In ritardo, causa Covid 19, ma sono finalmente disponibili gli Atti del convegno di studio “Chiesa e società – il lascito culturale e spirituale del card. Attilio Nicora” svoltosi a Varese nell’ autunno del 2019. Si aggiungono a quelli di un precedente incontro pubblico – maggio 2018 al Salone Estense di Varese – avvenuto a un anno dalla sua morte. Promosso dal gruppo Amici del cardinal Nicora in quell’incontro venne sviluppata un’ampia riflessione sul suo essere stato, al tempo stesso e ai più alti livelli, “pastore e diplomatico”. Due tratti fondanti del suo agire al servizio della Chiesa. Giova infatti ricordare in proposito che Nicora ha svolto un ruolo decisivo nella ridefinizione dei rapporti tra lo Stato italiano e Il Vaticano con la revisione delle leggi concordatarie (1984) e l’introduzione dell’8 per mille di cui è considerato l’inventore.
Non meno importante fu però il suo apporto anche sul versante dei rapporti tra Chiesa e società alla costruzione dei quali si è dedicato con acutezza di analisi e generosità di impegno e di proposte fin dagl’anni del Seminario a Venegono Superiore. Sia per l’attenzione dedicata ai cattolici impegnati in politica sia per l’impegno speso nelle strutture della Caritas ambrosiana prima, poi in quelle della Caritas italiana.
Alla luce di quanto accaduto in questo anno di pandemia sanitaria e di brucianti difficolta economiche per fasce sempre più ampie di popolazione, vale la pena richiamare l’attenzione sull’assoluta attualità del pensiero di “Don Attilio” proprio sul tema della povertà che continua ad affliggere la famiglia umana. Scriveva nel 2004: “La povertà ha due significati, anche a partire dai testi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Il primo significato è che la povertà è uno scandalo e quindi la povertà è frutto di disuguaglianza, di scelte sbagliate degli uomini… già nell’Antico Testamento, a partire dal profeta Amos, troviamo le invettive dei profeti nei confronti delle ingiustizie, dei soprusi, dell’oppressione…. Nelle Scrittura della povertà quindi non c’è nessuna difesa, nessuna idealizzazione, nessuna poesia, anzi la povertà è proprio frutto del peccato che c’è nel cuore dell’uomo e delle diseguaglianze che questo crea e dello scandalo che questo produce.
Dall’altra parte però la povertà, proprio forse perché frutto del peccato, è anche il luogo e la condizione che attrae le attenzioni preferenziali di Dio… ma c’è un passo in più perché Gesù …. si è lui stesso fatto uomo e si fatto povero. Non si è fatto uomo in un modo qualunque ma al modo di chi è nato in un paese piccolissimo, sconosciuto, della periferia, a Nazareth, da una donna sconosciuta al mondo, accolto in casa da un falegname che gli insegna il lavoro da artigiano dove lui vive fino all’età di trent’anni”.
Queste parole del cardinale varesino – era nato alla Motta nel 1937, liceo al Cairoli, laurea in legge alla Cattolica – aprono nel volumetto “Chiesa e Società” la relazione di don Marco Casale, responsabile della Caritas decanale, che ha il merito di disegnare con puntigliosa precisione una mappa articolata e completa della solidarietà cattolica a Varese. Ne esce un quadro di umanità e di efficienza in costante crescita che forse gli stessi varesini non conoscono abbastanza. Come del resto non si conoscono a sufficienza le origini e la storia sia della Caritas nazionale (nata nel 1971) sia di quella ambrosiana (1974). Di entrambe “Don Attilio” fu apprezzatissimo presidente. Lo racconta con un saggio molto documentato “Attilio Nicora e la Caritas diocesana”, mons. Angelo Bazzari, presidente emerito della Fondazione don Carlo Gnocchi.
Nel complesso gli interventi di Angelo Mattioni e Luigi Franco Pizzolato (professori emeriti della Cattolica), di mons. Giuseppe Merisi (vescovo emerito di Lodi) e della parlamentare europea Patrizia Toia contribuiscono a gettare nuova luce sull’ originalità del contributo fornito da Nicora sia alla Chiesa cattolica sia alla società civile italiana. Alcune copie di “Chiesa e Società” sono disponibili presso la segreteria della Basilica di San Vittore in piazza Canonica a Varese.
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