Un doroteo come presidente degli Usa è una buona notizia e ci tranquillizza. È il secondo presidente cattolico dopo J. F. Kennedy; la sua fisionomia è simil Taviani piuttosto che Mariano Rumor. Andiamo quindi in pace.
La svolta, si dice, l’avrebbe fatta Bernie Sanders, ma in realtà la svolta c’è stata e l’ha fatta l’elettorato di Destra e di Sinistra insieme, votando un bel mazzo di referendum in modo inaspettato e progressista anche in Stati dove Trump ha vinto. Le materie dei referendum erano disparate e significative ed il voto è avvenuto in contemporanea con quello per il rinnovo delle Camere e del Presidente.
In Florida dove Trump ha vinto, un referendum ha approvato l’innalzamento del salario minimo fino a 15 dollari l’ora. In Indiana è passato un referendum che prevede importanti stanziamenti per la scuola pubblica, statale, così come in Arizona. Nel Maine è passato un referendum che prevede un calmiere per gli affitti ed anche norme che tutelano l’ambiente che vedrebbero felice Bernie Sanders.
Gli statunitensi son diventati tutti socialisti a loro insaputa?
È il Colorado lo Stato che attira i nostri interessi da qualche anno: con la California e Washington è stato il primo a legalizzare il consumo di cannabis, terapeutica e ricreativa, circa 8 anni fa. Questa volta sono state istituite nuove tasse per le proprietà immobiliari che finanzieranno un fondo per gli sfrattati. È stato bocciato un tentativo di restrizione dei casi per poter ricorrere all’aborto e, udite udite, approvata l’istituzione dell’aspettativa per il periodo di maternità, non sappiamo ancora come retribuita, ma ce lo diranno ampiamente i giornalisti professionisti italiani (si conceda un po’ di sarcasmo sul livello dell’informazione in Italia, modello Africa centrale). In Oregon è passato il referendum che prevede una nuova tassazione sui patrimoni immobiliari per finanziare asili nido statali; gli americani son tutti neokeynesiani a loro insaputa? Tuttavia la bomba dei referendum è da cercare nel risultato in 4 Stati non certo fortezze dei democratici: Arizona, New Jersey, Montana e Sud Dakota dove è stata legalizzata la Marijuana, ohibo’, ma non lo sa nessuno. I quattro Stati vanno ad aggiungersi agli altri 30 dove la cannabis è stata legalizzata a partire dal 2012.
Dei 34 Stati che l’hanno legalizzata, 15 prevedono anche l’uso “ricreativo” e tra questi per primo il Colorado con risultati sul piano economico e politico decisivi per confermare la legalizzazione. A fronte di un poco significativo aumento di consumatori di canapa, nel solo ambito del settore agricolo ed amministrativo c’è stato un incremento di addetti superiore a 35000unità, un aumento del PIL intorno al 3%. Il Colorado, con capitale Denver, ha 5,8 milioni di abitanti. Lo Stato incassa qualche milione di tasse, sottratto al mercato illegale. Andrew Cuomo, non certo un pericoloso libertario, democratico e cattolico pure lui, nelle scorse settimane in New Jersey ha dichiarato che allo Stato serviranno sempre più soldi e che la legalizzazione della cannabis potrebbe essere un buon mezzo per averli. Si deduce che più delle ragioni ideologiche e politiche contino quelle logiche ed economiche, unite al fatto che si sottrae alle mafie il mercato illegale almeno per ciò che riguarda le droghe leggere. Manca negli USA una legge federale in materia ma se 34 Stati su 50 hanno deliberato in materia per la legalizzazione della cannabis, anche le Camere dovranno darsi la sveglia. In 30 anni la patria del Proibizionismo è diventata la patria della Legalizzazione. La guerra è finita. È finita davvero, 71 a 29; infatti 230 milioni di statunitensi godono della legalizzazione della cannabis, il 71% della popolazione.
In Italia? Si va in senso opposto. L’art. 73 del T.U. sugli stupefacenti è stato modificato da questi due ultimi Governi. Passare uno spinello all’amico è considerato spaccio e la pena è il carcere. Una normativa che colpisce i deboli e favorisce naturalmente le mafie. È certificato che il 35% dei detenuti in Italia è recluso per reati legati agli stupefacenti, contro una media europea inferiore al 20%. I grandi delinquenti stanno infatti ai domiciliari in villa con piscina. Lo Stato italiano gestisce e legalizza il consumo di alcool, di tabacco e tutto il gioco d’azzardo scientificamente ben più pericolosi della cannabis che, ridicolo, non si trova nelle farmacie anche quando prescritta dai medici, sì la cannabis, quella terapeutica. Quanti ne ammazza l’alcool, quanti il tabacco? Quanti ne rovina il gioco?
Siamo ancora fermi alla legge Jervolino Vassalli, Legge 9 0ttobre 1990 n. 309, siamo fermi da 30 anni, e quando si è tentato di mutare qualcosa è stato in peggio, anche usando i citofoni. Siamo sempre in ritardo di decenni, arriveremo sempre per ultimi, siamo gli ultimi in troppe classifiche, ma intanto la guerra negli USA è finita col 71 a 29 raggiunto il 4 novembre di questo 2020, dato che era incredibile solo 8 anni fa.
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