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Editoriale

INSIEME

MASSIMO LODI - 15/10/2020

insiemeÈ un coro di non possumus. Ovvero: altolà al nuovo partito dei cattolici. Banale, vano, sconveniente. L’ultimo negazionista è il cardinale Ruini: bisogna puntare, dice, sui contenuti dell’azione politica in atto, scegliere e collaborare. Non altro. Voce che trova séguito, ma anche obiezioni. Per esempio da un idem cardinale, Giovanni Battista Re: varrebbe la pena di costruire qualcosa su iniziativa dei cattolici, spiega, e però non al loro esclusivo servizio. A disposizione di tutti.

Partito cattolico, poi, non è definizione ad hoc. Per essere precisi: partito d’ispirazione cristiana, autonomo, non confessionale, né liberista né statalista. Una cosa di centro, liberal/moderata: quello di cui si ha bisogno e manca. Missione: diventare la seconda gamba del centrosinistra o del centrodestra, dipende.

I sostenitori dell’idea non mollano. Giorni fa all’Hotel Parco Tirreno di Roma si sono radunati definendo nome, reggenza, confini di programma del nuovo soggetto politico. Si chiama “Insieme”, simbolo biancorossoblù, sottotitolo: lavoro e famiglia, solidarietà e pace. Lo promuove il mondo dell’associazionismo, ne è stato finora chiefcommander il professor Stefano Zamagni, sarà guidato da un direttorio: sedici uomini, cinque donne. Sottolineatura importante (1): si partirà dal basso, non da un capo. Sottolineatura importante (2): “Insieme” è considerato un punto d’arrivo, non di partenza. Perché al progetto si lavora da tempo e solo l’infuriare del Covid ne ha ritardato la dichiarazione ufficiale d’avvio.

Il presupposto è condiviso pure dagli avversi alla novità: il bipolarismo ha prodotto pessimi risultati e la politica difetta di pensiero. Restituirglielo, evitando infarti da democrazia diretta, sarebbe interesse comune. A nessuno sfugge quanto sia cruciale un partito di centro e quanto nocivi i suoi surrogati. Meglio l’originale delle copie, insomma. Fatta la tara, si capisce, sull’originale. La new-old entry eviterà certo il ricalco del profilo storico di riferimento, la Dc. Ma come dar torto a Zamagni quando afferma: “La politica non deve limitarsi alle risposte, deve saper giocare d’anticipo suscitando domande, altrimenti s’inseguono i problemi che non si è in grado di prevenire”. A proposito di Dc: Determinazione concreta.

Hanno dimostrato fragilità le ricette sinistre e destre. Cosa impedisce d’imboccare una terza via capace di correggerle? Ad avviso del sociologo Ferrari Nasi, vanta un mercato potenziale tra i 2 milioni e mezzo e i 6 milioni di simpatizzanti. È la via che coniuga sostenibilità ambientale con sostenibilità antropologica; guarda a un’Europa interprete di tali valori; difende la sacralità della persona e della famiglia, ambito prioritario di fraternità e cellula fondamentale della società. È la via che privilegia cura dell’educazione, lavoro dignitoso, integrazione, sussidiarietà vera, non inquadrando i territori nell’ottica del mero decentramento. Obiettivi raggiungibili solo attraverso la cooperazione tra mondo cattolico e mondo laico, chiosa il vescovo emerito Gastone Simoni, presente al battesimo di “Insieme”.

Parole in libertà, tempo sprecato, virtuosismo sterile? Non si direbbe. L’autentica rivoluzione riformista passa per la cruna di quest’ago. Chi terrà il filo in mano, qualora si dipani? L’ipotesi era Conte. Tesi contrarie avanzano. Ma l’Avvocato del popolo italiano ha dimostrato la duttilità d’illustri suoi predecessori a Palazzo Chigi, non lontano (sarà o non sarà un caso) da piazza del Gesù. Che a Giuseppi riesca perfino il miracolo di radunare sotto la medesima bandiera gli eredi di Ppi e Ccd, smarritisi nella diaspora tra i due poli della Seconda Repubblica?

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