In questi giorni anche i numeri statistici di questa maledetta pandemia ci sono contro: sabato scorso cinquecento nuovi casi di vittime del Covid-19, domenica ben novecento sette, lunedì più di mille. L’ospedale nuovamente sotto stress (hanno dovuto sospendere gli interventi programmati) con grandi difficoltà del personale, fenomeno inevitabile.
Giusto chiederci che cosa non ha funzionato e che cosa non funziona nella guerra contro questa perversa patologia. Sono sbagliate le regole che ci vengono date o siamo noi, soggetti “regolandi” a non rispettarle? Dobbiamo ammettere che le nostre capacità di sottometterci alle discipline sono molto carenti. I miei vecchi sostenevano che siamo un popolo di “bastian per il contrario” e, considerando quanto avviene tra di noi in questi giorni, il detto “calza a pennello”.
A quanto si legge sulla stampa e maggiormente sui così detti social, questo essere dei “contrari” si erge addirittura a ideologia col risultato che nelle nostre menti, e non mi sento di escludere anche la mia, si crea molta confusione, confusione che potrebbe anche stare alla base, assieme ad altri fattori già tutti previsti negli algoritmi delle odierne intelligenze artificiali, delle manifestazioni anche violente che stanno avvenendo nelle nostre città.
La stoltezza umana sembra non avere confini ed in nome della libertà arriviamo a prendere atteggiamenti e compiere atti che sicuramente sono contro di noi e in nome della libertà volutamente ci tiriamo la “zappa sui piedi”.
Abbiamo alle spalle ricerche statistiche sempre più aggiornate e costantemente studiate che penso siano alla base dei provvedimenti presi non solo da noi ma anche nelle altre nazioni, ma quello che diventa difficile è mettere d’accordo le necessità della salute, del lavoro e della economia, della istruzione, dell’istintivo vivere associati, dei commerci e quant’altro.
Uno dei motivi per cui ci si sente frustrati è il fatto che vengono dati “comandamenti” senza dirci il perché; faccio un esempio: “Vengono chiuse le palestre, le piscine, ed altro”, ma perché non viene detto che su cento Covid-19 un buon 30% è stato contratto in palestra, 30% in discoteca, 20% al ristorante, 20% in ambiente non protetto, o difficilmente proteggibile, come i mezzi pubblici? È evidente che nel mio esempio ho messo a caso dei numeri (ovviamente non giocabili al lotto), ma così si concretizzerebbe ai nostri occhi il motivo per cui vengono prese certe decisioni e queste cesserebbero di sembrare scelte esclusivamente politiche. I cittadini, non essendo sudditi hanno bisogno di queste attenzioni, hanno il diritto oltre che la necessità di sapere perché devono essere fatte certe scelte. Non siamo più ai tempi dei profeti che parlavano in nome di Dio … Oltre tutto a questi poveri profeti, se dicevano cose scomode, si divertivano a tirargli il collo …
Sto cercando di rendere meno drammatica una serie di pensieri veramente preoccupanti, come per esempio la scelta di riportare nelle RAS i pazienti post Covid-19 che non possono ritornare tra le mura di casa. Questa scelta fu drammatica nelle sue conseguenze all’inizio della pandemia, poi meno utilizzata dopo la fine della scorsa primavera, ma se ne sta riparlando ora.
Quali potrebbero essere le conseguenze di questa decisione?
Una idea positiva mi sembra quella espressa dal nostro sindaco Galimberti che propone di chiedere in comodato ai curatori del fallimento della Quiete la riapertura della stessa. È struttura chiusa da poco che potrebbe essere rimessa in funzione senza eccessive difficoltà per un certo periodo. Sarebbe il superamento e il recupero, anche se a tempo determinato, di una struttura la cui chiusura fu considerata da parecchi una grave sconfitta della città di Varese. E il personale? Per il meno qualificato ci si potrebbe appoggiare ai fruitori dei redditi di cittadinanza, mentre per altre figure, essendo una manovra di estrema necessità, si potrebbero “rispolverare” qualificati pensionati, come appena fatto nel recente passato.
Questa pandemia la risolveremo con i vaccini (e facciamo voti perché siano realmente efficaci) ma anche perché si riesce ad avere protocolli di cura che permettono la guarigione in parecchi casi. Un ausilio molto valido. che arriverà in nostro aiuto prossimamente, saranno gli anticorpi monoclonali che aiutano i soggetti colpiti da virus a debellarlo. Somministrati con una iniezione ridurranno o addirittura vinceranno l’aggressività del virus stesso. Difetto: la loro azione dura per soli sei mesi, mentre il vaccino dovrebbe garantire una copertura più duratura.
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