Lo smart working o il telelavoro, come era chiamato in precedenza, è impiegato, come per legge, presso il Comune di Varese. Lo stesso dovrebbe rapportarsi con gli altri strumenti volti proprio a rendere l’attività della PA finalizzata a raggiungere l’interesse pubblico, controllabile dai cittadini che potranno verificare il raggiungimento di questa finalità.
Ho scritto al Sindaco e al Segretario generale del Comune di Varese per sapere se e come questo avviene.
Per poter analizzare i benefici e gli svantaggi che la novità comporta, anche per una sua utilizzabilità in futuro, occorre indagare innanzitutto circa il significato giuridico di tale modalità lavorativa, aiutandoci con una ricostruzione normativa e con l’analisi dei dati.
Due sono le possibili strade per lo smart working del futuro a seconda che l’amministrazione scelga di adottare o meno il Piano organizzativo del lavoro agile (o Pola).
Questo trova la sua genesi nella norma introduttiva dello smart working nella PA, in particolare nell’articolo 14 della legge 124/2015, modificato in sede di conversione in legge del decreto Rilancio. Il nuovo articolo 14 della legge 124/2015 descrive il Pola come una sorta di arricchimento del Piano della performance, una sezione nella quale individuare «le modalità attuative del lavoro agile» nonché «le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale», focalizzando «gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti».
Il Comune di Varese vuole investire perché possa essere possibile l’impiego di questa forma di lavoro?
Se la risposta fosse positiva occorre che vi siano scelte organizzative precise, tra cui la formazione del personale sul tema e i requisiti tecnologici correlati alla sua attuazione e le misure di integrazione, di adattamento, apportate al sistema della performance per meglio verificare, anche, come detto, attraverso il coinvolgimento dei cittadini, i risultati conseguiti e l’incremento della qualità dei servizi erogati.
In questo momento per far fronte all’epidemia il Comune ha dovuto porre al 50 per cento il personale impiegato nelle attività che possono essere svolte con lo smart working. Ritornati in una situazione di normalità dal punto di vista igienico-sanitario, il Comune deve scegliere se adottare il Pola o meno. Nel caso in cui l’attuazione dell’istituto sia meno strutturata, l’amministrazione dovrà proseguire il lavoro agile avviato in emergenza tenendo conto solo di un limite quantitativo minimo di beneficiari da «accontentare».
In caso di sua mancata adozione, il lavoro agile si applica almeno al 30 per cento dei dipendenti, «ove lo richiedano». Se invece si conferma il Pola, l’amministrazione deve garantire che almeno il 60 per cento dei dipendenti destinati ad attività compatibili «possa» avvalersi della modalità agile. Innanzitutto, se nessun dipendente ne facesse richiesta, parrebbe che la percentuale possa restare in entrambe i casi a zero. Questo almeno a partire dal 1° gennaio del 2021, momento dal quale cessa di esplicare i suoi effetti la previsione contenuta all’articolo 263 del decreto Rilancio che vuole applicato fino a fine anno il lavoro agile semplificato (senza accordo e senza obblighi informativi) al 50 per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità. Lo smart working del futuro post emergenziale, inoltre, tornerà in ogni caso a essere assoggettato agli obblighi di stipula dell’accordo individuale e di comunicazione della legge 81/2017, oggi derogati.
Infine, si ravvisa comunque la necessità di regolamentare lo strumento.
Ciascuna amministrazione, che adotti o meno il Piano, dovrà in ogni caso normare l’attuazione dello smart working con riferimento alla definizione degli ambiti agilmente lavorabili, alle modalità e ai tempi di richiesta di fruizione dell’istituto da parte del personale, ai criteri di alternanza o di preferenza in caso di richieste superiori a quelle accoglibili.
Ho chiesto quale sia la strada che il comune vuole scegliere e la ragione alla base di questa sua scelta.
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