Ormai a Varese si respira un’aria di piena campagna elettorale per le elezioni che coinvolgeranno i tre maggiori comuni della Provincia. Parliamo di Varese, Busto Arsizio e Gallarate. Due comuni, Busto e Gallarate, retti dal centro destra che farà di tutto per conservarli, e Varese, il capoluogo, culla della Lega mai rassegnata di averla persa nel 2016, battuta dal centrosinistra di Davide Galimberti. Mancano ancora una decina di mesi ma già appaiono i primi enormi tabelloni pubblicitari che presentano ammiratori di Carlo Calenda. Ultimo arrivato sulla scena politica italiana, non ultimo per ambizioni e modestia. Ha annunciato in questi giorni di voler concorrere anche come sindaco di Roma.
Non si vedevano impegni pubblicitari così massicci dai bei tempi del Cavalier Silvio Berlusconi e di Forza Italia. Chiedersi chi paga è forse pretendere troppo, ma conoscere su che campo vorranno giocare i calendarini di Varese non è solo curiosità giornalistica.
Intanto c’è una spasmodica ricerca di civismo. Tutti lo vogliono esibire per dimostrare una vera o presunta indipendenza dai partiti. Sul tema, cioè su tre variabili civiche, si è magistralmente espresso sul queste colonne qualche settimana fa Roberto Molinari, assessore comunale e dirigente del Pd di Varese. Qui il vice sindaco, che si ritiene fondatore e depositario del civismo d’antan, vorrebbe fare a tutti un accurato esame del tasso di purezza prima di continuare la sua esperienza con Galimberti. Stranezze della politica.
Anche la Lega sotto sotto non sarebbe dispiaciuta di presentarsi al duello con un candidato meno verde dietro il quale confondersi. Un paravento, insomma. Quella Lega varesina partita alla presenza dei duri e puri al Circolo di Bizzozero non nascondeva per nulla i propri intenti battaglieri. Da ricordare l’intervento del moderato Attilio Fontana pronto a battersi risolutamente pur di riconquistare Varese, che i suoi sindaci padani (Fassa e Fumagalli, oltre a Fontana medesimo) non hanno saputo mantenere in possesso della Lega. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponticelli dell’Olona. Tempi sempre più bui sono maturati per i verdi della Lega. Ci voleva anche il coinvolgimento del Presidente della Regione Lombardia nelle grane del corona-virus, non solo per le gravi insufficienze palesate della sanità lombarda, ma anche per quelle personali di carattere morale. La fornitura alla Regione di camici da parte di un’azienda partecipata dalla moglie di, e il deposito di ingenti capitali nella vicina Svizzera. Tutte cose chiarite o da chiarire, che tuttavia hanno lasciato il segno nell’opinione pubblica. Una Lega in notevoli difficoltà tanto da dovere richiamare in servizio niente meno che l’ex ministro Roberto Maroni.
Ma sarà proprio vero che Maroni ritorni? Si ha l’impressione che se la prenda comoda. Non ha ancora posto ufficialmente la sua candidatura a Sindaco, chiedendo garanzie da coloro che gli daranno sostegno. Non snobba più il Salvini della prima ora con dichiarazioni al cianuro, tenute pronte dagli avversari per essere riesumate, e prende la tessera sia della Lega Nord sia della Lega nazionale. Parole sue.
Maroni giustifica il ritorno col suo grande amore per Varese. Sarà, ma intanto i leghisti locali duri e puri vorrebbero sapere cosa ha mai fatto per la città che ama. Un seggio in Consiglio Comunale glielo avevano conquistato, lo occupava. Un attento consigliere di opposizione, dicono, non avrebbe lesinato proposte e suggerimenti costruttivi, per guadagnare consensi al partito per le elezioni future.
Maroni ancora tentenna. Ha digerito nella sezione leghista di Varese il confronto con una militante quasi sconosciuta che lo ha battuto ai voti. Quali sono i timori che lo trattengono? E i possibili alleati cosa dicono ? Per prima cosa dopo le batoste di Saronno, Luino, Legnano, giurano attorno a un tavolo di ristorante che non andranno mai più sparpagliati. Questo schieramento in difficoltà con la progettualità e il dinamismo operativo, ritiene necessario l’accordo preliminare su un dettagliato programma. Evidentemente costoro non si sono resi conto che di dettagliati, voluminosi programmi è pieno l’universo. Tanti cittadini si sono stancati e badano ai fatti.
Poi non è detto che tra i partiti del centro destra tutti intendano riaffidare il timone politico alla Lega. Anzi Forza Italia le ha già chiesto di mettersi da una parte per l’incapacità politico amministrativa dimostrata in passato. E il centro destra dello sconfitto luinese Pellicini, alfiere dei Fratelli d’Italia della Meloni nelle nostre parti, aspetta di fare il colpo.
I fatti hanno detto che vengono privilegiati non civici o presunti tali, ma partiti e persone che hanno già dimostrato di conoscere la cosa pubblica e possiedono professionalità per gestirla. Persone in grado di avere i giusti contatti per una collaborazione produttiva sia col governo di Roma sia con la Regione, qualunque appaia il colore di coloro che li reggono.
Mancano 10 mesi alla competizione elettorale ma è assai prevedibile un guazzabuglio di competitori, alcuni nuovi, altri che appariranno all’ultimo momento. Tra i nuovi, si fa per dire, perché abbondante sarebbe la presenza di riciclati ex iscritti a partiti, dovrebbe esserci un terzo polo. Questo potrebbe rappresentare il vero fatto nuovo di sicuro interesse. Dovrà dire innanzi tutto come vorrebbe il futuro di Varese, dare un giudizio sui cinque anni di Giunta Galimberti e se la stessa meriti una riconferma, per portare a termine le profonde innovazioni avviate. In caso positivo farà salve le verifiche e gli aggiornamenti necessari.
Poi, variabile non da poco, sono attesi i Cinquestelle che la volta scorsa latitarono ma che non potranno non tenere conto della maggioranza che sostiene il Governo Conte. Per il momento trascuriamo coloro in cerca di evidenza, vedi “ Italia Viva “ frangia del Pd che vorrebbe “ ballare da sola “. Almeno secondo le dichiarazioni fatte al giornale cartaceo locale da qualche dirigente in libera uscita.
Certamente il fantasma che si aggira sornione rimane Roberto Maroni. Ancora per poco. Hic Rodus, hic salta. Da buon cairolino non farà fatica a capire il latino. Ne vedremo delle belle.
You must be logged in to post a comment Login