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Ambiente

GIÙ LE TORRI

ARTURO BORTOLUZZI - 05/06/2020

torreQuello che con tristezza ho spesso verificato è che il nuovo amministratore più che valorizzare una struttura dismessa perché ha ultimato l’attività svolta, sia più propenso a disfarsene piuttosto che a spendere danaro per valorizzarla. È questo quanto accade nel nostro territorio per quanto riguarda l’archeologia industriale. Due sono i comuni in provincia che vogliono abbattere le due vecchie e rappresentative torri per la raccolta e la distribuzione nelle abitazioni presenti nei limiti comunali dell’acqua potabile. Dico di Vedano Olona e di Caronno Pertusella. Dagli organi di informazione sono a conoscenza che, come dice il vicesindaco del Comune di Vedano Olona,

l’amministrazione comunale sta valutando i passi da compiere per sistemare definitivamente una situazione che si trascina da diversi anni. La torre si erge proprio in centro paese, in via Cavour secondo le normali consuetudini in base alle quali un tempo era naturale che tali strutture fossero costruite proprio nel cuore dei Comuni, perché servivano a rifornire d’acqua le abitazioni. “Tengo subito a precisare che non esistono pericoli imminenti di crollo, quindi i cittadini possono stare tranquilli. Certo, stiamo già pensando a come risolvere la questione”.

L’area in cui sorge la torre è inserita in un più ampio progetto di riqualificazione urbanistica.

Per quanto riguarda invece Caronno Pertusella, il Comune intende smantellare il serbatoio presente in via Ariosto originariamente a favore di una industria locale. E’ stato fermato, grazie al cielo, dalla competente Soprintendenza. La stessa ha sostenuto che il serbatoio vada mantenuto in quanto simbolo dell’architettura industriale di un tempo. Risalente agli anni Venti, situato a poca distanza dalla stazione ferroviaria, aveva ricevuto controlli che avevano evidenziato come ci potessero essere pericoli che cadessero calcinacci al di sotto e di fianco alla torre dove ci sono condomini e un parcheggio. Il Comune diceva di aver solo due opzioni: spendere 400mila euro per mantenere la struttura mettendola in sicurezza o demolirla con 130mila euro. Dovendo fare i conti con le ristrettezze di bilancio, si era optato per l’abbattimento. C’era una terza opzione. Quella di arricchire la città con un edificio di pareggio a favore delle scuole e dei cittadini che avrebbero potuto imparare i metodi di diffusione di un bene fondamentale per la vita umana quale è l’acqua.

Il territorio varesino ospita anche centinaia di zone industriali dismesse. Ho scritto molte lettere ma non c’è mai stato nessuno che si sia preso il compito di salvare e mettere a sistema queste presenze. Mi sono imbattuto sempre in Comuni che volessero solo abbattere definitivamente ciò che rimaneva costruito per sostituirlo con supermercati o altri negozi.

Ho scrito che la Soprintendenza ha agito bloccando l’iniziativa di Caronno Pertusella, ma tutto si è bloccato senza dire cosa fosse opportuno che facesse. Non è possibile che tutto ciò che può essere eseguito dagli amministratori sia abbattere delle costruzioni che svolgevano un’attività fondamentale per la popolazione (distribuzione dell’acqua). Non ha neppure senso che vi sia la soprintendenza che si limiti a fermare attività distruttive, ma che per nulla consiglia azioni da realizzare. Concludo facendo presente che proprio riguardo alle torri d’acqua, le stesse (soprattutto in Europa de Nord) sono oggetto di una trasformazione perché possano essere utilizzate per soddisfare esigenze attuali. Su Internet è possibile trovare fotografie che dimostrano tutto ciò.

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