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Ambiente

TERRITORIO DA TUTELARE

ARTURO BORTOLUZZI - 01/07/2020

acquaNon appena sono stato informato dello sversamento di idrocarburi che non rendeva possibile bere l’acqua potabile nel territorio a Nord del comune di Varese e in quelli dei comuni di Casciago, Luvinate, Barasso e Comerio, ho subito scritto, come Presidente di Amici della Terra Varese, per chiedere spiegazioni di quanto verificatosi. Si poteva presumere, dati i comuni inquinati, che fosse coinvolto un serbatoio sul Campo dei Fiori. Mi sono quindi rivolto al Sindaco del comune di Varese, a quello di Casciago, Luvinate, Barasso e Comerio, al Prefetto e alla società che si occupa di raccogliere i rifiuti all’interno della città di Varese Acs-Agam.

Ho preso atto che sono stati subito fatti degli interventi, per tamponare l’emergenza, da parte dei comuni coinvolti e del Parco, ma ho chiesto che subito venga istituita e resa operativa, una commissione d’inchiesta che abbia quali compiti quello di accertare le cause dell’inquinamento e quello di controllare la completa bonifica delle fonti idriche.

È giusto che una simile commissione abbia sufficienti poteri e possa essere insediata in sede prefettizia permanentemente così da garantire l’elevata qualità di vita dei varesini nonché alti standard di sicurezza.

Ho dato la disponibilità dell’associazione Amici della terra a sedersi ad un tavolo con questi compiti e poteri anche solo con diritto di parola.

Gli idrocarburi possono fuoriuscire da vecchie caldaie (si è appurato che coinvolta era la cisterna della caldaia dell’area militare del Campo dei Fiori), ma è inconcepibile che dopo l’inquinamento che aveva coinvolto il Comune 10 anni fa, analoghi scarichi di quelli precedentemente verificatisi, fuoriescano verso il lago di Varese e nei comuni nella parte alta del territorio comunale di Varese.

Mi sono chiesto: cosa è stato fatto negli ultimi 10 anni per trovare la fonte o le fonti degli inquinamenti?

Questo è un problema che deve essere finalmente affrontato e risolto. Non dobbiamo subire ora una stessa evenienza accaduta in passato.

Sappiamo che devono essere fatti in sede locale investimenti irrinunciabili per mantenere il controllo pubblico del sistema idrico. Ci è ben presente che le casse comunali sono in crisi. Sappiamo però che di fronte ad una politica che produce una seria programmazione a vantaggio della qualità della vita del proprio corpo sociale, questo ha dimostrato di essere disposto a tirare la cinghia e a seguire un invito dell’amministrazione pubblica.

Ci vuole certo coraggio amministrativo, ma c’è piena possibilità di motivare la necessità di un intervento che non è certo ulteriormente differibile.

La Regione Lombardia all’interno dell’ “Accordo quadro per il risanamento del Lago di Varese”, confidiamo (dato che gli inquinanti chiaramente finiscono per gettarsi nei rivoli che si riversano nel lago) voglia individuare i soldi necessari a risolvere questi problemi.

Anche riguardo il sistema fognario, è necessario che in città siano fatti gli investimenti utili a rendere il territorio varesino attrezzato con gli strumenti innovativi che sono consigliati allo stato del dibattito ingegneristico. Strumenti poi, che consentono non soltanto un livello elevato di decoro urbano, ma anche un risparmio energetico che permette ai cittadini di avere ristoro nelle bollette di pagamento.

I Comuni si rendano più attivi a risolvere un problema che ciclicamente si ripete, e se non hanno soldi per farlo li richiedano agli enti superiori (Provincia e Regione) oppure ai cittadini istituendo una tassa di scopo.

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