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Lettere

COVID ED ECONOMIA

- 02/12/2020

Egregio Direttore,

ho letto con curiosità ed interesse, anche se un po’ in ritardo, il contributo di Federico Visconti, rettore della LIUC, nella edizione di RMFonline n. 40 del 21/11 scorso. Con interesse, ho detto, perchè da tempo, come  molti altri, mi chiedo come cambierà il sistema economico una volta superata (speriamo presto) l’attuale pandemia. Mi aspettavo infatti di trovarvi ricchi spunti di riflessione, pur nella limitatezza dello spazio messo a disposizione.

Non sono riuscito invece a individuare, nelle pur corrette e valide considerazioni sul ruolo del manager e sulla sua capacità di promuovere un cambiamento, un salto di livello quale la tragicità di quanto stiamo vivendo in ambito sanitario,  economico, sociale ed esistenziale dovrebbe , a mio avviso richiedere.

Certi temi come il confronto tra bene dell’azienda/istituzione ed il bene comune, tra il lecito interesse del capitale ed i diritti delle persone, tra  lo sviluppo e la necessità di preservare un pianeta che sta soccombendo e si ribella, tra la limitatezza delle risorse e la necessità di garantire  a tutti il diritto alla salute, tra la ricchezza di alcune nazioni e la povertà di altre, certi temi, dicevo, ed altri ancora non mi sembrano affrontati e quasi tutto sembra ridursi alla impellenza di disporre di un management competente e capace di “vision”, sempre però nell’ottica di un efficientamento del sistema economico/istituzionale.

Forse le mie modeste considerazioni esulano dal tema posto dal titolo del contributo, ma, a mio avviso, le corrette riflessioni ivi contenute andrebbero precedute da un cambio di paradigma.

Per la stima che sempre ho avuto per la LIUC, mi auguro che una istituzione così qualificata tra quelle deputate alla formazione dei futuri manager possa sviluppare un approccio per il dopo-pandemia che si inquadri in una cornice di più ampio respiro.

Carlo Nicora

  • Io mi riconosco nella scuola aziendalista di Masini e Coda, attenti al ruolo sociale dell’impresa e alla circolarità dei suoi obiettivi: economico-finanziari, competitivi e sociali
  • nella mia impostazione, un bravo manager sintetizza questa pluralità di obiettivi e li persegue il più possibile in modo simultaneo
  • la mediocrità sta all’opposto, privilegiandone uno a scapito degli altri o, ancor peggio, la propria poltrona
  • ciò detto, condivido che ci sia un enorme spazio per un ripensamento all’origine del modello economico e del ruolo dell’impresa. Non ho seguito in dettaglio, ma la provocazione del Papa sulla economia di Francesco credo vada in questa direzione. In LIUC ci sono colleghi vicini (e più competenti di me) ai temi dell’economia civile (professoressa Minelli) e della responsabilità sociale dell’impresa/impresa circolare (Professor Folador).

Federico Visconti

 

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