, ma lo stanno presentando quelli della maggioranza e quindi gli oppositori cercano di fermarlo. Si può arrivare a negare una necessità alla città, lasciandola anche in sofferenza. Può comparire uno stato definibile di “opposizione a prescindere”, molto frequente in tutte le assemblee.

Si, ma dietro agli eletti c’è chi ha votato. Votato non a priori ma votato perché si è dato fiducia a persone giudicate intelligenti, brave, corrette, preparate, oneste. La maggioranza e stata voluta da più voti, la minoranza da voti in numero minore, ma pur sempre tanti e se i rappresentanti della minoranza non vengono ascoltati, se il loro proporre non è accettato quei cittadini sono come cancellati. Gente che paga le tasse per avere dei diritti si ritrova penalizzata. Ci si aspettava che la propria voce venisse ascoltata ma la strategia paradossale della minoranza-maggioranza brucia appunto i diritti. Esperienze recenti ci hanno mostrato manovre politicamente suicide anche in campi delicati come la salute, l’economia, la scuola, la viabilità ed altro.

Quanto detto, anche se può sembrare banale, avviene in quella che definiamo democrazia e che troppo spesso è una specie di guerra fredda che si logora nelle assemblee ma che scandalizza gli animi quando è portata sui social, dove si dà più spazio ai difetti che politicamente pagano di più.

Ho vissuto di recente una esperienza un poco scioccante relativa alla fragilità di queste nuove tecnologie che permettono di realizzare favolosi incontri di studio, molto utili in questa attuale situazione di confinamento. Si presentava l’evento della Natività nella Storia dell’Arte ma la riunione virtuale era impedita da voci urlanti, insultanti, addirittura con bestemmie (evidente reato) per cui è dovuta intervenire la polizia postale a riportare l’ordine. Ma perché questa divagazione? Per sottolineare l’aumentata fragilità della politica dei nostri giorni che si avvale di mezzi non perfettamente controllati che permettono di presentare come vere realtà false, che quindi fanno scaturire emozioni che purtroppo restano a livello inconscio, anche se in seguito vengono diffuse smentite (non sempre).

La politica risulta in evoluzione continua, ma non sa superare il perverso meccanismo delle relazioni tra maggioranza e minoranza, nemmeno appunto con l’uso delle ultime tecnologie che hanno fatto sognare la possibilità di una democrazia diretta…ma purtroppo tutto è ancora lontano.

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