Quale Presidente dell’associazione Amici della Terra di Varese (ADT) desidero dare qui un resoconto della mia attività riguardo all’apertura delle scuole.
Ritenendo una questione fondamentale la ripresa delle attività scolastiche dopo il lock-down, dal 18 luglio ho mandato sette lettere ai Sindaci (nominati Commissari Straordinari per l’Edilizia Scolastica) di Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Saronno e al presidente della Provincia di Varese.
ADT ha ritenuto di vantare un diritto di parola su questo tema in forza della sentenza dalla Corte Costituzionale numero 131 del giugno 2020, nella quale viene sancita la rilevanza non residuale delle associazioni del Terzo nei processi di condivisione e programmazione degli interventi e delle azioni a favore della comunità.
Le uniche risposte sono arrivate dal Comune di Saronno, che ha fatto pervenire l’elenco degli immobili sottoposti ad intervento, e dall’Assessore all’educazione del Comune di Varese, che ha assicurato l’applicazione di tutte le direttive del Governo e del Comitato Tecnico Scientifico.
A questa risposta, ADT ha dato seguito facendo presente un una replica successiva il mancato coinvolgimento degli enti che fanno parte del Terzo Settore.
Sono dell’idea che tutto il gruppo delle associazioni iscritte nel Registro provinciale delle Associazioni di volontariato andasse sentito. La prassi corretta sarebbe stata quella di interessare le associazioni, dando loro un termine massimo entro il quale fornire il proprio parere.
Questa procedura non viene mai messa in opera perché si crede comporti il procrastinare le decisioni.
Nessuno pensa di applicare la legislazione nazionale e comunitaria che sempre vorrebbe ci fosse una interazione tra pubblico e privato, affinando e rendendo più produttiva l’azione pubblica.
Il mio timore è che il mondo della scuola sia troppo standardizzato e che occorra sentire sempre il parere di esterni, i quali potrebbero aiutare a migliorare le scelte dei decisori.
Più volte è stata ripetuta la notizia del progetto ministeriale di banco tipo per le scuole, disegnato secondo le regole imposte dalla pandemia e dal comitato tecnico istituito dal Governo nazionale.
Riguardo al problema del posizionamento degli studenti, il Comune di Varese ha già pensato a come evitare classi sovraffollate?
Il Sindaco di Varese si è incontrato con il Presidente della Provincia per conoscere i bisogni delle scuole superiori varesine?
Sono previste nuove attività che consentano il distanziamento tra gli studenti?
Ci sono nuovi immobili pubblici o privati per ospitare gli studenti?
Cosa si intende fare perché i mezzi pubblici possano essere utilizzati in sicurezza?
Ho saputo a cose fatte che il Sindaco e l’Assessore alla partita hanno incontrato i genitori per spiegare come sarà organizzata l’attività scolastica per evitare la diffusione del contagio, quale sarà il ruolo degli insegnanti e quali i doveri degli alunni.
Benissimo che il Sindaco abbia incontrato e informato tanta gente. Malissimo, però, che tutto sia stato deciso dagli stessi enti che si erano occupati dell’apertura delle scuole in passato, e che non siano invece stati coinvolti altri interessati.
Resto convinto che il Comune abbia solo convenienza a coinvolgere produttivamente il Terzo settore. Potrebbero arrivare idee nuove ed anche finanziamenti da poter spendere per poter affrontare nuove discipline.
La morale di tutta questa questione è che da parte dei Comuni di Varese, Busto Arsizio e Gallarate nonché dalla Provincia di Varese, c’è poca propensione a far partecipare gli interessati all’assunzione di scelte che devono spettare solo agli enti pubblici.
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