Faccio grandi complimenti alla Giunta del Comune di Varese. Ho saputo dagli organi di informazione locali che ha raggiunto il 70% di raccolta differenziata dei rifiuti e, soprattutto, ha vinto, con altre città, un premio di 242.000 euro da destinare ad una più efficace gestione dei rifiuti cittadini. Una cifra considerevole, che confido possa ottenere il raggiungimento di tutti gli obiettivi necessari a permettere a Varese di conseguire una quota di raccolta differenziata superiore a quella, pur significativa, di oggi.
Della capacità dello staff dell’assessorato alla tutela ambientale, ho già detto in passato. Vorrei, ora, che lo stesso (per volontà politica) sappia fare propri in futuro altri traguardi importanti, sapendo coinvolgere gli enti che operano nel terzo settore della città.
Quanto ottenuto da parte del Comune può credibilmente consentire il miglioramento della situazione attuale, già ricordata, e di realizzare un progetto innovativo che prende il nome di Kayt, acronimo di Know as you throw (tradotto: conosci ciò che butti). La sperimentazione scatterà il prossimo mese.
Il progetto è mirato al coinvolgimento del corpo sociale e a insegnare, oltre che cosa acquistare, anche ad effettuare la più idonea differenziazione dei rifiuti prodotti. Il progetto è teso a favorire una più efficace gestione dei rifiuti.
Di che cosa si tratta?
Il Comune aprirà un dialogo mediante messaggi Whatsapp con 2.000 famiglie, avvertendole sistematicamente dei giorni di prelievo dei rifiuti e invitandole a compiere in modo corretto la differenziata. Il Comune spronerà, dunque, a migliorare le performance nel contenimento dei rifiuti e nella loro corretta gestione. E lo stesso faranno, poi, gli “eco coach”, informatori ingaggiati da Palazzo Estense per tenere lezioni nei condomini. Ci saranno anche dei verificatori che controlleranno i risultati pratici.
Ma c’è di più: sono previsti anche “messaggi personalizzati” che indicheranno agli abitanti dei condomini se stanno operando bene con sacchi e bidoni oppure se devono migliorare. Ebbene, l’adesione a questo canale di comunicazione (che prevede anche risposte a semplici questionari) consentirà a ogni singolo utente di guadagnare punti, che sommati a quelli del miglioramento della differenziata, si trasformeranno in buoni da 25 euro da spendere nei negozi di quartiere. Un circuito, insomma, virtuoso che fa bene alla differenziata, al portafogli delle famiglie e alle botteghe rionali.
Detto questo, faccio notare, però, in negativo, che, né il Sindaco di Varese, né l’Assessore alla Tutela ambientale, hanno risposto alla lettera di Amici della Terra Varese in data 2 settembre 2019, che voleva, tra l’altro, proprio un coinvolgimento maggiore del corpo sociale per la miglior gestione della questione rifiuti.
Per l’ennesima volta, non hanno voluto coinvolgere le associazioni ambientaliste cittadine che potevano migliorare il progetto, nonché partecipare alle azioni per motivare i cittadini a raggiungere una quota più alta di raccolta differenziata.
Questo sarebbe stato, infatti, un risultato davvero eccezionale.
Possibile che neanche l’Assessore alla Tutela ambientale sappia far crescere le associazioni ambientaliste e pretendere, dal Sindaco, l’applicazione di quella recente e innovativa sentenza della Corte costituzionale numero 131 del giugno 2020, che ha statuito che la partecipazione degli ETS, non può essere considerata un’eventualità residuale rispetto ad altri strumenti giuridici, ma assume una rilevanza fondamentale nei processi di condivisione e programmazione degli interventi e delle azioni a favore della comunità?
In quest’ottica, occorre affermare che l’articolo 55 Codice Terzo Settore individua le modalità e gli strumenti necessari a conseguire gli obiettivi individuati dall’articolo 1, comma 1 del medesimo Codice, identificati nel perseguimento del bene comune.
Insomma, ci vuole una maggiore interazione tra pubblico e privato.
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