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Apologie Paradossali

CRISI DEL DESIDERIO

COSTANTE PORTATADINO - 22/05/2020

meeting(S) Perché parlare del Meeting, solo perché sabato 23 alle 18.30 ci sarà una specie di pre-meeting, un incontro virtuale di presentazione dell’edizione 2020? Di solito non facciamo pubblicità, tanto più che ora nemmeno sappiamo bene come funzionerà questa edizione sostanzialmente virtuale.

(O) Macché pubblicità, proprio la circostanza che rende difficile l’essenza stessa di un meeting, l’incontro anche fisico di gente diversa proveniente dai quattro angoli del mondo, il Covid19, ha creato le condizioni per esaltare l’urgenza di ripeterci la domanda stessa da cui è sorto il Meeting per l’Amicizia tra i Popoli: qual è la radice comune che può consentire a tutti i popoli e alle singole persone, collocate in situazioni materiali e spirituali diversissime, di superare divisioni ataviche, contrasti attuali, incomprensioni perenni, per camminare insieme sulla via della pace?

Il valore fondamentale di riferimento – afferma la presentazione della Fondazione Meeting – è il riconoscimento di un fattore inestirpabile e oggettivo che accomuna tutti gli uomini: il desiderio di felicità, di bene, di verità e di giustizia che abita nel cuore di ognuno e che pertanto fonda la valorizzazione di ogni diversità. Capisci perciò che ripetere questo intento, proprio oggi, nel mezzo della più grave crisi sanitaria ed economica dal dopoguerra è una sfida più che paradossale.

(C) È facile notare che il tema scelto dieci mesi fa, “Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime”, oggi potrebbe apparirci estraneo, quasi incomprensibile, concentrati come siamo e come dobbiamo restare sulla prevenzione del contagio, sulla ricerca di sicurezza economica assolutamente materiale e immediata, pronti a coltivare reattività e rancore, spinti da influencer di ogni tipo alla ricerca di un capro espiatorio, che si chiamino Cina, OMS, sanità lombarda, governo, virologi, su cui scaricare colpe immaginarie, tensioni personali, delusioni sociali e politiche.

Invece proprio un tema come questo, per un caso straordinario, quel tipo di caso che a me piace chiamare ‘grazia’, si presta perfettamente a rispondere alla domanda originaria: che cosa fa sorgere il desiderio di felicità e insieme garantisce che non si rivolti in una perfida illusione? Val subito la pena di precisare che ‘meraviglia’ non è qualcosa di fantastico, di mai visto, ma è la realtà stessa, che ci mostra la sua misteriosa attrattiva: la scoperta semplice e vertiginosa che le cose ci sono, esistono per noi e ci sono date, sono donate gratuitamente a noi e anche noi siamo dati a noi stessi, perché non ci siamo fatti da soli e siamo dati agli altri, in una relazione reciproca.

(O) Privi di meraviglia vuol dire privi di un rapporto vero con la realtà, anestetizzati dall’abitudine, atrofizzati nel desiderio. Mi ha colpito un’intervista a Giuseppe De Rita, su Hufftington Post del 17/5: “Io sono spaventato dalla depressione del desiderio che vedo arrivare. La ripresa la fanno le persone, non il governo. Se lo stato ti dà i soldi per comprare una bicicletta, il denaro per pagare la baby sitter, gli incentivi per andare in vacanza, se cioè si preoccupa di non farti mancare niente, uccide l’iniziativa. Castra la libido. Il desiderio nasce dall’assenza. La pioggia di bonus, invece, lo spegne. Raffredda lo slancio. Inibisce la carica erotica del Paese”. Addirittura una delle persone che da più tempo studia i pregi e i difetti dell’Italia vede nella crisi del desiderio, che altro non è che il passo successivo, la risposta più immediatamente umana alla meraviglia, un ostacolo non solo alla felicità individuale, ma, gravissimo, alla ripresa della creatività sociale e dell’iniziativa economica.

