Giornali, libri, diritti d’autore: soffre il mondo dell’editoria sotto i colpi dell’emergenza sanitaria e il governo Conte prova a metterci una pezza. Alcune testate e agenzie di stampa sono impegnate in vertenze che mettono a rischio i posti di lavoro e il disagio è palpabile dove il Covid19 ha introdotto la prassi del lavoro da casa. Invano il segretario della Federazione della stampa Raffaele Lorusso avverte che “lo smart-working non può essere la regola per l’editoria”. Al Gazzettino i giornalisti lamentano che, dopo il lockdown, la situazione non è ancora tornata alla normalità e che sono costretti a fare i fattorini da una casa all’altra per scambiarsi i pc aziendali.
A Bari la Procura ha chiesto il fallimento della Edisud che pubblica La Gazzetta del Mezzogiorno. In conflitto con la redazione, l’editore e socio di maggioranza Mario Ciancio Sanfilippo ha intenzione di abbandonare il giornale e le associazioni di categoria della Puglia e della Basilicata chiedono al governo nazionale di “salvare 133 anni di storia e i posti di lavoro”. Ai giornalisti non resta che rivendicare le performances del giornale accreditato di 500 mila lettori quotidiani (dati Audipress pre-Covid19) e il raddoppio degli utenti del sito web da 156 a 396 mila (Audiweb). La redazione ha deciso di costituire una cooperativa e terrà in edicola il foglio.
All’agenzia di stampa Ansa i giornalisti hanno indetto 48 ore di sciopero e proclamato lo stato di agitazione contro il piano di risparmi prospettato dall’azienda per “recuperare gli ipotizzati minori ricavi legali all’emergenza sanitaria”. La redazione lamenta i “progressivi tagli di organico e i sacrifici economici subiti negli ultimi quindici anni” e chiede al governo e al parlamento d’intervenire. È in cassa integrazione la redazione di Metro, il primo quotidiano gratuito italiano nato 20 anni fa. L’editore Mario Farina ha sospeso la pubblicazione e l’attività del sito a causa dell’epidemia comunicando di aver ceduto l’intera partecipazione sociale ad un altro proprietario.
Cassa integrazione anche per il personale amministrativo, grafico e poligrafico del Corriere del Veneto e piano di smaltimento delle ferie arretrate dei giornalisti che comporterà la riduzione della foliazione dei dorsi del Corriere della Sera di Rcs Edizioni Locali, società di Rcs Mediagroup guidata da Urbano Cairo. Le misure sono ancora una volta dovute alle ripercussioni dell’emergenza coronavirus sui conti dell’informazione, soprattutto alla voce degli incassi pubblicitari. Problemi anche a La Stampa di Torino, sono in corso trattative per ridurre i costi attraverso la forfetizzazione degli straordinari, la stabilizzazione dei contratti e il taglio del 15% delle collaborazioni.
Da ormai tre anni si trascina la grave situazione di crisi all’Unità. Sabato 23 maggio il giornale di proprietà della Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina è uscito per la seconda volta in edizione speciale a firma di un senatore del Movimento 5 Stelle (la precedente uscita risale a un anno fa) per evitare la “decadenza” legale della testata. L’Unità è fuori dalle edicole dal mese di giugno 2017, non ci sono offerte di acquisto e alla sua sopravvivenza è legata la sorte di ventisei famiglie. Per tutte queste situazioni e per sostenere in generale un settore che non passa un buon momento, il decreto legge Rilancio del governo Conte offre misure per un centinaio di milioni.
Il piano approvato dal Consiglio dei ministri il 13 maggio prevede benefici fiscali del 50% sul valore dell’investimento per le imprese che fanno pubblicità su giornali ed emittenti televisive, con un tetto di spesa di 60 milioni per il 2020. Contempla agevolazioni fiscali dell’8% sulla spesa sostenuta per l’acquisto della carta agli editori di quotidiani e periodici e, a vantaggio dell’intera filiera, l’abbattimento del 95% dell’Iva sulle rese. Per accompagnare i processi di trasformazione digitale delle imprese editoriali che l’emergenza sanitaria ha reso indifferibili, il nuovo decreto ha introdotto un credito d’imposta ad hoc per i servizi digitali.
Aiuti anche per le edicole con un bonus una tantum di 500 euro. Previsti sostegni al reddito dei giornalisti precari e viene concesso più tempo per il riequilibrio dell’istituto di previdenza dei giornalisti, l’Inpgi, differendo i termini dal 30 giugno al 31 dicembre 2020. Disposta infine la proroga al 30 giugno 2021 dei contratti della Presidenza del Consiglio con le agenzie di stampa. Il 3 maggio, in occasione della 27esima giornata della libertà di stampa, anche papa Francesco ha fatto sentire la sua voce: “Nella crisi attuale – ha detto il pontefice – abbiamo bisogno di un giornalismo libero al servizio di tutte le persone, specialmente di quelle che non hanno voce”.
La crisi da coronavirus investe anche il settore dei libri. Nel 2020, secondo l’Osservatorio dell’Associazione Italia Editori, saranno 21 mila i titoli pubblicati in meno, 12.500 le novità in uscita bloccate, 44,5 milioni le copie che non saranno stampate e 2.900 i titoli in meno da tradurre. In aprile il 70% degli editori ha attuato o programmato cassa integrazione. Per il periodo maggio-agosto è del 42% la percentuale di chi ha deciso di temporeggiare con le uscite, rimandandole ulteriormente. Si punta in modo particolare sull’ultima parte dell’anno con solo l’8% degli editori che immagina di rinviare i titoli di settembre-dicembre sperando in un recupero natalizio.
Tengono invece ebook e audiolibri, nel primo semestre 2020 solo l’1% degli editori ha dichiarato di aver riprogrammato al ribasso le uscite dei libri in digitale. I piccoli e medi editori rischiano di essere decimati, quasi uno su dieci sta valutando la chiusura quest’anno. Un altro 21% la considera probabile. A fine 2020 la riduzione dei titoli dei piccoli e medi editori potrebbe essere del 32%, qualcosa come 21.000 opere in meno. Pesante il calo di fatturato, il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%. Con il lockdown le librerie hanno avuto in dieci settimane 140 milioni di minor fatturato, pari a circa 45 milioni di euro di mancati utili lordi.
Sul fronte del diritto d’autore il presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol ha rivolto un appello al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, al ministro per i beni, le attività culturali e il turismo Dario Franceschini e al sottosegretario di Stato con delega all’editoria Andrea Martella affinché venga recepita al più presto nel nostro ordinamento la Direttiva europea sul copyright: “Quello strumento – scrive – che con tanta fatica noi autori abbiamo “conquistato” a Bruxelles e poi a Strasburgo strappando un testo nuovo e fondamentale contro i colossi della rete. Il lavoro è un diritto e va remunerato e la cultura, se non è ricompensata, muore”.
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