In età puerile ci sono sogni belli ma anche forti tensioni imposte dalle madri che ti vogliono veder primeggiare in campi in cui loro-forse- hanno fallito. Due ore di danza alla settimana. Tre ore di tennis. Una vita in piscina! Ricordo una mamma comodamente seduta sulle gradinate della piscina che imponeva ai figli vasche e vasche a stile libero (…ma dove libero). “Mamma, sono quaranta vasche” e lei “Dai, fanne ancora dieci”. Poi le lezioni di lingue. (Nella vita si devono parlare più lingue. Così si fa carriera). Poi a tavola: Mangia questa verdura. È tutta vitamina. No il cioccolato non va bene per te. Caramelle: una sola, mi raccomando. Hai lavato i denti? Smettila col telefonino. Ma allora perché me lo hai regalato? Perché quando sei fuori so dove sei! Per controllarmi allora! E poi la TV coi cartoni… E poi i compiti. Ho preso un brutto voto? Colpa mia che sono “svogliato”, ma la maestra sarà accusata d’incapacità perché non sa coinvolgermi. Ma dove sono le coccole di cui ho tanto bisogno? Le dolcezze? Dove i miei giocattoli? Le mie bellissime matite colorate? Le mie biglie? I pezzetti di legno che lavoro io con lo scotch? Le mie macchinine? Arrivano un sacco di peluches, belli per gli adulti ma inutili ai miei occhi. Prova a colorarli col pennarello, vedi che cosa succede. Ho tante paure, del buio per esempio … e allora via dallo psicologo.
Si dimentica l’infanzia ed ecco l’adolescenza: vivo incertezze, mi circondano interrogativi. Perché io sono così brutto e gli altri più belli? Perché non sono simpatico? Perché l’apparecchio dei denti? Perché tutto è faticoso? Perché la mia faccia è piena di brufoli? Perché non posso vestirmi come voglio io, come i miei amici? Perché discutere sempre per il telefonino? Perché i miei amici non piacciono ai miei? Perché la prof è stronza con me? Perché i miei genitori sono così…. Ma cos’è sta’ vita? Perché non posso più giocare? Perché mi opprimono tutti? Perché le ragazze sono più disinvolte di me? Perché le donne mi fanno soggezione e mi turbano? Perché non riesco nello sport? Ma i miei, che mi ossessionano sono stati adolescenti? Non si ricordano?
Poi arriva l’età della gioventù. E anche qui un sacco di problemi. Se voglio essere qualcuno devo affrontare duro lavoro, duro studio. Un esame dietro l’altro. Impulso alla felicità frenato dagli impegni. Ore di discussione con gli amici. Invidia per quelli che passano serate al bar con “la compagnia”, io invece ore sui libri …. Perché le donne, perché la politica, perché si fatica, perché la Chiesa? Lo potrei fare anch’io il prete? Ma no! Perché la vita è così? Perché le droghe? Te le tirano addosso: come difendersi? Perché vivere sempre preoccupato? Devo farmi una cultura. Ma quale? Ma cosa è la cultura? E avanti a combattere contro questa realtà.
Poi si cambia ancora: arriva l’attrazione per una certa tipa che è bellissima, disinvolta, in gamba: una che sa vivere. E la pensa come me. Crede nelle stesse cose. Poi la carriera, un lavoro, una professione, il rapporto col capo; perché non sono io il capo … devo fregare il prossimo se no fregano me … Perché sempre così tanti problemi? Perché i colleghi sono una massa di stronzi? Ma dov’è la lealtà? Perché gli altri fanno più soldi di me ed hanno più successo? Poi mi ritrovo con figli. Bellissimi, ma che fatica “tirarli grandi”, educarli. Uffa! Si viveva meglio una volta o ai nostri giorni?
Infine mi ritrovo definito “vecchio”. Ho avuto la possibilità d’anticipare la pensione. Sentivo che non era più come un tempo. Atmosfera più dura. Si masticava più amaro. Non c’era più soddisfazione. Via a godermi il vivere. Ma poi… Cavoli! Il dottore mi dice che sono iperteso e ho anche una certa tendenza al diabete. Lo stomaco deve essere protetto con le pastiglie. Cavoli! Per star bene non si deve andare in pensione? E i rapporti coi figli sono cambiati. Sono loro preoccupati per me, loro, giovani adulti forti e decisi, mi dicono loro che cosa devo fare io. Io vorrei ancora agire perché così mi sento attivo, mi sento vivo; ma sono “pensionato”, mi hanno “messo da parte”, tutta la mia esperienza viene accantonata, buttata via. Ma io tante cose, anche se pieno di dubbi, di incertezze le ho fatte nel passato. In ditta i miei pensieri, le mie idee risolvevano problemi. Anche ora se facessero “così” al posto di “cosà” avrebbero vantaggi, ma io sono in pensione. Mi hanno, ripeto, messo da parte. “Ma goditela”, mi dicono, ma invece tutto diventa una grande noia. “Leggi”, ribadiscono, ma dove sono i libri che dicono qualcosa di valido? Pagine piene di parole, ma dove i contenuti? Sento attorno un gran vuoto. Mi fanno giocare a carte, ma poi? Mi fanno ancora ballare. Ma poi? Mi fanno passare ore al parco, su una panchina. Ma poi? Per fortuna ci sono i nipoti, ma anche loro crescono. Se dò qualche consiglio ridono: “Nonno sei superato”. Ma nel mio superato c’è dentro tanta fatica vissuta. Si dice che ognuno deve fare i suoi errori…. Ma ripeterli sempre nel tempo è stupido. È per questo che il mondo evolve solo nelle tecnologie e non nella sostanza? L’ Umanità continua a far guerre: è un’umanità senza fantasia. La violenza non paga: lo si sa da tanti secoli, ma sempre si ricomincia. Si continua a far soffrire i più deboli, quelli che non possono, che non sanno difendersi, e anch’io sento di farne parte. Intanto il mio fisico cambia: ci sono più dolori. Le gambe non vanno più, fatico a tenere l’equilibrio. Ma io continuo a pensare. Continuo a farmi domande come uno giovane. Continuo a preoccuparmi per questo mondo che inesorabile si arrotola negli errori e negli orrori.
La voce di un mio amico stimola un pensiero” peculiare”: lui ha messo su una ditta di alta tecnologia. Lo coprono di richieste. Lui dice: “Sono stato bravo, ma mi sono fatto una gabbia d’oro”. Lui però conta ancora tanto e non si rende conto che ha fatto tanto per gli altri e continua a farlo. Fa e ha avuto tanto successo ma aiuta gli altri a farlo. Ecco, secondo me è importante fare per gli altri. Fai agli altri e ricevi tu: è questa la chiave della vita?
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