«La Parola è la parte di Dio, Dio che si rivela, si dona, si dice, invita, promette, giudica, comanda, esorta. La fede è la nostra parte, la risposta che l’uomo dà a Dio. L’uomo ascolta, accoglie, obbedisce, si lascia illuminare, attrarre, incoraggiare, consolare, confortare, entusiasmare dalla Parola con cui Dio gli comunica il suo mistero di amore chiamandolo a diventare suo figlio. Al primato della Parola corrisponde la fede. Se la Parola non trova rispondenza nella fede, risuona nell’aria, senza efficacia. Il frutto che la Parola, accolta nella fede dell’uomo, produce è la carità. Il seme è la parola; la fede è il grembo, la terra dell’uomo che accoglie il seme; la carità è il frutto che nasce dal seme» (Card. Carlo Maria Martini).
Una pioggia continua di semi di Dio cade su di noi. Semi di Vangelo si staccano dalle pagine della Scrittura, dalle parole degli uomini, da ogni incontro. Ma per quanto il seme sia buono, se non trova acqua, luce e protezione, la giovane vita che ne nasce morirà. Il seminatore getta il seme, ma è il terreno che permette di crescere. Ecco perché dobbiamo farci terra buona, che accoglie il piccolo germoglio. Come una madre, che sa quanto forte e con tanta voglia di vivere sia il seme che porta in grembo, ma anche quanto sia fragile e bisognoso di cure, dipendente quasi in tutto da lei. Tutti noi siamo una zolla di terra, ma anche dei seminatori che camminano nel mondo gettando semi e sanno accogliere dentro di sé con tenerezza, custodire e difendere con energia, allevare con sapienza la parola di Dio come ogni parola d’amore.
«Questa parabola parla oggi a ciascuno di noi, come parlava agli ascoltatori di Gesù duemila anni fa. Ci ricorda che noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua Parola e del suo amore. Con quali disposizioni l’accogliamo? E possiamo domandarci: com’è il nostro cuore? a quale terreno assomiglia: ad una strada, ad una pietraia, ad un roveto? Dipende da noi diventare terreno buono senza spine né sassi, ma dissodato e coltivato con cura, affinché possa portare buoni frutti per noi e per i nostri fratelli. E non dimentichiamo che anche noi siamo seminatori. Dio semina semi buoni, e anche qui possiamo porci la domanda: che tipo di seme esce dal nostro cuore e dalla nostra bocca? Le nostre parole possono fare tanto bene e anche tanto male; possono guarire e possono ferire; possono incoraggiare e possono deprimere. Ricordatevi: quello che conta non è ciò che entra, ma quello che esce dalla bocca e dal cuore. La Madonna ci insegni, con il suo esempio, ad accogliere la Parola, custodirla e farla fruttificare in noi e negli altri» (Papa Francesco).
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