Sono trascorsi molti anni dal famoso discorso di Papa Ratzinger a Regensburg, durante il suo viaggio Apostolico in alcune città della Germania, nel settembre del 2006. Oggi quel discorso su fede e ragione, svolto davanti ai rappresentanti della scienza, deve essere letto come l’estremo tentativo di evitare il baratro verso il quale stava precipitando soprattutto la civiltà occidentale. Era rivolto anche alle società islamiche, e tutti dovremmo rileggerlo oggi, alla luce delle virtù profetiche di Benedetto XVI. Sua Santità prese spunto dai colloqui tra l’Imperatore bizantino Manuele II Paleologo ed un persiano colto su cristianesimo ed islam e sulla verità di ambedue le religioni; colloquio riportato dal professore Theodore Khoury, avvenuto nei quartieri d’inverno presso Ankara nel 1391.
L’imperatore annota parlando della jihad e delle disposizioni fissate nel Corano : “La diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima… Chi dunque vuole condurre qualcuno alla fede, ha bisogno di parlar bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia. “L’affermazione decisiva è “… non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio. Per l’imperatore bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest’ affermazione è evidente. Per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza”. (Controversia VII 3b-T.Khoury, pagg.142-143. Forstel ed).
La lectio di Papa Ratzinger ebbe un’immediata eco mediatica, proprio per questi passaggi sulla violenza e l’Islam, anche se i temi affrontati erano più ampi, come il rapporto tra la concezione cristiana della ragione e la visione razionalistica, i danni dell’illuminismo. Furono levate proteste vibranti dal mondo islamico, ma anche in Occidente, accusando il Papa di intolleranza; in realtà la lectio di Benedetto XVI portò frutti di dialogo, pur nel riconoscimento delle reciproche differenze.
Da quel discorso è iniziato un ripensamento nel mondo musulmano, e molti autorevoli personaggi, religiosi e politici, affermano oggi la necessità di una rivoluzione religiosa, di una presa di coscienza nella ricerca di soluzioni che non siano violente, anche se sono continuate lotte anche fratricide nel mondo musulmano, favorite dall’Occidente.
È però a noi occidentali, soprattutto a noi europei, che quel discorso ha ancora molto da dire, alle classi politiche ed intellettuali, che hanno rinunciato alle proprie radici, anche religiose ebraico-cristiane, in nome di un multiculturalismo relativista e di un secolarismo che ha condotto ad un torpore delle coscienze, al quale si contrappongono slogan e richiami generici alla solidarietà, al dialogo, all’integrazione, ad una generica fratellanza. Il dialogo che si è affermato in Europa, anche in ambienti cattolici, è quello ”della relativizzazione della fede, specialmente quella cristiana, con una lettura ideologica, in una visione dove tutte le fedi si equivalgono, perché ridotte a fenomeni” (Ilaria Morali,Roma 2015).
Sempre nel discorso di Regensburg Papa Ratzinger affermava: “Una ragione che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture; il cristianesimo è la religione del Logos, la religione secondo ragione”. il Logos il principio di tutto, il datore di vita. “Tutto è stato fatto per mezzo di lui e niente sussiste senza di lui”. (Giovanni 1,3) Il Signore Gesù non è uno dei tanti fondatori di religioni, e al cuore del cristianesimo sta la Sua immagine di Pantocratore, che vieta però, sempre, ai suoi discepoli il ricorso alla violenza.
Oggi di fronte alla efferata uccisione del professor Paty, decapitato a Parigi per aver mostrato in classe caricature del profeta Maometto, il discorso di Papa Ratzinger è un forte richiamo alla responsabilità dei credenti, degli intellettuali cristiani, del mondo cattolico alla comprensione della complessità dei problemi attuali dell’umanità. Che il martirio di Samuel Paty ci aiuti tutti a ritrovare la Via, la Verità e la Vita.
“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.(Luca, 23,34)
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