(O) Siamo alla ripartenza, finalmente, anzi al rilancio. Il virus batte in ritirata, arrivano i provvedimenti del decreto, poi ci saranno le proposte di Colao, gli Stati Generali dell’economia, i soldi dell’Europa, e … andrà tutto bene!
(S) Ma ti pare? Magari arriva anche Di Battista a capo del M5S e lo scudetto alla …! Tutto un divertimento. Possiamo parlare delle proposte della task force, detta di Colao?
(C) Direi di no. Non ne sappiamo ancora un gran che e quando uscirà il nostro pezzo, sabato prossimo, ne avranno parlato tutti così tanto che sarà venuta a noia. Voglio ribadire che noi dobbiamo occuparci di paradossi, di verità un po’ strane, non riconosciute dalla maggioranza della gente. Inutile, per esempio, aggiungere commenti al tema del razzismo, dopo la mega-marcia di Washington. Ci sono piuttosto emergenze nascoste o meno considerate di quelle portate in luce abbagliante dalla pandemia. Ci sarebbe il dramma della scuola non statale, ma l’esemplare articolo di D’Avenia in prima pagina del Corriere di lunedì 8 giugno basterebbe a convincere il più pervicace statalista, se solo lo leggesse con un minimo di libertà dall’ideologia. Quindi vi propongo di fermarci sul tema della scorsa settimana, con un sentimento più leggero, raccontando storielle di stravagante ingiustizia, per dire quanto sia necessario investire in educazione etica, accanto alle strutture della Giustizia con la maiuscola.
Raccontino 1, ricavato dall’Ansa: “Hanno chiesto aiuto ai carabinieri per sfuggire alle botte degli amici del giovane che avevano appena derubato. Ma una volta dentro la caserma sono stati denunciati. È successo sabato notte, nel centro storico di Genova. I due rapinatori, cittadini algerini di 25 e 20 anni, avevano rapinato un coetaneo di origini ecuadoriane in salita Pollaiuoli. La vittima ha chiamato aiuto e così quattro amici del derubato hanno inseguito i due e, raggiunti, li hanno picchiati. I rapinatori hanno anche provato a difendersi con una spranga di ferro, senza però riuscire a fermarli. Dopo essere stati malmenati, i due sono riusciti a scappare ancora fino ad arrivare al portone della caserma carabinieri della Maddalena dove hanno citofonato chiedendo più volte aiuto. Quando il piantone ha aperto si è ritrovato davanti il gruppo che continuava a darsele e ha usato lo spray per separarli. Alla fine i rapinatori sono stati medicati in ospedale con una prognosi di 15 giorni, mentre uno degli amici è stato denunciato per lesioni”.
Raccontino 2: “Se ne sarebbe andato via dal ristorante senza pagare il conto, 66 euro per una cena per due in un locale in piazza Beccaria a Firenze. Questa l’accusa per la quale Riccardo Bossi, 40 anni, primogenito del fondatore della Lega Umberto Bossi, è stato denunciato. La notizia è riportata da Nazione e Corriere Fiorentino. Tutto sarebbe accaduto sabato sera scorso. Da quanto riportano i due quotidiani, Riccardo Bossi è stato rintracciato in un residence in base al numero di telefono che il ristoratore aveva salvato nella sua agenda quando era stato contattato per la prenotazione. Il cliente si era allontanato con la scusa di andare a prelevare denaro in contanti dopo che la sua carta non aveva funzionato”.
Raccontino 3: “È stato arrestato il presunto aggressore di un 24enne accoltellato a Milano nella notte tra il 5 e il 6 giugno, durante una rissa in piano centro: si tratta di Alessandro Caravita, 21enne milanese, figlio del leader storico degli ultras nerazzurri Franco Caravita. A individuarlo sono stati i carabinieri che, nel corso di una perquisizione, hanno anche sequestrato un coltello a serramanico che potrebbe essere stato utilizzato nella rissa. Il giovane è stato riconosciuto grazie alle telecamere che hanno ripreso buona parte dei fatti, avvenuti intorno alle 2:30 del 6 giugno scorso fra i tavolini all’aperto in corso Garibaldi, una delle strade della movida milanese, e anche grazie ai testimoni sentiti, che hanno parlato di ultras. Alessandro Caravita è stato coinvolto nelle indagini sugli scontri fra ultras prima di Inter-Napoli del 26 dicembre 2018 che portarono alla morte di Daniele Belardinelli, il tifoso del Varese (gemellato con l’Inter) investito da alcune auto guidate da tifosi del Napoli”.
Raccontino 4: “Intimidazione al ristorante di Natale Giunta a Palermo. Con spranghe e mattoni hanno sfondato le vetrate al “Castello a mare”..
