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In Confidenza

IL CORAGGIO

Don ERMINIO VILLA - 23/10/2020

otriGesù non può dire ai discepoli di Giovanni e ai farisei che lui è venuto per stipulare la nuova Alleanza. Lo avrebbero lapidato, accusandolo di infrangere la legge di Mosè. Raccontando invece loro una parabola e scusando i suoi discepoli, mette tutti a tacere. Preferisce dunque parlare di otri, che erano dei recipienti cuciti con la pelle degli animali dove, solitamente, si conservava il vino o altri liquidi. A motivo delle fermentazioni, quelle pelli si indebolivano e col tempo avrebbero ceduto alla fermentazione del mosto. Per questo motivo un otre vecchio diventava inabile a mantenere la pressione del vino nuovo, ma poteva essere ancora usato per contenervi il vecchio. Qualora non fosse stata rispettata questa regola, gli otri sarebbero scoppiati, il vino sarebbe andato perduto e la fatica della vendemmia sarebbe stata inutile.

Come per il vestito vecchio, l’otre vecchio rappresenta il cuore non rigenerato. L’otre nuovo, invece, rappresenta il cuore rinnovato, degno di contenere lo Spirito di Dio, forte per praticare la Parola di Dio e segnato in modo esclusivo dell’opera di Dio. L’insegnamento di Gesù mira a far capire l’incompatibilità tra il nuovo della vita spirituale ed il vecchio delle sterili tradizioni umane, come tra le libertà nello Spirito ed il ritualismo formale.

I farisei, attaccati alle forme giudaiche ed ai cavilli legali, vedevano nel suo insegnamento uno stravolgimento delle regole e l’accusavano. Gesù spiega il perché: “Nessuno che abbia bevuto del vino vecchio, ne desidera del nuovo, perché dice: Il vecchio è buono”. Come gli uomini, abituati a bere il vino vecchio, si immaginano che quello abbia un sapore migliore, così i farisei, affezionati alle loro tradizioni, non sarebbero stati disposti a tralasciare le loro abitudini precedenti per passare alle nuove.

La via di sempre per distruggere la vera fede è quella di immergerla e sommergerla in quel passato religioso che essa viene proprio a cambiare. È sempre facile fare antico il Nuovo Testamento. È sempre difficile fare nuovo l’Antico Testamento. Siamo sempre tentati di pensarci secondo schemi di un passato che è ormai tramontato e non esiste più. Quando invece siamo chiamati a intraprendere una via verso il futuro di Dio, verso il nuovo della storia e dell’umanità, allora ci si spaventa, ci prende la paura, ci si chiude nel proprio mondo e… si addormenta la fede. Questo avviene perché la Parola di Dio esige una conversione permanente al nuovo. Richiede l’umiltà o la fiducia di mettersi quotidianamente in questione.

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