Mi è stato chiesto di scrivere il mio parere sullo sport ai tempi del Covid 19. Non ho declinato, ma ho proposto di allargare il tiro perché sulla questione della pandemia ho una mia idea, anche se sono sicuro che pochi la condivideranno e che mi beccherò pure qualche insulto. Pazienza, fa parte del gioco democratico accettare pareri diversi. Faccio una premessa: non sono per nulla un negazionista. Usare questa parola tout court contro chi ha un parere distante da quello dei più è tra l’altro una bestialità (o forse una cosa voluta): negazionisti sono semmai i dementi che respingono l’Olocausto e altri fatti chiaramente documentati, non chi vuole provare a interpretare la realtà in altro modo e chi non accetta in modo passivo quanto viene affermato.
Dunque, il Covid 19 esiste eccome, purtroppo. Temo che qualcuno ce l’abbia “regalato”, essendo un virus a base Rna e dunque, come ricordava il premio Nobel Montagnier, di natura quasi sicuramente artificiale e non naturale come il “main stream” afferma da sempre. In tutti questi mesi ho letto di tutto e di più, ho sentito varie campane, mi sono confrontato con persone che ne sanno più di me. Alla fine mi sono convinto: a) che non ce la stanno raccontando giusta; b) che la mia categoria non sta facendo un buon lavoro perché, salvo rari casi, omette quello che i giornalisti dovrebbero fare, vale a dire approfondire e verificare se quanto si dice è vero; c) che esistono tante buone ragioni per tenere alto il concetto di pandemia, a cominciare dal business dei tamponi che, come spero si sia capito, non danno alcuna garanzia di essere una procedura valida e affidabile; d) che siamo in mano a un Cts (mi astengo dal precisare come correggo Comitato Tecnico Scientifico) che ormai governa; e) che per tutelare un diritto costituzionale, quello alla salute, se ne violano almeno altri quattro e si manda al diavolo un Paese. Di più: esiste un cartello mondiale di medici “alternativi” in grado di dimostrare altre cose, ma nessuno li sta a sentire; in Belgio stanno preparandosi a denunciare l’Oms (buona quella…) per aver alterato la realtà; sono usciti libri autorevoli che parlano della pandemia in tutt’altro modo, analogamente a quanto fatto da un ex alto dirigente della Pfizer.
Potrei andare avanti all’infinito, ma vorrei fare due riflessioni su questi numeri che vengono sfornati quotidianamente e che non hanno alcun senso salvo quello di spaventare la gente (il vero virus è questo). Non sono Eulero, ma se in un giorno si hanno, per dire, 3-4000 contagiati e 25 morti (deceduti di che cosa sarebbe poi bene capirlo: non sappiamo ancora quanti sono stati veramente morti di Covid e quanti con il Covid), significa che, in percentuale, siamo su cifre ridicole (posto che ogni singolo morto conta e non avrebbe dovuto fare quella fine). Penso anche al professor Crisanti che viene elogiato a destra e a manca ma che secondo me, invece, si è di recente tirato la zappa sui piedi: quando ha dichiarato che a marzo i contagiati erano enormemente di più, forse non si è reso conto che ha abbattuto (anche in questo caso in modo enorme) il dato di pericolosità del virus. E questo a meno che i morti non si moltiplichino come i pani e i pesci del Vangelo.
Avrei molto altro da aggiungere: dico solo che certe cifre andrebbero “pesate” in ben altro modo e magari certificate da esterni, come si fa con i bilanci aziendali. Segnalo anche che l’Oms – ma nessuno l’ha detto – nei giorni scorsi ha dichiarato che la letalità del Covid è a livelli dell’influenza… Vogliamo poi parlare degli errori dei politici, delle autopsie non fatte, delle procedure terapeutiche all’inizio sbagliate e vera ragione di tanti morti (serviva sciogliere i grumi di sangue, non sparare aria nei polmoni), ma mantenute dando addosso a chi sosteneva il contrario? Come se non bastasse, per “tamponare” la gente e per tuffarsi sul Covid ci si sta dimenticando di tutto il resto, con il risultato che i decessi per tumore al seno (udito alla radio qualche sera fa) sono arrivati a 360 mila – forse questa è una cifra da vero allarme – anche perché non si fanno più controlli e screening. E vogliamo parlare delle mascherine obbligatorie anche all’aperto quando a febbraio lo stesso Governo che ha varato il provvedimento era quello che le giudicava inutili e anzi pericolose (cosa probabilmente vera)? Abbiamo terrorizzato la gente e ora non sappiamo come venirne a capo. Qualcuno ha aperto la finestra di Overton e il mondo c’è cascato dentro. Poi, non dico che abbiano ragione solo quelli che sostengono certe cose, ma non sono nemmeno sicuro che navighino nel giusto quelli accodati al main stream. È solo una mia riflessione, sia chiaro. Liberi di non pensarla come me.
Post scriptum: quanto allo sport, penso che sia una delle vere vittime di questo scenario surreale. Ormai lo si confina nelle “bolle”, lo si imbottisce di tamponi che quasi sempre sono contraddittori (il capitano della Pallacanestro Varese è passato in pochi giorni da positivo a negativo; Ibrahimovic stava benissimo, ma l’hanno fermato perché non ha superato un controllo) e aleatori. Di questo passo si falseranno i campionati e, soprattutto, si ammazzeranno le società. Perché uno spettacolo senza pubblico è mortale perfino per il calcio, figuratevi per gli sport che non hanno le sue stesse risorse.
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