Il quadro di Jean-Francois Millet ci introduce nella intimità di una famiglia in una sera d’inverno: un uomo ed una donna intenti nelle loro rispettive occupazioni, uno ad intrecciare un canestro e l’altra a ricamare un panno bianco; la luce di una lampada illumina la scena ed in particolare una culla, dove giace un bambino, del quale si Intravede il volto, reso sereno dalla presenza dei genitori.
Presenza. È questa la parola chiave del Natale, come ci ricorda don Giussani: “Egli è presente qui e ora: qui e ora! Emmanuel. Tutto deriva di qui; tutto deriva di qui, perché tutto cambia. La Sua presenza implica una carne, implica una materia, la nostra carne”.
Emmanuel, Dio è con noi.
“La presenza di Cristo, nella normalità del vivere, implica sempre di più il battito del cuore: la commozione della Sua presenza diventa commozione nella vita quotidiana”.
Commozione nella vita quotidiana, non più superficialità, delusione, rabbia o necessità di distrazione, bensì commozione, perché nulla è scontato, ma tutto è donato. “Non c’è niente di inutile, non c’è niente di estraneo”. Tra l’uomo e la donna regna un religioso silenzio. Non c’è bisogno di parole, parlano i gesti sapienti, le loro mani intente ed il volto luminoso di quel bambino; “nasce un’affezione a tutto, tutto, con le sue conseguenze magnifiche di rispetto della cosa che fai, di precisione nella cosa che fai, di lealtà con la tua opera concreta, di tenacia nel perseguire il suo fine; diventi più instancabile”.
La presenza di Cristo è una luce che illumina la vita quotidiana e tutti i particolari di cui la vita è fatta; non toglie il dolore e la fatica, ma a tutto dà un senso. Inizio di un mondo nuovo.
“Realmente, è come se si profilasse un altro mondo, un altro mondo in questo mondo”.
Cliccando su questo link si può vedere il video realizzato da Comunione e liberazione sul Natale:
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