Egregio Direttore,
ho letto con curiosità ed interesse, anche se un po’ in ritardo, il contributo di Federico Visconti, rettore della LIUC, nella edizione di RMFonline n. 40 del 21/11 scorso. Con interesse, ho detto, perchè da tempo, come molti altri, mi chiedo come cambierà il sistema economico una volta superata (speriamo presto) l’attuale pandemia. Mi aspettavo infatti di trovarvi ricchi spunti di riflessione, pur nella limitatezza dello spazio messo a disposizione.
Non sono riuscito invece a individuare, nelle pur corrette e valide considerazioni sul ruolo del manager e sulla sua capacità di promuovere un cambiamento, un salto di livello quale la tragicità di quanto stiamo vivendo in ambito sanitario, economico, sociale ed esistenziale dovrebbe , a mio avviso richiedere.
Certi temi come il confronto tra bene dell’azienda/istituzione ed il bene comune, tra il lecito interesse del capitale ed i diritti delle persone, tra lo sviluppo e la necessità di preservare un pianeta che sta soccombendo e si ribella, tra la limitatezza delle risorse e la necessità di garantire a tutti il diritto alla salute, tra la ricchezza di alcune nazioni e la povertà di altre, certi temi, dicevo, ed altri ancora non mi sembrano affrontati e quasi tutto sembra ridursi alla impellenza di disporre di un management competente e capace di “vision”, sempre però nell’ottica di un efficientamento del sistema economico/istituzionale.
Forse le mie modeste considerazioni esulano dal tema posto dal titolo del contributo, ma, a mio avviso, le corrette riflessioni ivi contenute andrebbero precedute da un cambio di paradigma.
Per la stima che sempre ho avuto per la LIUC, mi auguro che una istituzione così qualificata tra quelle deputate alla formazione dei futuri manager possa sviluppare un approccio per il dopo-pandemia che si inquadri in una cornice di più ampio respiro.
Carlo Nicora
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Federico Visconti
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