Delle tante felici esperienze architettoniche ed artistiche del varesotto, è proprio quella del liberty che più si avvicina, nelle sue alte espressioni, alle più conosciute e giustamente rinomate preziosità, quelle del barocco profano delle ville e quello religioso, del Sacro Monte, che non a caso ha ottenuto proprio riconoscimento da parte dell’Unesco come Patrimonio dell’umanità.
L’immagine turistica della nostra città ruota ancora oggi intorno all’impronta singolare delle ville e dei giardini settecenteschi; e a quella più recente dei grandi alberghi, delle ville, dei sistemi di trasporto della “belle époque”.
Meno noto ai più (e quindi se si vuole, più sorprendente), la Varese liberty, riserva ai visitatori esperienze davvero uniche: proprio nella nostra città il liberty assunse a dignità e a ruolo non solo estetico ma in qualche modo “urbanistico”.
Il liberty di Varese si sta poco a poco disperdendo a partire da quell’emblema costituito dal Grand Hotel Campo dei Fiori, che, fino al suo quasi recente acquisto, sempre di più appariva come una vuota cattedrale cadente e lasciata a se stessa. Conto che ora possa essere di nuovo un fiore all’occhiello di tutto il nostro territorio. Un segno della sua rinascita dopo essere stati tartassati i varesini dal Covid 19. Questo dovrebbe essere il grande progetto per costituire la Varese del futuro.
L’intenzione del proprietario era quella di avviare i lavori tra 2020 e 2021, rallentata per la pandemia. Posso l’impresa di ristrutturare l’albergo del Sommaruga, avverrà appena possibile. Ho, pertanto, immediatamente scritto al Sindaco di Varese significandogli che confido che gli enti pubblici competenti vogliano trovare subito le modalità più consone per poter portare in un altro luogo ove sia possibile trasmettere in maniera corretta e le onde provenienti da centinaia di antenne posizionate sul tetto dell’albergo a strapiombo sul capoluogo.
Si potrà così levar da Varese quell’immagine di città triste e sfiorita con una cittadinanza degradata che proprio non merita.
Non possiamo perdere una disponibilità privata così importante. Il Comune deve organizzarsi per progettare e poi attuare tutte le opere necessarie a poter permettere al Grand Hotel di potersi sviluppare e vivere. E tra queste di Varese non possono non scordare il progetto della società Oikos di realizzare un tram cittadino che sia collegato con la ferrovia per l’Europa e con l’aeroporto di Malpensa. Il Comune ha però da intrattenere con programmi culturali di qualità gli ospiti del Grand Hotel e chiedere ai privati di aver cura delle molte particolarità dell’immobile e di quelli di supporto (spesso abbandonati e vandalizzati), ma anche delle affascinanti e tormentate inferriate contorte..
Se vogliamo davvero rilanciare la nostra città salvandola dal degrado, occorre salvaguardarla, valorizzarla e metterla in rete con il suo territorio partendo da una considerazione centrale: quella di rivangare la nostra immagine turistica che fu non già come frutto del caso o della felice collocazione naturale della città, ma dal lavoro e da una imprenditoria generosa nell’affidarsi a progettisti di rara sensibilità, competenza e rigore scientifico. Esempio questo che dobbiamo saper far nostro per poi ripartire. Dobbiamo insomma attualizzarlo.
In questa situazione è necessario che ogni progetto di ristrutturazione degli alberghi liberty e degli spazi connessi, non venga tenuto al chiuso delle mura del palazzo e venga discusso e venga stabilita fin da subito una tecnica di lavoro in base alla quale chi abbia interesse possa sempre partecipare.
Al riguardo dell’Hotel Palace siamo stati trattati con leggerezza come se non potessero essere significative ovvero importanti le nostre proposte. Ora invito ancora nuovamente il Sindaco a far partecipare all’opera me e tutti gli altri interessati alle riunioni che verranno fatte in anticipo rispetto alla decisione finale sull’opera di recupero del Grand Hotel (che dovrà tener conto delle proposte fatte).
Un tale metodo deve essere ben chiaro anche agli acquirenti degli Alberghi Liberty che da quanto leggiamo, sono, tra gli altri, l’ex Vicesindaco del Comune di Varese che in passato non ci ha fornito nessuna possibilità di interlocuzione sul parcheggio comunale di Via Sempione come da me più volte invano richiesto sempre in base all’articolo 3 del Testo unico Ambiente.
Se, come auspico, fosse d’accordo con me, ho scritto al Sindaco come sia necessario che venga individuato fin da subito, in ambito dei dipendenti comunali, un responsabile di questo procedimento (ristrutturazione del grand hotel ad opera dell’architetto Sommaruga di cui scriviamo) che possa costituire un ausilio e un punto di riferimento. Ma gli ho anche manifestato l’importanza che si incominci a parlare fin da subito del ramo della funicolare che porta al Campo dei Fiori.
Da lui intendo sapere se sia in animo dell’attuale Giunta di riattivarlo e soprattutto di creare finalmente un collegamento diretto tra la funicolare e la città senza più rotture di carico, doppie percorrenze di mezzi pubblici (funicolare e a autobus)? Si potrà finalmente realizzare una riunione tra gli imprenditori della montagna varesina, gli interessati al tema e il Comune di Varese?
Gli ho chiesto, poi, quali autorizzazioni intenda avere da parte del Parco delle Campo dei Fiori in ordine alla ristrutturazione del Grand Hotel, in ordine al mantenimento delle particolarità Liberty e in ordine alla realizzazione dei sistemi di trasporto. In particolare, gli ho chiesto copia di tutte le lettere che siano state ricevute e mandate al parco e alla proprietà dei Grand Hotel.
Gli ho chiesto inoltre la possibilità di far partecipare i rappresentanti dell’associazione Amici della Terra Varese a tutte le riunioni che saranno svolte con la proprietà e con gli altri enti interessati quali, per esempio, i proprietari dell’albergo, i delegati della Regione Lombardia, del Comune di Varese e della Provincia di Varese e degli altri interessati a sensi dell’articolo numero tre commi compresi del testo unico in materia ambientale.
Sulle numerose iniziative fatte dal Comune di Varese, dal Parco e dalla associazione Varese Europea (cui l’associazione Amici della Terra era associata con il Comune di Varese) riguardo il Liberty varesino (predisposizione di guide e posizionamento di cartelli pubblicitari) domando che ci sia in Consiglio comunale un completo riassunto delle molteplici opere svolte.
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