Opinioni

CHE CITTÀ FUTURA

OVIDIO CAZZOLA - 24/07/2020

Varese si trova in un momento delicato nel quale occorre assumere orientamenti e percorsi ragionevoli che saranno determinanti e forse vincolanti per il suo futuro urbano.
Intendo il futuro urbano della Città, luogo di vita, di relazione, di progetto di una comunità.
Quale Città? Certo più ampia, molto più ampia della dimensione comunale varesina.
Ho ricordato spesso la ricerca svolta più di vent’anni fa per la redazione del Piano regolatore dalla società incaricata Oikos, perchè la sua è stata l’unica ricerca approfondita di cui disponiamo.
Alla nostra città reale, di ben oltre 150mila abitanti proponeva la necessaria presa di coscienza e di avvio di una stretta collaborazione intercomunale per progettare un comune destino.
Un destino di rilevanza anche economica, con i nostri cugini del Canton Ticino.
Ricordava anche l’opportunità di creare un luogo rappresentativo di incontro, di riflessione, di progetto in questa Città.
Proponeva un Centro congressuale da realizzare a margine del viale Europa dotato di sale adeguate, di servizi culturali diversi, idoneo allo svolgimento di spettacoli teatrali. In vista dei laghi e del monte Rosa.
Per valorizzare con il nostro paesaggio e i nostri luoghi monumentali, la possibilità di un ulteriore accoglienza turistico-congressuale favorita dalla vicinanza di Malpensa.
Non abbiamo purtroppo ancora avviato iniziative concrete per la collaborazione intercomunale, anche se rilevo la presenza di sensibilità in alcune Amministrazioni comunali dell’Area varesina.
Credo che si non debba più attendere per promuovere iniziative adeguate di confronto e di riflessione al riguardo.
Il Comune di Varese ha per questo la maggiore responsabilità.
Soprattutto in questa fase in cui la collaborazione può dare risultati incoraggianti anche sotto il profilo economico.
La ‘classe’ politica dei nostri Comuni non può solo concentrare la sua attenzione sui problemi di necessaria funzionalità delle strade, dei servizi pubblici e impegnarsi lodevolmente per valorizzare i propri ambiti urbani.
Ma deve alzare il suo sguardo su più estese, strategiche prospettive.
Il recente convegno sul ‘Tram/treno’ ha proposto la necessità di connessione della città reale e un ulteriore aggiornamento della rete ferroviaria ottocentesca dopo il recente collegamento con Mendrisio.
Non condivido la proposta di spostare la stazione nell’area dell’ex Macello perchè quest’area deve avere un ruolo centrale nelle relazioni quotidiane urbane oggi mancante tra Biumo e il Castello di Belforte. A causa delle edificazioni diffuse consentite dagli infelici Piani regolatori degli anni ’50.
Nei quali il principale interesse veniva dato alla disponibilità volumetrica edificabile.
Infatti oggi oltre alla collaborazione intercomunale va ripensata l’articolazione interna della città abitata.
Con aggiornamenti urbanistici che individuino le nuove centralità di relazione sociale.
Come nell’area ex macello e nelle aree vicine all’attuale stazione delle ferrovie Nord così anche nell’area dell’ex Aeronautica Macchi occorre assicurare nuovi luoghi significativi di relazione.
Non si tratta soltanto di definire le nuove volumetrie consentite. Ma i nuovi luoghi di vita sociale.
Creare spazi di verde pubblico e luoghi caratterizzati di servizio e di incontro: questi devono essere gli obiettivi principali della progettazione urbanistica oggi.
Per una Città articolata ma solidale che vive ogni giorno di relazioni e che si incontra nei luoghi del progetto per pensare il proprio futuro.
Che rispetta e valorizza la sua storia significativa, che offre a chi la visita la sua bellezza paesistica.
Che intende vivere e proporre una sua esperienza di ricerca e di impegno.
Occorre per tutto questo una guida.
Che anzitutto compete alla presenze attive della cultura e delle associazioni varesine, all’impegno della ‘classe’ politica.
Abbiamo fiducia e speranza al riguardo.