Avevo promesso di parlare dei rimedi al sopruso. Lo spunto è lo stesso, il libro di Valerio Magrelli: Sopruso, istruzioni per l’uso. L’autore ci indica qualche iniziativa. Per cominciare i comportamenti malevoli in due categorie: quelli definiti “gestionali” e quelli “individuali. Nei confronti dei primi servono modifiche o innovazioni legislative. Per esempio, nel tentativo di diminuire le lungaggini burocratiche, i politici ufficializzano le loro decisioni e poi passano la mano ai cosiddetti tecnici i quali non sono altro che burocrati di alto livello, per intervenire nei processi operativi a valle del provvedimento. Costoro prima devono recuperare tutte le modifiche già intervenute e poi inserire quella nuova. Provate a leggere la prima modifica che vi capiti sulla Gazzetta Ufficiale, dopo due righe non siete più in grado di proseguire. Vi sembrerà di essere capitato in una palude da cui è difficile uscire. Questo aspetto coinvolge tutta la Pubblica Amministrazione. Più si scende nella scala del servizio e meno sarà semplice l’aspetto operativo.
Non auguro ad alcuno di avere a che fare con l’Agenzia delle Entrate, l’INPS o i Carabinieri. La loro attività, come quella degli altri “operatori pubblici” dovrebbe svolgersi all’insegna dei criteri di buon andamento e imparzialità, organizzata sulla base dei princìpi e criteri di: efficienza, cioè competenza e prontezza nell’assolvere le proprie responsabilità; efficacia, la capacità di produrre l’effetto voluto; economicità, il miglior rapporto tra i mezzi economici impiegati e le risorse umane e materiali da acquisire per il soddisfacimento dell’interesse pubblico ovvero comune. Ricordiamoci ancora che il personale della Pubblica Amministrazione è vincolato da una clausola di esclusività che vieta rapporti di lavoro a qualsiasi titolo (collaborazione, lavoro subordinato) del dipendente pubblico con datori di lavoro di altre aziende. Il divieto, fra l’altro, ha l’obiettivo di prevenire potenziali conflitti d’interesse fra la funzione pubblica e quella privata.
Nei confronti del sopruso “gestionale” la rivoluzione copernicana poggia sul riconoscimento del servizio all’utente; il burocrate come chiunque deve obbedire alle istanze superiori e servire l’interlocutore secondo quanto prescritto. Il fatto che un cittadino sia costretto a fare la fila per dimostrare/ottenere i suoi diritti, rappresenta un orrore paragonabile alla persecuzione dei cristiani al Colosseo.
Per quello “individuale” non possiamo attendere oltre. Dobbiamo intervenire e incidere sull’educazione di base, non solo sull’educazione civica. Sono da contrastare le vessazioni verso una vittima innocente da parte di un suo simile nocivo come avviene, ad esempio, durante la guida in città quando ti sorpassano a destra, frenano incuranti degli altri guidatori, per poi scoprire che sono immersi in una conversazione telefonica. Pensiamo poi a tutto quello che capita in strada o alla persona che ci precede allo sportello postale o bancario e si ferma per sistemare i soldi nel portafoglio magari guardandosi allo specchio per aggiustare il trucco, sono tutte persone le quali mai hanno considerato che su questa terra esista un loro simile.
Magrelli continua: ricorda tutti i protozoi che fumano dove non possono, ascoltano musica senza cuffie, parlano al cellulare rivolgendosi al mondo intero e a tutti coloro che agiscono senza pensare all’esistenza degli altri. Persino i posteggiatori che prima suonavano il loro strumento nei ristoranti, si sono ‘evoluti’ e utilizzano apparecchi di amplificazione rendendo insopportabile la loro presenza; costringendoci, anche se fuori dal locale, a subire una vera tortura. Naturalmente non si pongono il problema e tanto meno considerano che la musica in sé può essere un dono prescelto, in qualsiasi altro caso diventa una punizione inflitta. Anche quando andiamo dal dentista: costretti ad aspettare dobbiamo rinunciare persino alle personali riflessioni per via della musica trasmessa nello studio. Questa situazione si verifica in tanti altri settori: supermercati, mezzi di trasporto, persino nelle stalle: dicono che le vacche forniscano maggior quantità di latte. La relazione pattuita tra gli interlocutori, uno dei quali paga un prezzo stabilito, non esiste. Anche in questi casi manca la reciprocità e una delle parti è costretta a subire un sopruso.
Un suggerimento potrebbe prevedere, nel caso di mancato rispetto, l’obbligo di indossare un braccialetto elettronico che emettesse le scosse elettriche ogni qualvolta il loro comportamento non considerasse il disturbo arrecato al prossimo. Qui concludo riprendendo l’azione silenziosa ma efficace di alcune persone le quali hanno iniziato a cercare ristoranti e alberghi child free che vietano l’accesso ai minori di dieci anni. Attenzione ai fraintendimenti: l’obiettivo non riguarda i fanciulli bensì i genitori incapaci di tenerli a freno. Questo esempio incrocia il tema di fondo, quello dell’educazione come sopra indicato. Non possiamo lasciare questi aspetti al caso o all’arbitrio. Coraggio, dobbiamo ancora lavorare intensamente.
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