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The Dormouse

FENICE

GUIDO BELLI - 05/06/2020

feniceJohn Donne visse la fine dell’epoca elisabettiana, che stigmatizzò per la sua corruzione e la pomposità della corte, e la nascente modernità.

Il suo poema ‘Una anatomia del mondo’, dal quale è tratto il passo che segue, tratta la morte di Elisabetta con estrema tenebrosità, usandola come un simbolo per la caduta dell’uomo e la distruzione dell’universo.

 

Una anatomia del mondo

John Donne,

[…]

E apertamente gli uomini confessano che questo mondo
è estinto, quando nei pianeti, e nel firmamento,
ne cercano tanti nuovi; vedono che questo
si è sgretolato tornando ai suoi atomi.
È tutto in pezzi, scomparsa ogni coerenza,
ogni giusto sostegno e ogni relazione:
principe, suddito, padre, figlio son cose dimenticate,
poiché ogni uomo per conto suo pensa di dover essere
una Fenice, e che allora non potrà esserci
nessun altro che lui di quella specie che è lui.

[…]

And freely men confess that this world’s spent,
When in the planets and the firmament
They seek so many new; they see that this
Is crumbled out again to his atomies.
‘Tis all in pieces, all coherence gone,
All just supply, and all relation;
Prince, subject, father, son, are things forgot,
For every man alone thinks he hath got
To be a phoenix, and that then can be
None of that kind, of which he is, but he.
 
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