A Luglio 2019, avevo scritto della vicenda di un cittadino di Caldè impaurito dalla crescita del rumore in aumento provocato dai treni soprattutto merci nella linea ferroviaria sul Lago Maggiore che da Maccagno porta a Sesto Calende passando da Luino e Castelveccana. Egli aveva ricorso al Tribunale Amministrativo contro la società RFI, chiamata in causa dallo stesso insieme al Ministero dell’Ambiente per chiedere l’applicazione della legge vigente in materia di contenimento del rumore provocato dai treni merci più lunghi e più pesanti di quelli per il trasporto di persone oltre che più frequenti. La società RFI avrebbe dovuto provvedere (cosa che non aveva fatto) alla posa di ripari fonici. Non esistevano impedimenti locali per portare avanti queste opere per il rumore, considerato anche che erano passati oltre quindici anni da quando si è deciso che queste barriere avrebbero dovuto essere collocate. Questa iniziativa esclusivamente privata è stata seguita in giudizio con un intervento “ad adiuvandum” anche dal Comune. Per la prima volta mi imbatto in un comune che ha sostenuto la causa di un cittadino infastidito dal rumore creato dai treni e che si era attivato unicamente, come scritto, per conto proprio.
Il ricorso effettuato aveva avuto un esito positivo. La società RFI, chiamata in causa insieme al ministero dell’Ambiente, è stata obbligata ad apportare opere ed interventi mitigatori. Sentenza respinta da Rfi che ha presentato appello alla sentenza del TAR. L’udienza per discutere di ciò davanti al Consiglio di Stato ha avuto ritardi per venir fissata. Finalmente riunitosi questo consesso il medesimo ha dato nei giorni scorsi il proprio responso avvallando la sentenza del Tribunale amministrativo regionale. In particolare è stato precisato che queste necessarie protezioni dovevano essere posta in essere in tempi ragionevoli cosa che non era fatta.
Così terminatosi la vicenda giudiziaria occorre ora affrontare il tema del da farsi senza ulteriori perdite di tempo. Giustamente il Sindaco di Castelveccana ha fatto presente la necessità che tutti i Sindaci dei comuni interessati, che vivono lo stesso problema, sappiano condividere l’importante sentenza e sblocchino una situazione che va avanti da tempo e per risolvere un’impasse che forse si è creato tra Rfi e ministero dell’Ambiente. Il sindaco ha tenuto precisare di aver già parlato con il suo consigliere che ha una delega informale su questo tema per mettersi in contatto con amministratori dei comuni vicini, in modo da valutare un’azione comune. La decisione del Comune di Castelveccana che ha avuto lungimiranza nell’associarsi a questo privato cittadino è qualcosa di importante».
Anche per il sindaco di Luino, Enrico Bianchi, si tratta di un grande risultato pure se attende di capire quali saranno poi i tempi per la posa di queste barriere fono-assorbenti. A Colmegna si vivono i maggiori disagi e non solo per il rumore ma anche per le vibrazioni dovute al passaggio dei merci accanto alle case. L’ex sindaco Andrea Pellicini, che spesso ha fatto “barricate” su questi temi, parla di una buona notizia. Si sono finalmente rispettati i diritti delle comunità locali per le quali in questi anni i sindaci del territorio si sono battuti. Ho voluto scrivere al sindaco di Castelveccana per complimentarmi con lui per il risultato conseguito e perché in fretta si faccia una riunione intercomunale. Su questo giornale avevo sollecitato una simile azione ma invano. Si sono così persi 18 mesi. La convenzione di Aarhus, tuttora in vigore imporrebbe di sentire sempre la popolazione residente in un territorio che è interessato dalla realizzazione di una nuova ferrovia. Ciò non è stato fatto. Non si perda, però, l’abitudine di realizzare quanto è detto in questa Bibbia. La stessa troppe volte viene non applicata. Se una società privata fa fatica ad applicare questa Convenzione, i sindaci devono prevedere sempre la sua applicazione, dato che i cittadini hanno una strumento in più per difendere le proprie ragioni.
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