Il resto de la terra, senza mai mai pagar l’oste, andrò cercando con Ptolomeo…era il 1518 e Ariosto così scriveva in una sua satira.
Il poeta, amante della quiete e della felicità delle piccole cose, non amava viaggiare, neppure per lavoro, e preferiva conoscere il mondo guardando carte geografiche, mappamondi e planisferi, Ma quanti in questa estate del 2020, anno da dimenticare che, al contrario, sarà super ricordato, cercheranno, e non per scelta, il mondo soltanto sulle carte geografiche o su internet? O meglio nei sogni e nella immaginazione. Se come ha detto papa Francesco “la persona non è solo lavoro e che dobbiamo pensare alla sana cultura dell’ozio e di saper riposare”, i viaggi estivi, anche se non sempre di sano ozio e di riposo, sono spesso sinonimi di vacanza. E vacanza significa turismo. Sembrerà strano ma non è facile darne una definizione univoca. Per l’OMT, organizzazione mondiale del turismo, è l’insieme delle attività di coloro che effettuano uno spostamento o soggiorno al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore e, comunque, per un periodo non superiore ad un anno. L’OMT, precisando che ci sono cinquanta tipologie di turismo e che chi si allontana per meno di 4 ore deve essere definito escursionista, si basa fondamentalmente su criteri economici. Ben sappiamo come il Covid ha colpito questo settore economico anche in Italia, che, secondo le statistiche, nel 2019 risultava come quarto paese al mondo tra i più visitati. Il bilancio, con le ricadute negative o con segnali di ripresa, si faranno l’anno prossimo. Per ora è interessante seguire l’andamento come riccamente segnalato sul sito dell’Ente del turismo italiano. Senza dimenticare che soltanto cinque anni fa molti si interrogarono come mai tale ente costasse di più rispetto al funzionamento della Casa Bianca, dai bollettini on line veniamo a sapere che per l’intero trimestre estivo, da luglio a settembre, ci sarà un calo degli arrivi aereoportuali internazionali, che nelle città d’arte solo una stanza su quattro è stata prenotata. Di contro secondo alcune proiezioni la montagna sarà meno colpita dal trend negativo del turismo post pandemico. Sempre secondo gli studi previsionali dell’Enit l’Italia della ripartenza punta alla ripresa grazie alle vacanze prolungate fino ad ottobre e veniamo informati che il tipo delle vacanze di fine estate saranno le country house, i campeggi e le vacanze dai parenti: informazioni che sembrano in contrasto con immagini di spiagge affollate e di code di auto. Insomma un intreccio di problemi economici e sociali. Inoltre si deve pensare che per molti settori, fortunatamente in ripresa, le ferie dei dipendenti saranno più brevi per permettere di recuperare le difficoltà di mesi con attività bloccate o rallentate. Un vero labirinto di variazioni in atto con inevitabili conseguenze per il futuro non solo immediato e tutto da studiare. Importante sarà avere il giusto filo di Arianna.
Certamente sarà un capitolo da aggiungere al bel saggio di Annunziata Berrino, pubblicato nel 2011 e intitolato Storia del turismo in Italia. Tra le domande che si pone l’autrice ne troviamo una da non trascurare: che cosa porta la società occidentale tra Otto e Novecento a elaborare la categoria culturale del turismo. Domanda da attualizzare per non dimenticare come essere turisti e non solo fare turismo abbia anche una funzione culturale. Sembra lontana la definizione del Settecento per cui il turismo era, non solo per il grand tour, viaggio di conoscenza, anche per il viaggiatore di diporto in cerca di benessere. Non lo è se pensiamo alla domanda che sta caratterizzando la campagna del 2020 promossa dal FAI per il cosiddetto turismo di prossimità: Why not? Perchè non apprezzare il turismo di prossimità? Turisti, escursionisti o quasi esploratori curiosi di quanto vicino e troppo spesso sconosciuto. Il Fai, come del resto altre associazioni, merita un vero grazie per le attività che sta organizzando in questo periodo. A titolo esemplificativo ricordiamo le giornate di giugno in cui 768 persone hanno scoperto e apprezzato il parco dell’Argentera a Cadegliano e le piacevoli escursioni tra Ghirla e Cunardo, la cosiddetta via dell’acqua. Conoscenza del territorio, gusto di stare insieme, sinergia con enti, come la Comunità montana del Piambello: ingredienti fondamentali per un turismo di prossimità o territoriale. Una nuova pagina da scrivere per il turismo, magari con nuove definizioni, al di là di necessarie ma non sufficienti strategie di marketing, come lo spot visto sui canali televisivi e invitante a fare un salto a Varese. Ma per ora al di là delle riflessioni è il momento di augurare serene vacanze.
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