Sono già passati cinque anni, da quando è stato inaugurato il Battistero della Comunità Pastorale Sant’Eusebio, nella chiesa di Casciago dedicata a Sant’Agostino e a Santa Monica. Tutto era nato da una intuizione (e insieme da un profondo percorso di fede) di don Norberto Brigatti, allora vulcanico parroco della Comunità pastorale che raggruppa Casciago, Luvinate, Morosolo e Barasso. (Oggi don Brigatti è prevosto a Segrate).
L’intuizione di don Brigatti prendeva vita dalla necessità di sottolineare il percorso della salvezza attraverso l’arte, anzi la “grande arte”, proprio in un’epoca in cui l’arte sacra sembra diventata superflua, non importante, stretta dai bilanci economici e lontana dal suo storico rapporto con la fede. Ma don Norberto era uomo che non si fermava e riusciva a far comprendere il suo progetto anche ai collaboratori più scettici, nel consiglio pastorale o tra i parrocchiani. Era uomo non banale, con grande attenzione alle cose minime della sua gente e insieme di grandi voli. Per questo progetto del battistero era andato a cercare l’artista che meglio sapeva rappresentare questo collegamento fondamentale tra arte e messaggio cristiano: Marko Ivan Rupnik.
Rupnik, gesuita sloveno, è prima ancora che un grande artista, un teologo. E, insieme all’Atelier d’Arte spirituale del Centro Aletti di Roma (di cui è direttore) ha realizzato opere oggi ritenute fondamentali nel percorso dell’arte sacra nella modernità. Suoi mosaici sono nella Cappella “Redemptoris Mater” in Vaticano, nelle basiliche di Fatima, di San Giovanni Rotondo, nel santuario di Lourdes. E poi a Santa Maria Reale dell’Almudena a Madrid, nella chiesa ortodossa della Trasfigurazione a Cluj, nel santuario di San Giovanni Paolo II a Cracovia, nel santuario di Giovanni Paolo II a Washington. E ora anche a Casciago, come dicevamo. Autore di fama mondiale, è considerato l’artista di punta, un vero riferimento, nel suo considerare l’arte come un inno alla bellezza e insieme un’offerta di incontro, un percorso teologico, insomma un servizio.
Tutto questo è stato colto in modo profondo e acuto, da Anna Maria Ferrari, in un suo articolo del 2015 (anno dell’inaugurazione del mosaico) proprio su RMF on line (“Messaggio di bellezza”, 3 aprile 2015). Anna Maria Ferrari aveva sottolineato proprio questo aspetto: “Il nuovo battistero sicuramente sorprende per lo smagliante fulgore dei mosaici che rivestono l’abside e il catino absidale e per il ritorno ad un’idea di bellezza e splendore che si riallaccia alla tradizione dei mosaici paleocristiani e medievali. Certamente si tratta di un’opera la cui qualità stride con la gran parte degli edifici di culto realizzati negli ultimi cinquant’anni “. E, più avanti sottolinea come la bellezza è stata bandita per anni da molte nuove chiese: “Si tratta di edifici – prosegue Anna Maria Ferrari, riprendendo convinzioni dello stesso Rupnik – che non rimandano alla casa di Dio ma possono essere facilmente scambiati con uno show room, per una sala da concerti o addirittura per il capannone di una fabbrica”. Qui, a Casciago, Rupnik (con i suoi collaboratori: 18 artisti e architetti di diverse nazionalità, dal Brasile alla Cina) ha saputo invece “affascinare con la bellezza” e sottolineare il rapporto tra la bellezza e il messaggio cristiano.
Certo, all’inizio l’idea di don Norberto Brigatti aveva sollevato perplessità tra i suoi parrocchiani. Erano serpeggiati dubbi soprattutto sulla opportunità di una spesa non indifferente in un momento economico non florido. Ma per don Norberto i dubbi sono sfide e preghiere. Senza toccare un euro del normale andamento economico della Comunità Pastorale, cioè senza incidere sulle normali attività di gestione e di supporto economico ai bisogni di chi è in situazioni di difficoltà, in pratica solo con offerte extra, con donazioni spontanee, con prestiti di privati parrocchiani a interesse zero, con l’intervento di quella che oggi si fa fatica a nominare nella nostra cultura, cioè la Provvidenza, il progetto è andato in porto.
Sulla lettura più teologica del mosaico, si può fare riferimento ad un articolo di Edoardo Zin, sempre su RMF on line (“Arte e spiritualità” 3 aprile 2015) che spiega con grande profondità e chiarezza ogni dettaglio, ogni significato dell’affresco, ogni particolare, ogni simbolo: un articolo fondamentale per capire e di penetrare, diremmo con l’ affetto di ragione e fede, all’interno dell’opera di Rupnik per lasciarsi catturare e viverla.
E non a caso, don Norberto Brigatti aveva voluto che l’angolo delle confessioni fosse proprio lì, quasi per diventare parte vivente dell’opera, abbracciati dal mosaico del Battistero come per indicare una seconda nascita, come per sentirsi quell’Adamo appena lì sopra sulla parete, con il volto somigliante a quello di Cristo, che lo prende per il braccio, che lo aspetta e lo raccoglie.
Il mosaico era apprezzato, anzi direi amato, da Philippe Daverio, che aveva casa non lontano e che si era trattenuto in lunghe chiacchierate con don Norberto Brigatti. E non era raro trovarlo lì, silenzioso, in osservazione.
Sottolineava Federica Lucchini su “LaPrealpina”: “Sono in continuo aumento i gruppi di fedeli da tutta la Lombardia che richiedono di visitare la chiesa parrocchiale di Casciago per immergersi nello stupore. Lo stupore generato da un’opera mozzafiato che ricorda la bellezza dei mosaici delle grandi cattedrali, offrendo un percorso spirituale molto profondo”.
Ma, ci chiediamo, quante persone di Varese o di altre parti vicine della Lombardia non hanno ancora visto questo capolavoro? Sicuramente tanti. Eppure è qui alle porte, dietro l’angolo.
Provate: in un pomeriggio d’inverno, entrare nella penombra della chiesa, sedersi in silenzio di fronte a questo mosaico fasciato di luce, lasciarsi letteralmente invadere da quest’opera, da ogni dettaglio, da ogni particolare, utilizzando i sussidi disponibili sulle mensola vicina o anche solo facendo incontrare il vostro silenzio senza pensieri con questa esplosione di colori. Secondo i casi, trasformare tutto questo in preghiera o anche solo in immersione nella bellezza, vedrete, sarà un’esperienza di cui sarete felici. Anzi, sarà un regalo.
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