Purtroppo nella politica attuale non esiste più il bianco o il nero, ma solo una serie di grigi che i maggiorenti di partito vivono per difendere le proprie posizioni; al contrario, eventuali dissensi alla linea del segretario andrebbero urlati pubblicamente, cosa che nessuno fa (non si sa mai). I segretari di partito sono degli oligarchi e le grazie di quanti dovrebbero parlare vivono delle loro decisioni, ecco perché risultano d’obbligo i grigi. Non le non urla, ma i sussurri.
Una delle malattie della democrazia sono le promesse dichiarate per farsi eleggere, che risultano opposte a quelle necessarie a ben governare; le promesse fatte a poca gente a volte reggono, ma le tante promesse a tanta gente, urlate come: “Uscita dall’Euro, Flat tax, cancellazione accise carburante, galera per chi evade, reintroduzione del servizio militare, un termovalorizzatore per ogni provincia, eccetera” e non mantenute, poi ti castigano. Giorgetti che di grigio vestito con il governo sovranista aveva occupato una posizione di grande prestigio come la poltrona di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, aveva resettato dalla sua mente la mano sul cuore in camicia verde sul palco di Pontida mentre cantava ad alta voce il Va Pensiero.
La Lega era nata e cresciuta alimentata da un vento del Nord che proveniva dalla Confederazione Elvetica suscitando specialmente nel sottoscritto un credo federalista profondo. Indimenticabile il primo consiglio comunale del 30 settembre ‘85 in lingua. Diffuso dal giornale locale, aveva suscitato un grande interesse. Le porte aperte del movimento avevano dato libero ingresso a una moltitudine di persone: in troppe però finirono per scambiare il pensiero federalista con il retaggio fascista.
Il rinnovo dei “municipali” per la città di Varese dovrebbe essere l’occasione per riallineare i pensieri fondamentali della Lega basati sull’autonomia in un progetto federalista per riconquistare la città; bando, dunque, a giochi equivoci con promesse non mantenute a imprenditori della zona che hanno avuto solo il risultato di dare in mano Palazzo Estense alla sinistra. Di certo le tre F (Fassa, Fumagalli, Fontana) in rappresentanza della Lega che in cascata avevano governato la città e la G (Galimberti) di questi tempi avrebbero potuto fare molto di più: sono mancati l’entusiasmo e la voglia innovativa che non vive nell’animo degli avvocati Ne bis in idem. Varese aspetta proposte concrete. Bando alle ciance e a chi di ciance ha fatto la sua bandiera, ripartiamo dal basso, per far rinascere la voglia di essere padroni a casa nostra allargando i confini della città e della varesinità in un’Europa fatta di popoli.
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