“Sembrava che tutto fosse finito, – dichiara Giunta – non subivo atti di questo genera da mesi, ma sbagliavo. Una calma apparente che oggi ha risvegliato nuovamente il passato – ha dichiarato Giunta – La serenità è solo un’utopia. Uno Stato assente che abbandona gli imprenditori nel loro destino. Non c’è giustizia, sono amareggiato ed arrabbiato. Non si può lavorare con dignità ed avere un po’ di pace in questa terra che non cambia mai”.
(S) Se con la prima storiella hai cercato di farci sorridere, le altre fanno solo piangere.
(C) Infatti, l’intenzione era quella di dimostrare che il bisogno quotidiano di sicurezza, di legalità e quindi di giustizia sostanziale necessita di ben altri interventi che quelli ventilati dal Ministro Bonafede, cui tuttavia va riconosciuta la difficoltà del compito, lasciato in eredità da generazioni e generazioni.
(O) Forse stiamo parlando di un compito che non è principalmente nemmeno del ministro di Grazia e giustizia o del potere politico come tale. Gli esempi che hai portato dimostrano che ci sono aree della popolazione italiana, credo anche europea, che hanno una concezione della giustizia decisamente opportunistica. Giusto è quello che riesco a fare senza essere punito, quello che riesco ad imporre agli altri. È una questione di mentalità diffusa, di concezione della società e del valore della persona altrui che fa anche soltanto immaginare comportamenti come questi.
(S) D’accordo, ma attenti a non inventare rimedi peggiori del male. Per esempio, non credo che il comportamento della polizia in Usa nei confronti degli afroamericani migliorerà tagliando i fondi, piuttosto bisogna riconoscere che essendo municipali, cioè alle dipendenze del sindaco, diventano immediatamente strumenti politici e, come tali, acquistano ulteriore potere, anche nei confronti del loro stesso ‘padrone’. Si crea un circolo vizioso. In Italia invece il problema potrebbe essere opposto: la polizia municipale, i vigili urbani per intenderci, hanno troppo pochi compiti e poteri, le forze dell’ordine ’ufficiali’, polizia e carabinieri sembrano invece essere spesso lontane dalla gente, chiamate ad intervenire solo su input della magistratura.
(C) Ma questo rapporto stretto con la magistratura è anche garanzia di imparzialità. Oggi possiamo permetterci il folklore del generale dei carabinieri (in pensione) Pappalardo alla testa di un piccolo gruppo di manifestanti sciammannati senza mascherina, non potremmo permetterci generali con tentazioni golpiste come negli anni ’60, non avendo oggi un Parlamento e partiti organizzati con la capacità di guida culturale e di mobilitazione delle masse come fino agli anni ’80.
Mi è capitato di sostenere, in precedenti circostanze, che l’attacco allo Stato portato dalle Brigate Rosse non poteva riuscire, malgrado tutte le deficienze organizzative delle forze dell’ordine, per la compattezza intrinseca delle forze politiche, sindacali, produttive e culturali. Oggi basta un barcone di immigrati a spaccare in due la nazione.
Per questo motivo il tema ‘Giustizia’ non è separabile da ‘giustizia’ con la g minuscola e quest’ultimo diventerà cruciale nei prossimi anni, quando la fatica di risollevarsi dalla crisi-covid19 peserà sulle realtà sociali e personali più fragili, economicamente e soprattutto umanamente. Risorse in moneta sonante gettate a pioggia peggioreranno soltanto il problema. Occorre fare vera promozione personale per ottenere consolidamento sociale, cosa possibile soltanto ridando valore ai corpi intermedi, alle aggregazioni spontanee fondate su valori comuni. È un’opportunità che va offerta e garantita specialmente ai giovani, come dimostrano tre dei quattro episodi citati.
Voglio offrirvi una modesta speranza: mi hanno raccontato di un episodio in un paese dell’Africa nera, a prevalenza musulmana. Due ragazzi appena adolescenti, vengono aggrediti da alcuni coetanei che tentano di rubare loro il telefonino, ma i due si difendono, sopraffanno gli aggressori e li consegnano alla polizia. Il giorno successivo i genitori degli aggressori si presentano ad offrire un risarcimento, a chiedere perdono per i figli e a garantire che saranno meglio guidati e sorvegliati.
(O) Mi pare un sogno se penso alle complicità familiare che lega la malavita organizzata, come la conosciamo. Ma hai una proposta?
(C) Soltanto un obiettivo: dimostrare (dico una banalità) che il delitto non paga. Con la repressione, certamente, con l’offerta di lavoro onesto, naturalmente, ma prima ancora, a partire dalla scuola e dai luoghi di aggregazione giovanile, coltivando una cultura della fiducia, della speranza e della responsabilità. Altrimenti, parlare di educazione alla legalità si rivelerà soltanto un’illusione moralistica e riformare la magistratura un’occasione di lotta per affermare un potere.
(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante
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