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Attualità

CASERMA DELLA CULTURA

CESARE CHIERICATI - 01/07/2020

 

Ci siamo. Meglio, dovremmo esserci. E’ buona cosa cautelarsi con il condizionale quando si tratta di rispetto di tempi e scadenze nelle pubbliche amministrazioni. Stando alle solenni dichiarazioni del Sindaco (Davide Galimberti) e del presidente della Regione (Attilio Fontana), corroborate da quelle tecniche dell’architetto comunale Gianluca Gardelli, il 15 luglio, dunque tra una decina di giorni, dovrebbe partire il grande cantiere di piazza Repubblica che, nelle intenzioni, restituirà alla città il mercato che tornerà ad occupare gli antichi spazi e l’edifico della vecchia Caserma Garibaldi rimessa a nuovo.

Finalmente un punto fermo dopo lunghi anni di discussioni, progetti, ripensamenti, errori, ipotesi di destinazione e soldi, tanti soldi, spesi per tenere in piedi un manufatto che sul lato di via Spinelli, la cosiddetta” manica lunga” aveva (?) i piedi d’argilla, ovvero le fondamenta compromesse dagli scavi per il multipiano sottostante, ma anche da antiche infiltrazioni provenienti dalla collina di Bosto. Nonostante questa costosa ipoteca la Sovraintendenza ha imposto al Comune di Varese la conservazione totale del vecchio manufatto militare mettendo nel cassetto sia l’ipotesi di abbattimento totale sia quella, molto più ragionevole, di abbattimento parziale. Entrambe le ipotesi prevedevano la costruzione del teatro cittadino sul sedime della Garibaldi.

Saltata questa suggestiva possibilità, ha prevalso alla fine la scelta, peraltro assai discussa nella maggioranza di centrosinistra, di farne un polo culturale multimediale con il trasferimento in toto della Biblioteca comunale di via Sacco e delle altre biblioteche presenti in città. La massa dei libri si distribuirà in un piano interrato ricavato nel cortile interno e nei due piani superiori a loggiato che ospitavano le camerate dei militari. Sarà una biblioteca a scaffali aperti, quindi con i volumi a vista e a fruizione immediata su appositi tavoli di lettura. L’ultimo piano – 600 mq. in tutto – diventerà invece la casa dell’Archivio del Moderno che sarà trasferito a Varese dall’Accademia di architettura di Mendrisio dove è attualmente ospitato.

Pure interrata sarà la nuova sala polifunzionale prevista per gli eventi che il nuovo polo culturale cittadino dovrà generare in autonomia ma anche in collegamento con l’Università dell’Insubria che disporrà di una serie di sale di lettura e studio all’interno del braccio storico della caserma, quello che si affaccia su via Magenta e via Medaglie d’oro. Dopo una lunga fase di autoisolamento nel campus delle Bustecche, l’Ateneo (14 mila iscritti) sta ora recuperando un rapporto costruttivo con la città, sia confermando la presenza del Rettorato e dell’Aula Magna in via Ravasi sia condividendo con Palazzo Estense il progetto di studentato diffuso nella castellanza di Biumo Inferiore. Un ampio infopoint, un caffè e locali di aggregazione per bambini e ragazzi occuperanno invece i locali affacciati a Via Spinelli. Questo lato della Garibaldi, stando al progetto, ritroverà l’antico porticato già murato per ragioni statiche pochi anni dopo la costruzione dell’edificio stesso. Tirando le somme gli spazi da consolidare, recuperare e restaurare, con l’aiuto della Sovraintendenza stessa, sono enormi: quasi 7.000 metri quadrati più 2.535 mq. di cortile interno comprese alcune pertinenze ormai in completa rovina. La spesa prevista per questo primo intervento è di 10 milioni e 500 mila euro.

Si diceva all’inizio che se la caserma da un lato si rinnova la piazza dall’altro ritroverà quanto prima la sua antica funzione mercantile, ma non certo a costo zero perché dovranno essere eliminati tutti i gradoni e le residue fioriere oggi presenti sul coperchio del parcheggio, rifatta la pavimentazione, rinnovate le sottostrutture idriche ed elettriche, riviste entrate e uscite dal sedime. Interventi che dovrebbero consentire al mercato di riaprire i battenti entro fine anno o al più tardi un paio di mesi dopo. Ma non basta, per migliorare e disciplinare a fondo la viabilità sarà essenziale completare la sistemazione: con la prevista eliminazione di via Spinelli e la ricongiunzione della caserma alla piazza; con la modifica della rampa di uscita dal multipiano su via San Michele; con l’ampliamento e doppio senso di marcia di via Ravasi, la minuscola arteria alle spalle dell’edificio militare; con la costruzione di un nuovo incrocio Ravasi – Magenta.

La Regione Lombardia è il primo finanziatore del maxi intervento con 20 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 9.5 provenienti dal Patto per la Lombardia, a firma Bobo Maroni, mentre altri 8.565 milioni sono la quota a carico del Comune di Varese. Consegna prevista entro 24 mesi dal via al cantiere. Dopo un interminabile gestazione resta tuttavia da capire se nell’imminente tempo del fare riuscirà a maturare anche un ragionevole e condiviso equilibro fra le due destinazioni del luogo tra loro assai differenti: quella mercantile di piazza Repubblica e quella sociale e culturale della vecchia rianimata Caserma. E la questione non è affatto secondaria.

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