Ci hanno abituati ad essere sempre presenti, in ogni occasione di bisogno, sempre pronti a dare una mano, seguendo il loro principio di ‘ricordare i morti, aiutando i vivi’. Sempre presenti anche in questo strano periodo ‘covidiano’. Molti di loro si sono ammalati e molti ‘sono andati avanti’. Tutti hanno continuato ad impegnarsi, rammaricandosi talora perché ‘veci’, e quindi impossibilitati, ancorché efficienti nonostante i più di 65 anni sulle spalle, a svolgere servizi di pubblica utilità per le amministrazioni durante il lock-down: niente consegna di spesa agli anziani, ma anche niente servizio consegna medicine o assistenza ai disabili, come nei periodi ‘normali’. I ‘bocia’ si sono organizzati, spesso reclutando ‘nuovi amici’ più giovani, volonterosi di ‘far del bene’ e non di stare sdraiati sui divani, a lamentarsi della ‘reclusione forzata’ – ma qualcuno ha mai pensato ai coetanei che giusto un secolo fa erano ‘reclusi nelle trincee’ sul fronte italo-austriaco?- e insieme ai volontari della Protezione Civile Alpina e hanno collaborato con le amministrazioni locali per la consegna della spesa e poi delle mascherine nei vari quartieri della città e nei paesi dell’intera provincia.
Sono fiorite le iniziative benefiche con tempestiva solidarietà che hanno fatto sentire la profondità dei valori alpini con gesto concreti. Sin dall’11 marzo, dopo la scomparsa di Roberto Stella, Alpino e medico, unendo nel suo ricordo tutti coloro che sono “andati avanti” , è partita l’iniziativa della Sezione Ana di Varese di raccogliere fondi , per acquistare e donare in brevissimo termine caschi per l’ossigenazione e il sostegno alla respirazione- strumenti estremamente utili- dei pazienti ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Circolo di Varese, e le apparecchiature sono state consegnate nello stesso mese.
Ad Aprile ci sono state le uova di Pasqua dell’A.I.L. in parte acquistate e poi regalate dagli stessi Alpini agli Agenti di Polizia e agli operatori sanitari del Sacco di Milano e in parte vendute con una fitta rete di sms e telefonate che hanno sostituito i tradizionali banchetti posti in Piazza Monte Grappa e poi consegnate dai volontari, perché l’A.I.L. e i malati di leucemia non dovevano essere abbandonati durante la nuova recente emergenza. E dopo le uova, la consegna della fontina per aiutare i produttori gettati nel lastrico dal lockdown con tonnellate di formaggi invenduti, subito ‘collocati’ grazie ai solito vorticoso giro di ‘rete solidale’. Poi dopo la fontina, è stato necessario collocare a metà giugno le ‘erbe aromatiche’ per aiutare l’Associazione italiana Sclerosi Multipla’ esaurite a tempo di record, e poi le torte di pane, perché ovviamente la tradizionale ‘cena solidale’ di giugno in centro a Varese è saltata.
Cose piccole, in confronto allo sforzo notevole della realizzazione dell’ospedale da campo A.N.A. a Bergamo, tutto frutto del loro lavoro volontario e dei fondi generosamente donati da Gruppi e Sezioni.
Durante le riunioni dell’ultimo mese, seguite a quelle ‘in remoto della primavera’ si è molto dibattuto sull’opportunità di confermare la Festa della Montagna, tradizionale appuntamento di mezz’agosto. Si fa? Non si fa? Prendiamo le misure? Andiamo a montare le strutture? –fatto!- e poi, alla fine, dopo l’ennesimo confronto presente il sindaco Galimberti, la decisione di non esporre nessuno al rischio contagio- post- assembramento, per quanto evitato almeno negli intenti perché ci può essere sempre l’indisciplinato…
Così con profondo rammarico la presenza al Campo dei Fiori non ci sarà. Niente Festa, niente motoraduno né cronoscalate né visita alle grotte Marelli né conferenze cinema e spettacoli. Forse nel giorno dell’Assunzione alle Tre Croci sarà celebrata la Messa in ricordo di tutti coloro che ‘sono andati avanti’ e in particolare per i ‘Caduti senza Croce’ , forse- così è nell’intenzione del Capogruppo di Varese, Antonio Verdelli- riusciremo a registrarla di prima mattina e a trasmetterla alle 11.00 sullo schermo ai Giardini Estensi. Unica cosa certa è salire il 7 agosto a issare il Tricolore da ammainare a ferragosto. Ma poiché grazie al lavoro volontario alla Festa da quasi cinquant’anni si raccolgono i fondi da donare nell’altro momento clou della vita Alpina a Varese, il Concerto di Natale, le vulcaniche menti hanno pensato a una alternativa: l’iniziativa ‘Alpini in città 2020, noi ci siamo’.
Organizzeranno un take away, dal 7 al 15 agosto, facilitati dal fatto che la sede di via degli Alpini ha una entrata e una uscita ai due estremi dell’edificio, che quindi possono essere controllate facilmente, secondo le direttive ministeriali. Chi vorrà potrà ritirare il cibo che ha sempre trovato al Campo dei Fiori, e non mancherà la polenta, per consumarlo nelle proprie abitazioni. E’ una scommessa. Non sanno se e come la gente risponderà ma non potendo fare molto altro per comunicare che anche quest’anno, vogliono ribadire che nonostante tutto, gli Alpini ci sono.
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