(S) Ma perché dovrebbe importarmi qualcosa di ‘sto sublime? Capisco la pace, lo sviluppo, l’educazione, la religione … ma il sublime? Sordi al sublime? Che tipo di musica? Bach, Beethoven? Ma se mi piacciono i metallari? Capisco il rapporto meraviglia desiderio, apprezzo che mi possa capitare qualcosa che eccede la mia aspettativa e anche il desiderio più alto e quindi susciti in me una reazione di meraviglia, ma se per sublime intendiamo qualcosa di quasi inarrivabile, devo dire che probabilmente interessa a pochi, a qualche esteta, inteso in senso negativo, a qualche raffinato intenditore di caviale e di vini rari, di poesia ermetica e di filosofie esoteriche, ma alla gente, alla gente comune come me?

(C) Cerchiamo di capire e facciamoci aiutare dalla Treccani: sublime definisce la capacità dell’arte di indurre per le sue connotazioni di mistero e di ineffabilità, uno stato di estasi in conflitto con la razionalità, di dare consapevolezza emotiva dell’infinità e della potenza irresistibile della natura, quindi del conflitto tra ‘infinito’ e ‘finito’. Noi italiani di modesta cultura pensiamo facilmente all’Infinito di Leopardi, al suo ‘naufragare’ in un pensiero che si scopre inadeguato a reggere l’urto di una realtà che eccede la capacità di comprensione della ragione. Ci avviciniamo così al senso del titolo del Meeting, che descrive una condizione storica: oggi la nostra civiltà si è chiusa alla meraviglia e perciò si preclude l’ingresso all’orizzonte ideale del rapporto tra finito ed infinito, ma questo significa negare lo specifico dell’umano, lo ‘sporgere’ della coscienza rispetto alla natura. Ancora Leopardi ci aiuta a formulare la domanda più profonda: “Natura umana, or come, / se frale in tutto e vile, / Se polve ed ombra sei, tant’alto senti?”

(O) Sulle tracce di Leopardi arriviamo al punto critico: possiamo correre il rischio della speranza o dobbiamo rinchiuderci nello scetticismo da salotto che nasconde il vero pensiero: il nichilismo? Vedi Conformi che questo tema del prossimo Meeting, benché profondo, ci riguarda tutti, si lega con tutti i temi resi drammaticamente attuali dalla pandemia, dal destino del singolo di fronte alla morte alla legittimità di sottrarre libertà personali per ragioni di sanità pubblica? Ti invito perciò, e con te tutti i nostri venticinque lettori su RMFonline, a seguire un’anteprima del 41° Meeting sabato 23 nel tardo pomeriggio intorno alle 18.30. Sarà un incontro virtuale con il Meeting anche più interessante di quelli che usualmente facevamo gli anni scorsi nelle piazze di Varese, di Busto, di Gallarate, in live streaming su Facebook e YouTube. Sarà una giornata speciale, un evento di piazza – una piazza digitale ma assolutamente non virtuale – in cui incontrarsi, scoprire la nuova edizione e sostenere la costruzione del Meeting grazie al buon vino, che è il simbolo dell’evento. Definiti anche i protagonisti: la conduttrice sarà Elisabetta Soglio, direttrice di Buone Notizie, inserto settimanale del Corriere della Sera dedicato al mondo del Terzo settore e dell’economia sociale. A presentare le parole chiave e anticipare alcuni contenuti del Meeting 2020 special edition sarà il Presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz. Con lui dialogheranno alcuni protagonisti dell’edizione 2020 tra cui Stefano Zamagni, professore ordinario di Economia politica all’Università di Bologna e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali e lo scrittore Luca Doninelli. Atteso il contributo del regista e attore Giovanni Scifoni, lo scorso anno al Meeting con i suoi ‘Santi’ e altri racconti, che commenterà nel suo stile il titolo del Meeting 2020 ‘Privi di meraviglia, restiamo sordi al sublime’.

Sul sito meetthemeeting.org, inoltre, è già possibile donare per sostenere il Meeting e ricevere in regalo una bottiglia di ottimo vino Sangiovese. Il vino perché, come il Meeting, è gusto, storia, qualità, incontro, amicizia, allegria… e arriva al cuore di tutti.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C)Costante

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