In questo delicato quanto strano periodo di pandemia, ho avuto modo di leggere il libro di Valerio Magrelli, titolato “Sopruso: Istruzioni per l’uso”. Si tratta di un insieme di tessere che compongono un grande mosaico. Sulla IV di copertina si legge la sintesi del contenuto. “Nocivi contro innocui: viviamo sotto il segno zodiacale del Sopruso, immersi in un impercettibile pulviscolo di ingiustizie. Basti solo pensare alle continue aggressioni sonore, agli estenuanti allarmi acustici, alle infinite richieste con cui le amministrazioni ci molestano impunemente. In queste pagine furibonde e paradossali, traccia la cupa genealogia della prepotenza, per esortare alla difesa di alcuni diritti ormai dimenticati. Un sopruso che molti mettono in atto quando si disinteressano degli altri”.
L’elenco e i dettagli esplicativi sono intriganti perché, nella loro descrizione, raccontano di episodi che sono certamente capitati anche a noi. Solo alcuni esempi: portiamo i bambini al ristorante e dopo pochi minuti lasciamo che inizino a giocare, spesso urlando e rincorrendosi. Regoliamo il volume della TV e dell’impianto stereo mantenendolo a livelli esagerati; lo stesso criterio è utilizzato da alcuni incoscienti in macchina e parcheggiati sotto casa altrui. Utilizziamo il telefonino come se fossimo a casa nostra e ci rivolgessimo al mondo intero. Quando non raccogliamo, come dovuto, le feci del cane. Quando cerchiamo di saltare la fila in qualsiasi circostanza, anche in situazioni dove esiste l’imposizione dei numeri di chiamata. Poi racconta della ‘burocrazia’! Servire chi è pagato per servirci, vale a dire pagare per servire, invece che per essere serviti. Burocrazia è sopruso, esercitato da chi ignora il lavoro, a discapito di chi, viceversa, lo pratica. Ignorare il lavoro, ossia essere un burocrate, consiste, per esempio, nell’essere pagato non tanto per verificare il lavoro compiuto da altri, quanto per impedire loro di esercitarlo. Una logica basata su intenti ostativi. La mala-missione della burocrazia risiede oggi nel soffocare individui e imprese, penalizzando coloro che provino a operare. Dunque ‘burocrazia’ significa forza anti-lavoro, qualcosa di paragonabile all’antimateria nella fisica. Con il pretesto di controllare l’agire altrui, in realtà lo paralizzano.
Magrelli ci ricorda anche un episodio del 3 febbraio 1998. L’accaduto, forse dimenticato, riguardò un aereo militare statunitense che a velocità eccessiva e a quota inferiore al consentito tranciò il cavo della teleferica del Cermis provocando la morte di venti persone. Un sopruso internazionale perché i militari vennero sottratti alla magistratura italiana, condotti negli USA, lì processati e alla fine scarcerati dopo quattro mesi di detenzione; poi degradati e congedati dal corpo dei marines. Una pagina molto esplicativa, riguarda l’applicazione a ‘singhiozzo’ della legge. Uno dei difetti del nostro Paese si manifesta quando è applicata a ‘macchia di leopardo’, comunque a geometria variabile che chiama ‘Lug-Lag’. Da ciò proviene un costante senso d’incertezza che mina ogni fiducia nelle istituzioni. Quando si vive in maniera stabile ai poli estremi del sistema civile, vuoi nel cuore del rigore elvetico, vuoi nel pieno della disorganizzazione africana, l’utente sa a perfezione cosa aspettarsi e quindi può regolare il proprio comportamento senza temere sorprese. Da noi, invece, no. Nulla ferisce tanto, quanto lo zelo esercitato nel pandemonio, la precisione svizzera (Lugano), dentro la confusione nigeriana (Lagos), laddove alla certezza della pena subentrano il caso e l’arbitrio. Questo è il ‘male italiano’. Il capitolo sui rimedi lo rimandiamo alla prossima puntata.
You must be logged in to post a comment Login