Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Divagando

PILOTA D’AUTOMOBILINA

AMBROGIO VAGHI - 24/12/2020

 

 

Un Natale così chi l’avrebbe previsto? Eppure questa pandemia avanza da mesi come una falciatrice impazzita. Evasi i controlli, miete vite umane a non finire. Eppure non possiamo sfuggire ai ricordi pure isolati dal mondo, lontani dagli affetti in casa propria o in casa di riposo come noi qui a Induno Olona nella bella residenza assistita per anziani del polivalente dell’Asfarm. Soltanto un anno fa c’era l’Ufficio di Babbo Natale che riceveva le letterine dei bambini che chiedevano giocattoli e aiuti. Era la conclusione di tanti incontri tra noi residenti e bambini e bambine di numerose classi delle scuole di primo e secondo grado di Induno. Gli scolari giungevano preparatissimi con domande concordate con le loro insegnanti. Dalle risposte usciva veramente l’ Italia delle regioni, delle plaghe, l’Italia dei cento paesi. Tante notizie inedite da poterle riunire in un volume.

I regali natalizi? Una tradizione antica. Gesù Bambino portava i doni nella notte di Natale, secondo la letterina di richieste suggerite dalla maestra. La mia, signora Carla Sinelli, mi seguì per tutto il ciclo delle elementari. Le scuole funzionavano bene e le maestre allora erano nominate e dipendenti dal Comune.

Ma non ovunque era il Gesù Bambino a sobbarcarsi nella notte di Natale tutte le consegne di mezzo mondo. Bastava rimanere in Lombardia per sapere che i bambini bergamaschi ricevevano i doni a Santa Lucia, a metà dicembre. Altrove vi erano altre tradizioni. I bimbi pugliesi erano felici festeggiando San Nicola protettore di Bari. Pare che questo Nicola fosse addirittura il progenitore di Santa Claus, cioè dello stesso Babbo Natale. Questo non sarebbe apparso in un gelido igloo vicino al polo Nord, ma nelle assolate campagne pugliesi.

Tante poi le notizie sui dolciumi. Accanto al panettone, al pandoro e ai più noti e celebrati, ogni zona aveva i suoi caratteristici dolci e dolcetti amorevolmente preparati da mamme e nonne.

Molte diversità e molte specialità anche nel pranzo natalizio, dal tacchino farcito, al cappone, ai capitoni appena pescati, ai ravioli o cappelletti e chi più ne aveva più ne metteva. Ovviamente c’era chi ne aveva di più e chi di meno. Apparivano situazioni di tanta miseria da soccorrere con la solidarietà.

E gli addobbi natalizi? In primo piano il presepe. Noi li facevamo così… e via con la narrativa dei mille modi, nel passato, di fare il proprio presepio con altrettanti infiniti materiali diversi: carta, plastichina, pasta di pane… Tutte piccole vere opere d’arte nate dalla passione religiosa nell’attesa della nascita del Salvatore.

Scoprimmo che la tradizione dell’albero non era la nostra. Per noi l’albero addobbato è diventato un simbolo assai più recentemente. Anche da lui apparivano le dimensioni dei portafogli e delle fortune delle famiglie. Da alberi grandi, illuminati, arricchiti da molte leccornie, a quelli modesti ornati solo da pochi mandarini e qualche caramella.

Tante domande su quale è stato il regalo più bello, il pranzo più apprezzato, la partecipazione alla Messa di mezzanotte o un incontro particolare. Tante risposte da muovere i ricordi.

Anche l’Ambrogino aveva scritto la letterina a Gesù bambino, chiedeva cose di poco conto come le automobiline giocattolo di cui era nota la sua preferenza.

Nel retro della trattoria dei suoi genitori a Milano un grande locale serviva da magazzino di riserva e altro ancora. L’Ambrogino lì aveva la sua scrivania e i suoi libri. Poi ci stava un divano e poco a fianco un bellissimo pianoforte di marchio tedesco. Lungo, a coda, strumento da gran concerto. L’aveva recuperato il suo papà a ristoro dei crediti che vantava verso il proprietario del vicino cinema “900”. Era il pianoforte che veniva suonato in accompagnamento dal vivo dei film ancora muti. Un monumento abbandonato (in attesa che l’Ambrogino imparasse musica e diventasse un grande artista? Chissà). Al momento era di aiuto. Sotto si tenevano casse e cartoni di vini pregiati e di liquori e sopra venivano posati cartoni e merci meno pesanti. Povero pianoforte, così maltrattato.

Un giorno vicino al Natale l’Ambrogino vide posato un grosso pacco. Con la curiosità propria dei bambini col ditino fece un buco nell’involucro e si accorse che dentro c’era proprio un’automobilina, ma vera, a pedali. Tacque. Al mattino di Natale il pacco fu aperto e apparve il dono, ben altro che un giocattolino di latta.

‘Ecco cosa ti ha portato il Bambin Gesù’ gli dissero. ‘Ma va là – rispose sicuro l’Ambrogino- il pacco era sul pianoforte anche nei giorni scorsi, l’ho visto io’. Si era rotto un antico incanto, era apparsa un po’ di delusione, ma il piccolo fu tanto felice per quel ricco dono inaspettato.

Festa grande con quella lussuosa automobile rossa di legno compensato. Sul radiatore portava un bel 521 che al momento era il più celebrato modello della FIAT. Il novello pilota ebbe anche l’onore di essere fotografato in Via Padova sulla strada per Crescenzago completamente deserta. Che tempi, ragazzi. E pensare che quella non era una stradina di periferia, ma la strada di Milano per Bergamo.

Siamo al Natale più triste della nostra vita… Oggi ci è rimasta soltanto la speranza di avere al più presto questo benedetto vaccino che vinca la lotta contro il maledetto Covid-19. Chiusa la casa di Babbo Natale, dove il generoso vecchio riceveva le visite e le letterine dei bambini anche per il concorso della “letterina d’oro”. Nessuna folla ad accogliere alla stazione ferroviaria il Babbo Natale per accompagnarlo in corteo, come nel passato, fino alla casa polifunzionale dell’Asfarm. Nessun discorso, dolcetto o saluto. Ma non è una resa. Col direttore Cesare in testa, uso come al solito a tirarsi su le maniche in prima persona, è stato allestito un magnifico presepe semovente con Babbo Natale con la sua fedele renna. C’è anche il bussolotto pronto a ricevere le letterine. Saranno solo le nostre.

Non potrà venire nessuno, lo sappiamo. La tecnologia ci unirà per un saluto ai nostri cari a casa. Belle le nostre letterine, trasmettono messaggi di speranza, non di rassegnazione. C’è che prega e chi impreca.

Babbo Natale, aiuta anche tu a trovare al più presto il vaccino che sconfigga la brutta bestia. Ma non finire qui, devi farci il regalo più bello: aiutaci a cambiare il Mondo. Ne occorre uno più solidale, con la terra salvata per i vivi, il sole e l’acqua che diano cibo e benessere a tutti. Un Mondo dove forza e violenza siano bandite per sempre e la Pace tra le genti regni finalmente sovrana.

Ambrogio Vaghi, l’Ambrogino dell’automobilina

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login