Varese, una città auto dipendente ossessionata dai parcheggi. Lo dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, la riaffiorante polemica avversa alla riduzione degli stalli di sosta in piazzale Kennedy prevista all’interno dell’avviato piano di rigenerazione urbana dell’intera area delle stazioni. Grazie al progetto della Giunta Galimberti, interamente finanziato coi fondi del bando nazionale per le periferie, l’intero comparto ferroviario, oggi degradato e avulso dal resto della città, sta cambiando faccia attraverso la riqualificazione dei piazzali esistenti; il recupero della stazione Fs già a buon punto; la creazione di un vasto spazio verde alberato; la creazione di un collegamento diretto pedonale di Giubiano con la stazione dello Stato e di piazzale Trieste con via Del Ponte; la costruzione sul sedime di Piazzale Kennedy di una stazione delle autolinee extraurbane e di un nuovo centro per gli anziani in sostituzione di quello di via Maspero. Due opzioni, queste ultime, che portano all’ovvio ridimensionamento degli attuali spazi di sosta anche perché il mercato in autunno tornerà all’antico rioccupando con cadenza quotidiana piazza Repubblica.
Nelle fila delle opposizioni c’è chi chiede invece all’esecutivo di rimandare a dopo le ormai prossime elezioni amministrative 2021, la sistemazione dell’immenso piazzale. Costoro vorrebbero che fosse mantenuta l’attuale caratteristica di enorme spazio di sosta a cielo aperto. Una scelta che mutilerebbe, snaturandolo, l’attuale progetto che punta invece a ricucire la cesura da sempre esistente tra la zona delle stazioni e il resto della città.
A sostegno dello status quo in piazzale Kennedy, oltre alle ragioni dei pendolari peraltro risolvibili con l’utilizzo di altri parcheggi presenti in zona, le opposizioni prospettano le necessità di soste prolungate generate dal Politeama qualora, come appare probabile, diventasse nei prossimi anni il teatro di Varese. Si tratta in realtà di un falso problema. Il multipiano delle Corti con i suoi 900 posti, il parcheggio interno all’isolato compreso tra le vie Medaglie d’oro e Mazzini (100 posti almeno) e i 200 rimasti in piazzale Kennedy sono infatti in grado di rispondere alle richieste di sosta prolungata anche nelle serate teatrali di maggior richiamo. Tre spazi a meno di cinque minuti a piedi da Piazza XX Settembre sede del mitico Politeama.
Per l’attuale maggioranza si tratta di una questione delicata aggravata dai tempi lunghi intercorsi tra la fase progettuale dell’area delle stazioni e quella esecutiva, coronavirus compreso. Il rischio per il centrosinistra è che la sistemazione o meno del piazzale, compresa la cancellazione degli attuali indecorosi sottopassaggi, possa trasformarsi tra meno di un anno in una sorta di referendum pro o contro la sosta in una città che, nonostante le “svolte verdi” di robuste minoranze, resta tenacemente legata al mito delle quattro ruote da parcheggiare preferibilmente in centro. Perché i varesini/varesotti hanno con l’automobile un rapporto simbiotico più che consolidato. Cifre alla mano risulta infatti che Varese è una delle città italiane con il rapporto più elevato tra veicoli circolanti e numero di residenti. Convincerli che è giunto da tempo ormai il momento di alleggerire sensibilmente la pressione automobilistica soprattutto sulla città storica, non è né facile né scontato anche se le alternative di inserimento automobilistico in Varese, offerte dal nuovo svincolo Esselunga al Cuor di Sasso e il completo rifacimento di Largo Flaiano, dovrebbero favorire finalmente un cambio di mentalità.
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