Si è ormai entrati nel vivo della preparazione delle elezioni comunali che si terranno nella prossima primavera in moltissime parti d’Italia fra cui Milano, Roma e Napoli. Farò delle considerazioni su Varese che valgono, sotto molti aspetti, per molte altre città al voto come Busto e Gallarate in questa provincia.
L’Amministrazione uscente si presenta con le carte in regola per richiedere il rinnovo della fiducia? Questa la domanda preliminare da anteporre dovunque a tutto il resto. Per Varese (centrosinistra) penso di sì. “Si poteva fare di più e meglio” ci accompagnerà fino all’ultimo giorno della campagna elettorale, ma questo vale sempre.
Stando a Varese le idee buone sono state tante su problemi antichi come le stazioni ferroviarie, piazza Repubblica, vecchia caserma, parcheggi ed altro. Ma anche sulla sicurezza, sui servizi sociali, sulla vivibilità si può affermare che l’ambiente urbano è migliorato.
Le prime valutazioni si fanno ovviamente sul sindaco. Su quello di Varese, Davide Galimberti, il discorso è abbastanza facile. L’impegno è stato forte e positivo con tutti: associazioni, movimenti e gente comune. Il fatto che abbia sempre dichiarato, senza giri di parole, la disponibilità a ricandidarsi è un buon segno. Difficilmente voterei per una persona che non s’impegnasse per il secondo mandato salvo circostanze imprevedibili.
E la giunta? Discussioni accese e problemi non sono mancati ma erano da attendersi data la partecipazione di un gruppo civico slegato dalla politica tradizionale. Qualche incidente di percorso, anche nei rapporti umani, dev’esserci stato senza però risultare paralizzante per l’amministrazione.
È questo il punto che voglio sottolineare per quanto riguarda il centrosinistra e in particolare Il Pd che ne sarà l’architrave. Bene il coinvolgimento di altri partiti, sia verso sinistra che verso il centro, ma assolutamente necessario è l’apporto di gruppi “civici” che tali (questo è decisivo) siano percepiti dall’opinione pubblica.
Si farà la lista del sindaco, presumibilmente, e spero che sarà meno improvvisata ed eterogenea di cinque anni fa. Di solito è vista come un importante e affidabile sostegno al candidato ma penso che i cittadini gradiscano anche l’apporto originale di ambienti vitali della città che condividano progetti, obiettivi e metodi senza identificarsi in una persona o parteggiare per un partito.
La mia idea, valida in generale e non solo per Varese, è che i cittadini richiedano la compattezza programmatica e meno la totale omogeneità politica della coalizione. A far prevalere una squadra è soprattutto il riconoscimento che abbia dentro di sé una reale e ampia rappresentanza di idee e personalità con un forte senso di unità comunitaria.
Il confronto dialettico, leale ma vero, è il valore aggiunto di una coalizione vincente.
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