Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

L'antennato

MANDRAKATE

STER - 06/11/2020

mandrakeÈ un leviatano la televisione, si sa… o meglio un “blob”, la mostruosa creatura che dai b-movie anni ’50, grazie al genio di Enrico Ghezzi e Marco Giusti, è da trent’anni in qua la perfetta metafora di quella gelatina nera che tutto inghiotte, scarnifica, ingloba e mai espelle: dolore, divertimento, gaffe, errori, lacrime, battute, frasi epiche, scene maestose e miserie quotidiane, grandi celebrità e sconosciuti.

La tv è un mischione indistinto, spesso gustoso come i minestroni della nonna, quelli con dentro di tutto e di cui di nulla si distingue il sapore… ma se la tv è un mostro, forse in questi mesi ne ha trovato uno più grosso di lei: il covid.

Tre programmi sono simbolo di questa situazione dove il leone si è trovato improvvisamente a essere gazzella: cominciamo con il caso più eclatante.

“Tale&Quale show”, la prima serata del venerdì di Raiuno che è giunta in dirittura d’arrivo della sua decima edizione, dopo aver ripetutamente preso a mazzate la concorrenza in fatto di ascolti, si è ritrovata improvvisamente orfana di conduttore. Già, Carlo Conti, risultato positivo al virus, ha dovuto dare forfait a poche ore dalla diretta della puntata del 31 ottobre. Ma nessun cambio al timone del programma per far fronte all’emergenza: nonostante infatti nel cast fisso ci siano almeno tre star che potrebbero benissimo reggere la prova (Giorgio Panariello, Vincenzo Salemme e sua maestà Loretta Goggi): ha comunque condotto il titolare.

Grazie a un collegamento Skype e a una miriade di schermi disseminati per lo studio su cui rimbalzava la sua immagine, il prode fiorentino ha dato i tempi allo spettacolo dal tinello di casa: alle sue spalle le classiche foto di famiglia, lui seduto alla scrivania come un compunto contabile, ma sempre sorridente e su di giri, Conti ha provato a inaugurare un nuovo filone dell’intrattenimento: la conduzione in contumacia, uno dei pochi record che già non aveva Baudo. Il TG ci era già arrivato – e noi ne avevamo parlato anche qui – ma lo show è decisamente un’altra storia; comunque l’esperimento ha funzionato, grazie a qualche accorgimento e al prezzo di chiudere un occhio sui tempi comici e di reazione, (internet è veloce, ma insomma…); purtroppo, nelle ore successive a questa prima diretta particolare, lo stesso Conti ha segnalato un aggravarsi della sua sintomatologia; a lui vanno i nostri migliori auguri di un rapido recupero.

La sera successiva, e siamo allo show del sabato “Ballando con le stelle”, una Milly Carlucci più pertinace di un ateniese alle Termopili e più coriacea di un carciofo cotto male, dopo precedenti forfait, ha dovuto far fronte ad altre due defezioni di concorrenti in gara, vinti in parte dal virus cinese, ma in parte anche da altre contingenze sanitarie. Nell’edizione di quest’anno, che gli esperti hanno già derubricato (o promosso?) dal genere “talent show” al “medical drama”, si sono incredibilmente messi in fila infortuni muscolo-scheletrici, intossicazioni alimentari, appendiciti fulminanti e – ça va sans dire – casi di covid. Con un sacrificio umano degno dell’isola di Pasqua di 5000 anni fa, la stessa Milly un paio di puntate fa ha voluto celebrare una sorta di rito apotropaico ballando personalmente con un membro del cast tra i più amati, Samuel Peron, colto da covid a inizio serie e poi – per fortuna – guarito. “Rischiooo!” avrebbe detto Mike Bongiorno ai tempi belli.

Il rito tuttavia, possiamo dirlo con buona pace della bravissima Carlucci, non sta per ora dando i frutti sperati.

E se il virus non mette fuorigioco il cast, può sempre farlo direttamente con il format: è il caso di “Riaccendiamo i fuochi”, ‘factual show’ condotto dall’imprenditore della ristorazione Francesco Panella (sempre bravissimo) il lunedì sera sulla Nove.

Il programma, registrato durante la scorsa estate – quella stagione, per intendersi, in cui a molti piaceva pensare alla pandemia come “clinicamente scomparsa” – si basa sul gramsciano ‘ottimismo della volontà’ che dovrebbe animare i ristoratori, alle prese con una contingenza sanitaria che li mette fuori dal gioco; il conduttore dà buoni consigli a locali in difficoltà, lanciandoli – auspicabilmente – verso le magnifiche sorti e progressive del 2021. Che dire? Tirando ormai aria di un secondo lockdown, al lunedì non viene esattamente voglia di sintonizzarsi a vedere la gente che ci crede e non sa che è tutto già scritto, a meno che non si voglia vedere in faccia quant’è brutta una disillusione.

A proposito della situazione generale, voglio ricordare il gigante Gigi Proietti, morto lo scorso 2 novembre a 80 anni, con una sua bella frase che non è forse divertente come uno qualsiasi dei suoi pezzi che per decenni ci ha regalato in TV (e non solo!) ma che suona appropriata al momento: “Dalla crisi non si esce con l’odio, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore, e il far tornare di moda le persone per bene”.

Fosse semplice… qui ci vorrebbe una mandrakata!

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login