Dopo trentadue edizioni senza particolari inciampi anche il Premio Chiara si è provvisoriamente arreso al Covid. Sono infatti stati giocoforza cancellati e rinviati a tempi migliori tutti gli appuntamenti di novembre che prevedevano fra gli altri: il premio fotografico Riccardo Prina in calendario sabato 7 novembre alla Triennale di Milano e premiazione il 15 a Varese, giunto alla decima edizione; l’attesissimo abbraccio con i campioni della Grande Ignis, un revival della stagione più vincente del basket varesino (14 novembre); l’intervista con il regista Marco Risi sui suoi rapporti con il padre Dino, l’autore del “Sorpasso”, uno dei film più belli e iconici della storia del cinema italiano (21 novembre). Nonostante la mutilazione finale gli incontri, culminati con l’assegnazione (18 ottobre scorso) del primo premio alla scrittrice siciliana Maria Attanasio – Lo splendore del niente e altre storie (Sellerio) – hanno avuto un confortante successo di pubblico in presenza nel rispetto di tutte le misure di sicurezza. Dunque un ulteriore conferma di come il Premio Chiara –Festival del Racconto abbia consolidato nel tempo uno spazio peculiare nel panorama letterario nazionale.
Istituito nel 1989 da un gruppo di amici che intendevano fare memoria dello scrittore luinese, il Premio ha fin dall’inizio puntato su raccolte di racconti editi in Italia e nelle Svizzera italiana dove Piero Chiara coltivò profondi legami umani e culturali. Se è vero che i numeri non raccontano sempre tutto è altrettanto vero che difficilmente mentono. Non sfuggono alla regola quelli del Premio Chiara che in 32 ininterrotte edizioni ha portato in finale 97 autori noti e meno noti, esito finale di un accurato e attento lavoro di scrematura dei concorrenti. Dal 1997 la gestione è nelle mani dell’associazione Amici di Piero Chiara: presidente Romano Oldrini e direzione dell’inesauribile Bambi Lazzati la quale sottolinea come “negli anni gli operatori del mondo dell’editoria libraria ci hanno sempre aiutato, collaborando nella realizzazione di iniziative di alto livello”. Lanciati 23 anni fa Il Premio alla Carriera e il Premio Giovani sono diventati due pilastri imprescindibili del Chiara. Il primo, assegnato 23 volte, ha chiamato a Varese alcuni dei migliori scrittori italiani in circolazione e non solo: da Giuseppe Pontiggia (1997) a Dacia Maraini (2018) con la brillantissima eccezione (2014) dell’immaginifico cileno Luis Sepulveda scomparso di recente; il secondo rappresenta invece una grande occasione, per ragazzi tra i 15 e i 25 anni, di cimentarsi con la scrittura in un racconto breve su una traccia predefinita. Undici anni dopo (2008) la rassegna letteraria si arricchisce del Premio Segnalati che viene attribuito a un volume in concorso nel premio principale senza tuttavia esser riuscito ad approdare in finale. Requisito essenziale che abbia comunque ben narrato il territorio e la popolazione insubrica. Una sezione questa, puntualizza Bambi Lazzati, che rafforza i legami con il Canton Ticino valorizzando la sua identità culturale italiana.
Nelle sue diverse articolazioni Il Festival del Racconto privilegia sempre più la trasversalità culturale declinata attraverso le parole della scrittura, del linguaggio cinematografico, della fotografia e della musica. Quest’ultima sezione, istituita dieci anni fa, ha visto sfilare alle Ville Ponti il meglio dei cantautori della tradizione italiana allargando ulteriormente gli orizzonti di una manifestazione che è diventata stabile patrimonio culturale della città di Varese e punto di riferimento per il territorio circostante.
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