Il 24 Maggio saranno cinque anni dalla pubblicazione della Laudato Si’, l’Enciclica di Francesco che non discrimina più tra scienza e religione, supera l’antropocentrismo, avvisa l’umanità che uno sviluppo in contrasto con la giustizia sociale può portarla alla non sopravvivenza e che l’ecologia integrale in un mondo reso ancor più fragile dalla sovrapproduzione dei ricchi è la direzione che deve assumere la riconversione strutturale dell’economia e la conversione individuale degli stili di vita.
Convinti che, se la biosfera è un insieme di processi, rigenerazioni e riparazioni che
contrastano e dilazionano nel tempo il disordine e l’entropia, assumere coscientemente la cura della Terra e dei suoi abitanti umani e non umani è l’obiettivo da condividere. Dire la verità, agire adesso, convocare assemblee di cittadini: sono i tre punti indicati dagli attivisti che nel mondo si mobilitano contro la prospettiva dell’estinzione.
Se partissimo da noi stessi, dai territori che abitiamo, dalla consapevolezza della forza e della bellezza dell’umano, del vivente, di una Terra fragile fatta da particelle in movimento e circondata da una sottile pellicola di atmosfera e facessimo contemporaneamente un uso appropriato delle più attuali interpretazioni scientifiche della realtà che ci circonda coniugandole in partecipazione comunitaria, saremmo meglio attrezzati per sostenere la difficile prova che abbiamo di fronte.
Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. Niente di questo mondo ci risulta indifferente.
Così dice papa Francesco nell’incipit dell’enciclica Laudato si’. È il filo che segna un percorso di assunzione di responsabilità verso la casa comune, dove ogni pianta, ogni animale, ogni persona, ogni tramonto e specchio d’acqua hanno importanza, nella bellezza ferita del pianeta e nella necessità di una pratica di giustizia e di uguaglianza. Giustizia, uguaglianza, libertà, fratellanza, sorellanza, mitezza: parole usurate, “scartate” e a cui è necessario restituire una funzione politica, perché non esiste giustizia ambientale senza giustizia sociale, e lo stato del pianeta, corroso da crisi rovinose, è il risultato di scelte politiche, economiche e finanziarie criminali.
Rispondendo alla richiesta dell’enciclica, l’associazione Laudato si’, un’Alleanza per il clima, la cura della Terra e la giustizia sociale, ha promosso un tavolo di lavoro formato da attivisti, studiosi, rappresentanti dell’associazionismo e dei movimenti, credenti e non credenti, che hanno deciso di confrontarsi, scambiare esperienze e collaborare alla stesura di un documento programmatico che provasse a dare attuazione concreta ai principi dell’ecologia integrale.
Ne è nato un libro collettivo, cui anch’io ho partecipato assiduamente, edito da Interno 4 e dal titolo “Niente di questo mondo ci risulta indifferente”, curato in una esposizione organica da Daniela Padoan.
Il libro rappresenta lo sviluppo di questo percorso condiviso e la necessità di tradurre la visione unitaria e sovversiva dell’enciclica in una sintetica disamina per punti che, senza pretese di esaustività, possa dare al lettore una comprensione basilare del problema climatico e di ciò che ad esso è connesso, con dati puntuali, statistiche, documenti e fonti che fotografano la situazione attuale. Il tavolo di lavoro riunito presso la Casa della Carità di don Colmegna, formato da attivisti, studiosi, rappresentanti dell’associazionismo e dei movimenti, credenti e non credenti, ha deciso di confrontarsi, scambiare esperienze e collaborare alla stesura di un documento programmatico che provasse a dare attuazione concreta ai principi dell’ecologia integrale, così da tradurre la visione unitaria e “sovversiva” dell’enciclica in una sintetica disamina per punti che, senza pretese di esaustività, possa indicare un programma politico-sociale percorribile.
L’aggiornamento dell’edizione in libreria dal 28 maggio è stato aggiornato in queste settimane con una premessa sulla pandemia da covid-19
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